Prima allontanati, poi additati, ad un certo punto isolati adesso lodati è questo l’umore della RIPARTENZA quella che il World Health Organization ha promosso sui suoi canali social come ITALIANI; il popolo battagliero.
Dopo il Financial Times che dichiarò che la “dura lezione imparata dall’Italia durante l’esplosione della pandemia, ha consentito al Paese di tenere sotto controllo la seconda ondata” anche l’organizzazione mondiale della sanità si complimenta con il Bel Paese in un momento storico che lo vede resistere, mentre mezza Europa ricade nel baratro.
Disciplina e autorità rispettate durante la chiusura, oggi sono viste come un esempio. Siamo stati il primo paese occidentale ad essere stato pesantemente colpito dal covid 19 e oggi siamo riconosciuti come quelli che hanno “reagito con forza ribaltando la traiettoria dell’epidemia con una serie di misure basate sulla scienza”.
Ed ecco che i social testimonianza in questi mesi del “racconto” e della “tristezza” sono oggi testimonianza della forza di una comunità che rispettando le regole, può pensare a ripartire.
4 minuti di video diventato immediatamente virale subito dopo la pubblicazione, con circa 7000 visite dopo la prima ora.
Uno storytelling fatto di testimonianze degli esperti del comitato scientifico intervallate da momenti che NOI, che li abbiamo vissuti dalle quattro mura delle nostre case, li sentiamo come grandi fitte al cuore.
La zona rossa, Roma deserta, i focolai, i balconi, gli striscioni, il tricolore, e il papa che pregava per la città, per l’Italia per il mondo intero nell’abbraccio di Piazza San Pietro, nella stretta virtuale mediatica che ciascuno ha vissuto direttamente da casa propria.
Le nostre abitudine vanno cambiate, vanno cambiate ora. Dobbiamo rinunciare tutti a qualcosa per il bene dell’ITALIA e per questo #iorestoacasa” ancora riecheggiano le dure parole dell’annuncio del lockdown, ancora sono vive le interruzioni delle quotidiane conferenze stampa nella nostra mente, ancora distanziati non ci diamo più la mano mentre qualcosa dentro è cambiato.
Scopri il nuovo numero: #ripartItalia
Mai come ora, in questo settembre 2020, un numero come #ripartItalia sembra utile e necessario perché, mai come adesso, in questo nefasto anno bisestile, abbiamo bisogno di fare il punto sulle cose, su noi stessi, sui nostri obbiettivi e sulle nostre vite.
Siamo una BEST PRACTICE come si direbbe in gergo aziendale, osservata, imitata e attenzionata che si è unita per la profonda voglia di RIPARTIRE, di ritornare alle vecchie abitudini quelle proprie del nostro popolo, fatte di abbracci, di risate, di cene e pranzi abbondanti, di feste e di comunità. Essere stati in lockdown non è stato semplicemente un fermarsi, un arrestarsi, per noi popolo “caciarone” è stato l’esempio di come la propria identità può essere sottratta. Siamo sempre stati riconosciuti all’estero come il popolo dai toni alti della voce (oggi abbassati dalle mascherine) e dalle gestualità pronunciate (oggi senza strette di mano, né pacche sulla spalla).
La nostra primavera non c’è stata, abbiamo vissuto il cambiare delle stagioni dai balconi. La nostra estate è stata diversa, con un numero minore di persone ai matrimoni, con limitazione nei banchetti. Il nostro autunno ci vede speranzosi ma il nostro inverno ci spaventa.
Non possiamo nasconderlo, le città metropolitane rallentano i ritmi, si ricomincia a singhiozzi l’attività nelle aziende, lo smart working la fa da padrone, le scuole provano a ricominciare ma siamo frenati nei programmi, nelle pianificazioni, e ci chiediamo quando realmente finirà se davvero ci sarà una ripartenza a breve perché nel nostro cuore lo sappiamo che stiamo sul filo del rasoio e nuovamente mi torna in mente come già citato nel mio articolo in pieno lockdown, COME D’AUTUNNO SUGLI ALBERI LE FOGLIE…
La stagione è proprio questa. Cerchiamo con forza di aggrapparci alla positività perché ce l’abbiamo nel sangue, ce l’abbiamo nel cuore e vogliamo RIPARTIRE… o semplicemente vogliamo #ritornare a vivere.
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