Intervista allo Chef Ivan Iurato per la sua iniziativa “Adotta un cuoco”, un prelibato kit per resistere alla crisi

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Tempi duri anche per uno dei settori che meglio ci rappresenta nel mondo: la cucina. E allora cosa fare quando i ristoranti sono chiusi, gli chef non possono più esprimere il proprio talento e i clienti non possono più gustare meravigliosi piatti gourmet? Lamentarsi o trovare un modo creativo per resistere? A noi piace di più la seconda opzione e anche allo Chef siciliano Ivan Iurato, che ha creato l’iniziativa “Adotta un cuoco”, per preparare in casa la pasta alla carrittera con prodotti eccellenti, vediamo con lui di cosa si tratta.

Prima di entrare nel vivo del tuo progetto “Adotta un cuoco” facciamo un salto nelle tue esperienze professionali e televisive, che in questo caso sono fortemente connesse. Ti sei laureato in Scienze politiche e poi hai cambiato rotta decidendo di partecipare al talent show dedicato alla cucina, MasterChef Italia. La tua passione e la tua umiltà ti hanno reso uno dei concorrenti più amati della seconda edizione e la conferma del tuo talento arriva anche con la partecipazione a MasterChef All Stars, spin-off di MasterChef dove in gara c’erano 16 tra i più bravi ex concorrenti. Oggi sei chef presso un ristorante nella tua terra, com’è nata questa passione per l’arte culinaria, diventata poi professione?

“All’inizio era soltanto un gioco, mi dilettavo a cucinare a casa per parenti e amici. Non avevo idea che la mia vita sarebbe cambiata radicalmente dopo la visione della prima stagione di MasterChef. All’epoca andava in chiaro su Cielo e la guardavo sempre con amici. Dopo la finale qualcuno mi disse “Perché non fai i casting? Cucini sempre per noi e i tuoi piatti sono deliziosi…”, così un po’ per scherzo, un po’ per gioco inviai la candidatura… e andò bene! Ho sempre adorato “giocare” in cucina sin da quando ero piccolo, i miei lavoravano spesso tutto il giorno e io mi divertivo parecchio da solo tra padelle e mestoli. Ovviamente tenendo a mente le operazioni che facevano in cucina sia la mia mamma che le mie nonne, le mie vere maestre. Facevo delle strepitose uova strapazzate! Ma mai avrei immaginato che quel mondo avrebbe rappresentato il mio futuro.”150915043_2294821867328624_3942285584896944728_o

Da un anno la pandemia ha bloccato le nostre vite e tra i settori più colpiti c’è quello della ristorazione, ma i momenti di crisi sono quelli che accendono l’ingegno e allora tu ti sei rimboccato le maniche e hai ideato il progetto “Adotta un cuoco”, in collaborazione con Ristorante Mannarino e Bottega 27, raccontaci cos’è.

“Adotta un cuoco è un’idea, un concetto abbastanza semplice se ci pensi: scegliere tutti gli ingredienti che sceglierebbe un cuoco nella sua cucina per un dato piatto e metterli a disposizione di tutti coloro che hanno voglia di sperimentare e assaggiare quella creazione. Spesso noi cuochi ci affidiamo ad una filiera piuttosto corta, in genere gli ingredienti che scelgo per i miei piatti sono propri del territorio (i prodotti contenuti nel box Adotta un cuoco, hanno un range massimo di 30 km da casa mia), quindi di scarsa reperibilità nel territorio nazionale.

Chi acquista il box non dà una mano solo al cuoco che in questo delicatissimo momento storico è costretto a non lavorare, ma anche a tutte quelle aziende che riforniscono il cuoco delle sue materie prime preferite. Così si dà una mano al cuoco ma anche alla filiera produttiva di cui lo chef era al vertice. Poi avendo dimestichezza con le telecamere è stato abbastanza semplice realizzare un video tutorial per spiegare bene a chi acquista il kit tutti i segreti di quel piatto in maniera da rendere la sua realizzazione alla portata di tutti. La speranza è che #adottauncuoco diventi virale senza il mio aiuto, che altri chef seguano questa idea e usino questo hashtag in maniera da replicare questa soluzione in tutti i territori italiani. Pensate di avere un kit del vostro cuoco preferito quando andate in vacanza in montagna e nel kit trovate tutto l’occorrente per un bel piatto di canederli! Bello, no?”

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A distanza da un anno dal primo lockdown, siamo ancora qui a confrontarci con chiusure più o meno generalizzate e con abitudini di vita e di lavoro che fatichiamo ancora a fare nostre. Ecco i nostri suggerimenti per la vostra remote life.

Il piatto del kit “Adotta un cuoco” è un tipico primo piatto della tua meravigliosa Sicilia, quanto è importante per te il legame con il territorio e le radici?

“Credo sia fondamentale per ogni cuoco, il rapporto con il territorio. Secondo me è uno dei compiti fondamentali di chi lavora in una data area geografica far conoscere la tradizione culinaria del posto. Se mi reco in Toscana, ad esempio, mi aspetto che i cuochi della zona mi stupiscano con piatti tipici del luogo, non vado a mangiare una cosa che posso mangiare in ogni parte del mondo, ma la particolarità e l’unicità che solo quel territorio ha da offrire. I limiti al momento sono dettati soltanto dai trasporti: ancora non ci siamo attrezzati con la spedizione di derrate alimentari fresche (che hanno dunque bisogno di un trasporto refrigerato), ma spero di trovare presto una soluzione.”120756416_2160919580718854_2889321443559975371_o

L’Italia è tra le regine della cucina mondiale, può essere questo un punto da dove ripartire per ricostruire insieme la nostra situazione socioeconomica terminata l’emergenza?

Assolutamente sì. La cosa più incredibile è che la cucina e tutto ciò che ci gira intorno è uno dei più alti motivi di fama e vanto dell’Italia a livello internazionale, ed è veramente triste pensare a quanto i cuochi siano scarsamente tutelati. Non esistono sindacati, non esistono troppe tutele per i lavoratori delle cucine. Personalmente non è solo questione di lavoro e di soldi, per una persona abituata a stare 12 ore in cucina può essere frustrante non lavorare e psicologicamente debilitante. La favola dello chef star poi è qualcosa di molto irrealistico, anche chef stellati sono spesso destinati a chiudere, soprattutto a causa della pandemia che ha cambiato completamente le nostre abitudini. Abbattere dunque le classiche pareti del ristorante e aprirsi al paese intero (e perché no al mondo) può essere un punto di partenza per una nuova idea di cucina, che allarghi gli orizzonti e che dia la possibilità sia ai cuochi che ai clienti di vivere l’Enogastronomia in maniera diversa.”

 

164362073_131155078949675_2729530152144912240_nIvan Iurato arriva alla cucina professionale dopo l’esperienza televisiva di MasterChef Italia, noto talent culinario, che lo vede protagonista della seconda stagione. Ivan ha nel suo bagaglio una laurea in scienze politiche e una forte passione per ogni cosa a cui si dedica.
Precedentemente impiegato in una grande multinazionale dell’elettronica, dopo MasterChef si dedica alla cucina con animo e corpo.
Gira l’Italia e l’estero, dapprima come aiuto cuoco sotto la guida di chef tra i più grandi della cucina italiana, successivamente inizia il percorso di grande responsabilità che lo porterà a diventare egli stesso chef tra i più apprezzati della Sicilia.
Il richiamo della tradizione culinaria sicula è forte, richiamo che Ivan riesce ad incastrare con le nuove filosofie culinarie: rispetto assoluto per la materia prima, cotture veloci che esaltano il gusto naturale degli ingredienti e una strizzatina d’occhio alle nuove tendenze mondiali come le tecniche di cucina molecolare.
L’elemento preferito resta il mare, la cucina di pesce viene esaltata, e pur rispettando le antiche tradizioni, si innova rendendo i vecchi piatti della nonna, preparazioni uniche che raccontano un territorio, quello di Ragusa, con grazia e rispetto.

 

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