Lifelong learning – L’editoriale di Raffaello Castellano

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Photo by Jonathan Borba on Unsplash
Raffaello CastellanoEra il 21 febbraio 2020 quando in Italia, nell’ospedale di Codogno nel lodigiano, veniva confermato il primo caso italiano “autoctono” di infezione da Coronavirus. Si chiamava Mattia Maestri e il suo contagio era stato scoperto qualche ora prima grazie all’anestesista Annalisa Malara che, rompendo i protocolli ministeriali, aveva chiesto un tampone per quel 38enne, atletico e in perfetta salute, che lottava contro una polmonite interstiziale, particolarmente aggressiva, apparentemente inspiegabile.
Mentre starete leggendo questo editoriale sarà da poco passato un anno da quella data che segnerà come in un incubo in time-lapse il succedersi caotico, confuso e drammatico della pandemia da Coronavirus che sconvolgerà irrimediabilmente le nostre vite.

Non so voi, ma se ripenso a quei giorni ho la straniante e nauseante sensazione di trovarmi in un loop temporale, mi sembra, allo stesso tempo, ieri eppure un secolo fa. Non so spiegare questa sensazione ambivalente, mi ritrovo spaesato e incastrato in un “eterno presente” come Bill Murray nel film Ricomincio da capo (Groundhog Day) del 1993, diretto da Harold Ramis.

Proprio come Phil Connors (il protagonista del film interpretato da Bill Murray), mi ritrovo mio malgrado a vivere un eterno presente dal quale non posso scappare né tantomeno sottrarmi.

Come me credo si sentano milioni di Italiani e tante altre persone nel mondo, la domanda allora che mi assilla è: come dovremmo impegnare questo surplus di tempo che, nostro malgrado, ci viene concesso da questo virus implacabile?

Potremmo, per tornare all’esempio del film citato, perseguire biechi interessi personali, anche criminali, oppure provare a migliorare noi stessi, aiutare il prossimo e, con ciò, migliorare il mondo attorno a noi?

Prima di rispondervi, fatemi fare un bilancio quanto più possibile “obbiettivo” dell’anno trascorso; partiamo dalle situazioni negative, così ci leviamo subito il pensiero.

Come ho detto più volte nei miei editoriali, sono un operatore culturale e questa rappresenta la mia attività principale, gestisco e coordino insieme a dei colleghi (anzi colleghe), un Laboratorio Urbano, una sorta di contenitore culturale che produce eventi e corsi di formazione di varia natura; ebbene, questa attività, come molte altre di questo comparto, come sapete è rimasta pressoché chiusa per gran parte dell’anno scorso e lo è anche adesso. Quindi dal Laboratorio non ho avuto nessuna entrata economica nel 2020.

Scopri il nuovo numero: Lifelong learning

In un mondo del lavoro in continua trasformazione, l’unica certezza che ci accompagnerà nei prossimi anni è che avremo sempre più bisogno di formazione. Solo attraverso la formazione continua saremo in grado di affrontare le sfide del futuro.

Però, al netto di questa unica, ma significativa perdita, l’anno scorso è stato contraddistinto da una serie di cose ed attività assai stimolanti.

Durante l’estate ho avuto la possibilità di lavorare come operatore presso un campo scuola con bambini dai 3 anni e mezzo fino ai 13, inutile dire quanto sia stata formativa per me questa esperienza: lavorare con i bambini è stato estenuante fisicamente, ma anche umanamente ed emotivamente costruttivo.

Poi, sempre nei mesi estivi e sempre con il Laboratorio, abbiamo partecipato ad un bando che prevedeva un piccolo finanziamento per riprendere e rimodulare le attività del Laboratorio stesso alla luce della crisi sanitaria. A novembre abbiamo appreso che il nostro progetto “Formare al futuro” è stato accolto e finanziato.

Foto di Charlotte May da Pexels.
Foto di Charlotte May da Pexels.

Sul versante Smart Marketing l’anno appena trascorso ed anche questo inizio 2021 sono stati molto positivi per una serie di ragioni: la prima è che finalmente e grazie alle varie videochat e aperitivi web si è creata, con tutta la redazione, una vera comunità, che, oltre a migliorare i rapporti e l’interazione umana, ha prodotto anche risultati in termini di articoli pubblicati, che hanno visto un aumento a doppia cifra. Io ad esempio sono passato da circa 30 a 65 articoli all’anno.

Quindi, per rispondere alla domanda di sopra e rimanendo sul piano personale, come ho impegnato questo surplus di tempo, oltre a raddoppiare la scrittura degli articoli?

Formazione, formazione e formazione è stato il mantra che mi sono ripetuto per tutto il 2020, ma anche in questo inizio d’anno.

Ho impegnato il mio tempo per cercare di diventare un professionista più preparato, un comunicatore più versatile, un collega più empatico, un amico più presente, insomma ho provato a diventare un essere umano migliore.

Innanzitutto ho partecipato ad almeno 3 corsi di formazione per l’aggiornamento professionale dei giornalisti, a 2 corsi di aggiornamento sui SEO e ad almeno una dozzina di webinar su varie tematiche legate allo storytelling, al marketing, alle nuove tecnologie, al cinema ed all’economia.

Grazie alla collaborazione con l’Associazione Italiana per l’Intelligenza Artificiale e Radio IT, la prima podcast radio italiana sull’IT, ho non solo istaurato una proficua partnership, ma anche aumentato notevolmente la mia dimestichezza con l’Intelligenza Artificiale, prima attraverso l’ascolto dei singoli podcast de “Alla scoperta dell’Intelligenza Artificiale”, poi attraverso la stesura di un articolo di accompagnamento per ognuno degli episodi del podcast che mi ha positivamente “costretto” ad ulteriori ricerche ed approfondimenti.

Photo by Annie Spratt on Unsplash.
Photo by Annie Spratt on Unsplash.

Infine la lettura: io sono già quello che, in Italia, si definisce un lettore forte, ogni anno leggo in media 14 -16 libri, quasi tutti saggi, ma il 2020 sono riuscito a leggere la bellezza di 25 saggi e 6 graphic novel per un totale di 6667 pagine. Un gran risultato che mi ha permesso di imparare tante cose nuove e scoprire un’infinità di mondi sconosciuti.

Ma, se avete avuto la pazienza di leggere fino a qui, la domanda che forse vi starete ponendo adesso è: Ma dove vuole andare a parare? Perché ci ha raccontato tutta questa po’ po’ di roba?

Beh, la risposta è semplice, la formazione per me l’anno scorso è stata sia una valvola di sfogo che una maniera di esorcizzare e controllare questo “eterno presente” dal quale mi sentivo e mi sento tuttora inghiottito. Potevo fare altro, ciondolare in casa, mangiare snack dolci e salati dalla mattina alla sera, giocare ai videogiochi come un ossesso, consumare porno come se non ci fosse un domani. Certo, anche queste appena elencate sono maniere di esorcizzare e controllare il tempo, e non le giudico, ma siccome, in passato, anche io le ho frequentate, posso dire che alla fine – grazie ad esse – non solo non avrete nessuno controllo sul tempo, ma nemmeno su voi stessi.

Alla fine non se ne esce, abbiamo, io credo, solo due maniere di affrontare la vita, questo specifico periodo e il surplus di tempo che ci è dato: o decidiamo di “perdere tempo” o decidiamo di “guadagnare conoscenza”.

Altre vie, almeno io, non ne vedo.

Migliorare noi stessi è un imperativo morale ed etico, prima che una necessità economica, dobbiamo evolverci, come sta facendo il coronavirus, diventare più bravi, più competenti, più professionali, più smart, diventare, passatemi il paragone, varianti più evolute di noi. E per fare questo la via migliore è la formazione, ecco perché è un tema che non solo preoccupa genitori ed insegnanti, ma è pure al centro del dibattito politico, alla base del recovery fund ed è il tema su quale abbiamo deciso di scommettere su questo numero di febbraio 2021, ad un anno esatto dall’inizio del nostro “eterno presente”.

Perché la formazione sarà nevralgica nella lotta contro il virus e nell’edificare il futuro con più consapevolezza. Ecco perché non dobbiamo mai ritenerci arrivati, ma dobbiamo migliorarci sempre, perché mai come adesso la battuta “gli esami non finiscono mai” acquista senso e pregnanza.

Foto da Pexels.
Foto da Pexels.

Perché la formazione, almeno quella autentica, come l’esperienza della vita non finisce mai, ecco perché abbiamo chiamato questo numero “Lifelong learning”.

Solo migliorandoci, aiutando gli altri ed impegnando costruttivamente il tempo che ci è dato, come imparerà Bill Murray, alias Phil Connors, nel film “Ricomincio da capo” si può o si potrà uscire da questo “eterno presente” senza spaventarci davanti alle nuove sfide che si pareranno davanti a noi e senza temere tutto questo surplus di tempo, che se ben impegnato potrà davvero “renderci migliori”.

Perché, se “andrà tutto bene” alla fine dipenderà dalle nostre decisioni e dalle nostre scelte, anche quelle in materia di formazione, quelle che abbiamo preso ieri e quelle che prenderemo adesso.

Perché se è vero che i proverbi popolari non sbagliano mai, perché nati dalla necessità e affinati dall’esperienza, dobbiamo credere a quello che già ci dicevano i nostri nonni e nonne:

“Impara l’arte e mettila da parte”

Buona formazione e buona lettura a tutti voi.

Raffaello Castellano

 

 

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