12 aprile 1961: il primo passo dell’uomo verso la conquista dell’ultima frontiera, lo spazio

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Quell’aprile si incendiò

Al cielo mi donai

Gagarin figlio dell’umanità

E la terra restò giù

Più piccola che mai

Io la guardai non me lo perdonò

E l’azzurro si squarciò

Le stelle trovai lentiggini di Dio

Col mio viso sull’oblò

Io forse sognai

E ancora adesso io volo…

Sono queste le prime strofe della canzone “Gagarin” di Claudio Baglioni, pubblicata nell’album “Solo” del 1977. Il cantautore disse in un’intervista che si era ispirato all’articolo di un quotidiano che riportava alcune dichiarazioni del cosmonauta russo.

Il 12 aprile del 1961, 60 anni fa, in piena Guerra fredda, l’Unione Sovietica riesce nell’impresa di portare in orbita il primo uomo, Jurij Gagarin.

Gagarin era nato il 9 marzo 1934 nel villaggio russo di Klušino, nella provincia di Smolensk. Era un pilota dell’aviazione russa, con un curriculum ideale per le richieste dei responsabili del programma russo. Il padre era un falegname, e la mamma era contadina. Il primo cosmonauta della storia era sposato con una infermiera, Valentina, ed all’epoca del suo storico primo volo orbitale Jurij era padre di due figlie.

Fu questo l’ultimo schiaffo in faccia agli USA nella corsa allo spazio: la Russia aveva stravinto inanellando una serie di vittorie scientifiche, ma soprattutto politiche, che la propaganda seppe utilizzare al meglio per dimostrare la supremazia politica, sociale, economica e tecnologica del Comunismo sul Capitalismo occidentale e, in particolare, sugli Stati Uniti d’America.

L’URSS aveva infatti mandato nello spazio nell’ordine:

4 ottobre 1957 lo Sputnik 1, il primo satellite artificiale mandato in orbita intorno alla Terra;

3 novembre 1957 lo Sputnik 2, con a bordo il primo essere vivente lanciato nello spazio: si tratta della cagnolina Laika;

12 aprile del 1961, il Vostok 1 (in russo: “Oriente”), con a bordo, Jurij Gagarin, il primo uomo ed il primo essere umano nello spazio;

16 giugno 1963, il Vostok 6, con Valentina Tereškova, la prima donna nello spazio;

18 marzo 1965 il Voschod 2 (in russo “Alba”), con a bordo il cosmonauta Aleksej Archipovič Leonov, il primo essere umano a fare una passeggiata spaziale.

Insomma, la corsa allo spazio sembrava pressoché vinta dall’URSS, e fu allora che il presidente degli Stati Uniti John Kennedy e il vice presidente Johnson diedero una impressionante accelerata –  anche di fondi – ad un progetto che potesse catturare l’immaginazione collettiva, il Programma Apollo (concepito, come la NASA, dall’amministrazione guidata da Dwight Eisenhower) che, come dichiarò il presidente John Kennedy, durante una storica sessione congiunta al Congresso avvenuta il 25 maggio 1961, aveva l’obbiettivo di far “atterrare un uomo sulla Luna entro la fine del decennio”.

Ma la corsa allo spazio ed in particolare alla Luna furono soprattutto una prova di forza politica dei due blocchi contrapposti. A dimostrazione di questo, basti pensare che, nelle 17 missioni del Progetto Apollo (anche se ufficialmente furono 33),  anche se quest’ultimo programma stimolò progressi in molti settori delle scienze e delle tecnologie, tra cui avionica, informatica e telecomunicazioni, solo uno scienziato riuscì a mettere piede sulla Luna, il geologo Harrison Schmitt della missione Apollo 17, lanciata il 7 dicembre 1972 ed allunata il 11 dicembre e che chiuse, definitivamente, il Programma Apollo e l’interesse degli USA per la corsa al nostro satellite.

Il cosmonauta russo Jurij Gagarin, primo uomo nello spazio il 12 aprile 1961.
Il cosmonauta russo Jurij Gagarin, primo uomo nello spazio il 12 aprile 1961.

Oggi assistiamo all’interesse per Marte, sia da parte delle nazioni che dei privati, e lo spazio, e l’ignoto e l’avventura che rappresenta, stanno stimolando il progresso tecnologico e scientifico come poche altre sfide mai intraprese. La scienza, e quindi la conseguente cooperazione internazionale, sembra farla da padrone, anche se per adesso a dettare legge è ancora il cinema con tutta una serie di film che cercano di anticipare i sogni, le ansie, le problematiche e le possibili implicazioni filosofiche, psicologiche ed etiche di una colonizzazione spaziale che parta proprio dal pianeta rosso.

 

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