Generazione Z – L’editoriale di Ivan Zorico

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Generazione Z - L'editoriale di Ivan Zorico

ivan-zorico-01-min“Sono intorno a noi, in mezzo a noi, in molti casi siamo noi…”.
No, non sono Quelli che ben pensano (grandissimo pezzo di Frankie Hi-Nrg e pietra miliare dell’hip hop italiano) o, meglio, non lo sono in questo caso.

Sto parlando di una altra categoria di persone. Persone che hanno tratti ben distinguibili, caratteristiche precise ed esigenze specifiche. Parlo di quelle persone che entro il 2020 (cioè domani) rappresenteranno, secondo una stima dell’US Chamber of Commerce Foundation, circa il 40% del mercato totale retail e che avranno una capacità di spesa di circa 600 miliardi di dollari, se consideriamo solo il mercato americano.

Persone nate e cresciute in mezzo alla tecnologia e permeate dal digitale in ogni aspetto della loro vita. Persone capaci di utilizzare indistintamente 5 differenti device (smartphone, tablet, desktop, iPod, televisione) e che trascorrono in rete una media di 26 ore settimanali (cfr. più di un giorno sui 7 disponibili a settimana).

Va bene, ma quindi chi sono queste persone?

Sto parlando della Generazione Z, ossia di quelle persone nate tra il 1995 ed il 2010 e che si stanno preparando (e in molti casi l’hanno già fatto) a fare il proprio ingresso in società. Come detto, hanno esigenze e caratteristiche specifiche. La prima, e forse la più importante, è che hanno una soglia di attenzione bassissima: 8 secondi, conseguenza dell’utilizzo dei tanti dispositivi e del loro fare più cose contemporaneamente.

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La Generazione Z è senza dubbio iperconnessa, predilige l’omnicanalità ed è a favore della sostenibilità (il caso Greta Thunberg è sempre lì a dimostrarlo), del contatto emotivo e della trasparenza. Sono evidentemente grandi fruitori dei social (soprattutto quelli a forte impatto visivo: es. Youtube, Instagram e TikTok), sui quali si confrontano e si informano, utilizzando di buon grado i vari gruppi di discussione.

Come comunicare con la Generazione Z?

Tutti questi elementi distintivi determinano almeno 4 fattori imprescindibili da tenere in forte considerazione se si vuole avere una strategia di comunicazione efficace con questo specifico target.

  1. Stop con la comunicazione “top down”: bisogna dire necessariamente addio alla comunicazione dall’alto verso il basso. Questo tipo di strategia di marketing e comunicazione che poggia sul marketing tradizionale, ancora tanto utilizzata nel marketing aziendale e che tanto è amata da chi concepisce il marketing come una disciplina ferma agli ’80, non può più essere usata con questa tipologia di persone. Il paradigma “Io sono l’azienda e dico al consumatore quello che deve comprare (e pensare) senza alcun tipo di reciprocità e condivisione” è destinato definitivamente ad andare in soffitta, con buona pace di quelli che ancora si ostinano a non vedere che il mondo è cambiato. E, ahinoi, sono ancora in tanti.
  2. Trasparenza e autenticità: l’epoca dei bei slogan con dietro il nulla cosmico diventerà storia. Questa generazione non si ferma alla superficie e, anzi, è molto attenta alla veridicità dei messaggi che vengono veicolati. Va pertanto favorito il confronto continuo piuttosto che un atteggiamento impositivo. Attraverso uno scambio comunicativo alla pari si potranno giustificare anche errori o scelte sbagliate, senza perdere o rovinare la reputazione aziendale: vera moneta di scambio dei nostri tempi. Tutti possiamo sbagliare, l’importante è non nasconderlo o mistificarlo: questo deve essere il mantra.
  3. Piccolo è bello: la Generazione Z vede di buon occhio il piccolo produttore che, attraverso il digitale, ha la possibilità di raccontarsi ad un costo contenuto. I media tradizionali sono invece ancora appannaggio delle multinazionali o delle grandi aziende, le quali, va detto, vengono viste con maggiore diffidenza. Un modo per quest’ultime di uscire da questo cul-de-sac potrebbe essere quello di parlare della filiera. In breve, occorre far percepire che il grande è composto dal piccolo, e che quest’ultimo viene valorizzato e contribuisce alla costruzione di valore per l’azienda, per il consumatore e per la società.
  4. Sostenibilità: difficile non citare il fenomeno #fridayforfuture che vede milioni di ragazzi della Generazione Z (di cui Greta Thunberg è una riconosciuta autorevole esponente) scendere in piazza a manifestare. Un movimento portatore di un messaggio a difesa del clima, dell’ambiente e della sostenibilità produttiva. Questa generazione è assolutamente favorevole a tutto quel mondo che ruota attorno all’economia circolare e a concetti come <<naturale>>, <<organico>> e <<sostenibile>>.

Queste nuove leve appartenenti alla Generazione Z “sono intorno a noi, in mezzo a noi, in molti casi siamo noi…” e non possiamo fare finta che non sia così. Stanno arrivando.

Buona lettura.

Ivan Zorico

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