Raffaello Castellano (532)
Quante cose sono accadute negli ultimi 20 giorni dal nostro ultimo “focus” del 21 dicembre scorso, davvero tante, decisamente troppe, che rendono davvero difficile la scelta di che argomento trattare per la riapertura di questa attesa rubrica del nostro magazine.
Tra i tanti ho deciso di affrontare un argomento che anticipa gli argomenti “scientifici” che tratteremo nel numero di febbraio del nostro magazine.
Il 2016 è stato definito annus horribilis per lo star system, a causa dell’elevatissimo numero di cantanti, musicisti, attori ed intellettuali che sono morti.
Il popolo del web, e soprattutto dei social, incline come sempre al sensazionalismo da una parte, ed al complottismo dall’altra, ha subito tirato in ballo le più varie spiegazioni che pescavano a piene mani dalla numerologia, dall’esoterismo, dall’ufologia.
Ma, un interessante articolo del quotidiano La Stampa del 29 dicembre scorso, getta una luce del tutto nuova e sorprendente su queste nebbie pseudoscientifiche, illuminando il “presunto” mistero con la luce splendente della scienza.
Secondo il quotidiano torinese, George Michael, Prince, David Bowie, Leonard Cohen, Michael Cimino, Gene Wilder, Carrie Fisher, fino ad arrivare ai nostri Bud Spencer, Paolo Poli, Anna Marchesini ed Umberto Eco (giusto per citare alcuni fra i decessi più clamorosi), non sarebbero morti per chi sa quale complotto, ma per una serie concomitante di fatti pienamente spiegabili in termini razionali e scientifici. Vediamoli!
Per prima cosa oggi ci sono molte più star che nel passato. Fino agli anni ’60, infatti, lo star system era relegato al mondo del cinema e a quello della musica, inoltre, la loro fama difficilmente iniziava prima dei 20 anni. Oggi invece le rockstar, anche grazie ai talent show, sono più precoci e, anche grazie ai ritrovati della scienza in campo medico, vivono più a lungo avendo, quindi, carriere più lunghe.
La seconda cosa statisticamente rilevante ha a che vedere con la generazione dei baby boomer, che oggi sono arrivati ad avere una certa età. La generazione nata fra il 1946 ed il 1964, quella che fino ad oggi ha registrato più nascite e quindi più talenti, ha ormai età che vanno dai 50 ai 70 anni. Le scienze demografiche ci insegnano che la mortalità fa un significativo passo in avanti proprio nella fascia di età tra i 65 ed i 69 anni – 10,2 decessi ogni 1000 – per assestarsi intorno a 6,4 ogni 1000 nella fascia dai 60 a 64 anni.
Per finire, vi è poi l’effetto moltiplicatore ed amplificatore di lutti rappresentato dalla rete: oggi le notizie sono molto più virali di un tempo ed i gruppi di fan ed i singoli utenti di social, come Facebook o Twitter, diramano e condividono immediatamente le notizie di decessi delle star, più efficientemente e celermente delle migliori agenzie stampa.
In ultimo bisogna ricordarsi che le star muoiono anche oltre i 75 anni, ma a quell’età sono già da tempo lontane dalle scene e le loro morti, per quanto tragiche, fanno meno notizia.
Quindi, la conclusione che possiamo trarre da questo articolo è che il più delle volte, per non dire sempre, la scienza ci offre una spiegazione logica, razionale e matematica degli strani fenomeni che ci circondano, basta solo interrogarla.
D’altronde lo aveva già detto un grande filosofo come Johann Wolfgang Goethe: “I misteri non sono ancora miracoli”.