Per attrarre click e utenti è molto più facile puntare alla pancia delle persone, alle loro paure ed essere sensazionalistici, piuttosto che dare buone notizie. Non a caso un vecchio adagio giornalistico dice “Bad news is good news” (“Le cattive notizie sono buone notizie”).
Questa semplice regola è ampiamente usata e anche noi di Smart Marketing, ovviamente, ne eravamo a conoscenza. Per questo motivo possiamo essere considerati dei pazzi se, ormai da più di 7 anni, ci ostiniamo a pubblicare soluzioni e idee e non problemi e criticità, come invece in molti fanno. Si dice che per ogni problema ci sia una soluzione. Bene, noi ci vogliamo occupare di quest’ultima. Questa è la nostra linea editoriale ed è quello che, tra le varie altre cose, ci caratterizza.
E così capita che la notiziabilità di un fatto sia determinata dal suo aspetto più avverso piuttosto che da quello più premiante. Di casi da citare ce ne sarebbero tanti, basta aprire un qualsiasi giornale (online e non) o guardare un telegiornale per rendersi conto che la maggior parte delle notizie segue questa prassi.
Il caso di cui vi parlo in questo editoriale, e che si intreccia a doppio filo con l’argomento del mese (Lifelong learning), è certamente quello relativo agli effetti che la rivoluzione tecnologica avrà sul mondo del lavoro.
L’avrete sentito più di una volta: il digitale e le nuove tecnologie metteranno a rischio milioni di posti di lavoro. Ma quante volte, invece, avete sentito con la medesima forza che sempre il digitale ne creerà al contempo molti di più?
In questi casi è ricorrente rifarsi ai dati riportati dal World Economic Forum sul futuro del lavoro che, puntualmente, registra gli andamenti e gli scenari che caratterizzeranno il mondo del lavoro, anche alla luce delle enormi trasformazioni tecnologiche a cui stiamo assistendo ormai da diversi anni.
Nel report, è vero che viene riportata la perdita di posti di lavoro nei prossimi anni, ma anche che altri se ne potranno creare. Nella fattispecie si stima che entro il 2025, 85 milioni di posti di lavoro potrebbero essere persi e 97 milioni potrebbero generarsi.
Tornando al punto sollevato prima, mi concentrerei sui 97 milioni di nuovi posti (la buona notizia), piuttosto che sugli 85 milioni persi (la cattiva notizia, quella che danno tutti). E non perché non mi importa di quelle 85 milioni di persone. Nessuno vorrebbe che i posti di lavoro si perdessero, ma il fatto di non volere un qualcosa non significa automaticamente che non accada.
La quarta rivoluzione industriale è tra noi e non possiamo ignorarla. Fingere che non esista o che si possa fermarla è utopistico, oltre che sbagliato. E quindi cosa fare?
Il mondo cambia, il lavoro cambia e anche noi dobbiamo cambiare (approccio). Sino a non molti anni fa, le tappe della vita lavorativa erano lineari e semplici: conseguimento di un titolo di studio, ricerca e svolgimento di un lavoro, e infine la pensione.
Scopri il nuovo numero: Lifelong learning
In un mondo del lavoro in continua trasformazione, l’unica certezza che ci accompagnerà nei prossimi anni è che avremo sempre più bisogno di formazione. Solo attraverso la formazione continua saremo in grado di affrontare le sfide del futuro.
Oggi non è così. Le competenze necessitano di un continuo aggiornamento e saranno quelle, e solo quelle, le uniche in grado di renderci occupabili. Dovremo sviluppare competenze trasversali come pensiero critico e problem solving e dovremo confrontarci con professioni ad alto tasso di digitalizzazione.
La sfida, è inutile dirlo, non è delle più abbordabili. In Italia ci confrontiamo con ritardi storici sia dal punto di vista formativo e sia dal punto di vista della necessità di automatizzare i processi produttivi.
L’obiettivo di questo numero – Lifelong learning – è quello di far passare un messaggio: le sfide del futuro passano da una formazione costante che punti lo sguardo alle nuove tecnologie. D’altronde noi facciamo informazione, non urlata come detto, ma rivolta alla soluzione. E con questo numero vogliamo fare la nostra parte per ricercarla. Solo chi conosce può avere gli strumenti per interpretare il futuro.
In precedenza ho parlato di ciò che ci caratterizza: parlare degli aspetti positivi e delle opportunità. Un altro aspetto è senz’altro la trasversalità dei contenuti ed il pensiero laterale. Non a caso le nostre rubriche di Cinema e Libri sono tra le più seguite. In questo senso, abbiamo lanciato da un mese un nuovo progetto “Incontri ravvicinati”: un luogo virtuale in cui parlare di film, libri e serie Tv, attraverso la lente del marketing, della comunicazione e del business. Ogni sabato mattina (al momento questo è il giorno prescelto) siamo live sulla nostra pagina FB per parlare di quegli argomenti che, ormai da 7 anni, trattiamo con cura sulle pagine virtuali del nostro mensile. Raccogliamo tutte le puntate anche sul nostro canale YouTube, in questo modo puoi recuperarle facilmente. Vedrai che anche questo è un modo di fare formazione ed aggiornarsi.
Ivan Zorico
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