Raffaello Castellano (543)
“Viviamo in un mondo interconnesso e frenetico in cui le nuove tecnologie, i cambiamenti demografici e le trasformazioni politiche hanno conseguenze sociali ed economiche di vasta portata. Oggi più che mai, i leader hanno bisogno di condividere le idee e le innovazioni su come navigare meglio il futuro.”
È questa la nota di presentazione, sul sito, del 47esimo World Economic Forum (WEF), in agenda dal 17 al 20 gennaio a Davos in Svizzera.
Il titolo scelto quest’anno è “La leadership reattiva e responsabile” e non poteva essere altrimenti, visto che questo Forum si svolge in un clima teso e inquieto, soprattutto dal punto di vista politico, dopo i due voti sconcertanti che hanno caratterizzato il 2016, la Brexit e Trump.
Il dilagare del populismo nei Paesi d’Occidente preoccupa i leader mondiali e soprattutto europei, in vista delle elezioni in Francia, Germania e Olanda, che si terranno nel 2017.
A ribadire questa preoccupazione, non lascia dubbi, ciò che si legge in un’altra nota di presentazione del Forum: “A meno che non abbiate vissuto su Marte, sarete consapevoli del fatto che il 2016 è stato un periodo turbolento, con una reazione contro la globalizzazione che ha portato a due risultati delle urne sorprendenti e un aumento del populismo in Occidente”.
L’evento di quest’anno si concentrerà su quattro sfide chiave per il 2017: la collaborazione globale, il rilancio della crescita economica, la riforma del capitalismo e la preparazione per la quarta rivoluzione industriale, che passa attraverso l’era digitale. Tra le sessioni, anche un focus sulle crisi umanitarie.
A tener banco in questi giorni di vigilia anche la lista dei partecipanti.
L’ospite più atteso è Xi Jinping, primo presidente cinese a partecipare al Forum di Davos. La sua presenza testimonia il peso crescente della Cina nel contesto mondiale. Il grande assente è invece il neo eletto presidente americano Donald Trump, che ancora una volta sta facendo capire quanto poca importanza rivestano alcuni Paesi, in particolare quelli europei.
A peggiorare l’umore ed aggravare l’inquietudine e l’insoddisfazione sociale di quest’anno, ci si mette pure il nuovo rapporto di Oxfam, “Un’economia per il 99%”, che si concentra sulla forbice tra ricchi e poveri e su quanto si stia estremizzando. Diffusa oggi, alla vigilia del World Economic Forum, la ricerca mette in evidenza come l’1% della popolazione mondiale possiede, sin dal 2015, più ricchezza netta del restante 99%.
I poveri sono sempre più poveri e i mega Paperoni si arricchiscono ad un ritmo così paurosamente veloce, che si potrebbe veder nascere il primo trillionaire (ovvero un individuo che possiederà più di 1.000 miliardi di dollari) nei prossimi 25 anni. Una cifra che si consuma solo spendendo 1 milione di dollari al giorno per 2.738 anni.
Continuando a spulciare i dati del rapporto si rimane atterriti!
- 8 persone nel 2016 possedevano la stessa ricchezza netta (426 miliardi di dollari) dei 3,6 miliardi di persone più povere del mondo, quasi la metà dell’intera popolazione mondiale;
- 1 persona su 10 nel mondo vive con meno di 2 dollari al giorno;
- 10 tra le più grandi multinazionali hanno generato nel 2015/16 profitti superiori a quanto raccolto dalle casse pubbliche dei 180 Paesi più poveri al mondo;
- In Italia l’1% più ricco era in possesso nel 2016 del 25% della ricchezza nazionale. Da soli, i primi 7 super Paperoni italiani possedevano oltre 30 volte la ricchezza del 30% più povero dei connazionali.
Speriamo davvero che questo WEF proponga delle linee guida per eliminare queste profonde diseguaglianze sociali, per avere davvero dei leader, siano essi politici, economici o d’azienda, “reattivi e responsabili”.