The next level of AI – L’editoriale di Raffaello Castellano

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Nell'immagine un robot umanoide si tocca la testa con la mano - Smart Marketing
Foto di Pete Linforth da Pixabay.

Raffaello Castellano direttore responsabile Smart MarketingSe vi dico la parola Intelligenza Artificiale, che cosa vi viene in mente?

Se siete nati negli anni ‘70 come me, le prime cose saranno quasi sicuramente Skynet, il Terminator ed Arnold Schwarzenegger, giusto?

Magari se siete nati negli anni ‘80 potreste aggiungere la multinazionale OCP, il super poliziotto RoboCop e Peter Weller.

Oppure, infine, sia che siate nati negli anni ‘70, ‘80 o ‘90 del secolo scorso, forse il film che più di tutti vi verrà in mente sarà “The Matrix” (qui trovate la mia recensione), diretto dagli allora fratelli Andy e Larry Wachowski, con uno strepitoso Keanu Reeves nel ruolo dell’eletto Neo e tre comprimari del calibro di Laurence Fishburne, Carrie-Anne Moss e Hugo Weaving.

Oppure, se siete dei cinefili più navigati, vi potrebbero venire in mente altri film come “2001 Odissea nello spazio” (1968), “Tron” (1982), “A.I. – Intelligenza artificiale” (2001) o “S1m0ne” (2002) (qui trovate un approfonimento su questo film).

Tutto questo per dire che quando si parla di Intelligenza Artificiale, così come avviene per tante altre cose, il nostro immaginario è prevalentemente cinematografico: come essere umani siamo geneticamente attratti sia dalle immagini che dalle storie, ed il cinema che le contiene e “racconta” ottimamente entrambe è il serbatoio privilegiato in cui andiamo a recuperare sogni, visioni, immaginari, così come pure incubi, distopie e apocalissi varie.

Una persona con cultura media, che abbia dai 25 ai 50 anni, ha quindi una visione ed una conoscenza prevalentemente cinematografica dell’Intelligenza Artificiale, che guarda caso è quasi sempre rappresentata cattiva, capricciosa, assassina o, quando va bene, manipolatoria.Nell'immagine un gruppo di Terminator T800 - Smart Marketing

In cuor nostro crediamo, senza volerlo ammettere, che quando le intelligenze artificiali diventeranno più “intelligenti” di quella umana, per noi sarà finita, nel migliore dei casi saremo trasformati in batterie umane immerse in una vasca e collegate ad una gigantesca simulazione virtuale (Matrix docet).

Invece i progressi dell’IA sono molto più sottili e pervasivi di quello che immaginiamo: le reti neurali che simulano le connessioni dei neuroni nei cervelli umani, il machine learning,  ossia l’apprendimento automatico, e il deep learning, l’apprendimento profondo, hanno permesso alle intelligenze artificiali negli ultimi 20-25 anni di diventare più efficienti e performanti di noi “umani” in svariati, ma specifici, campi o compiti.

Nessuno di noi (almeno la maggior parte) alla domanda posta in cima a questo editoriale avrebbe pensato a tre date: 10 febbraio 1996, 16 febbraio 2011 o 31 dicembre 2019, eppure per l’Intelligenza Artificiale sono date fondanti ed paradigmatiche.

Il 10 Febbraio 1996 il super computer Deep Blue dell’IBM sconfigge per la prima volta in una partita a scacchi l’allora campione mondiale di questo sport Garry Kasparov.

Il 16 Febbraio 2011 il super computer Watson, sempre dell’IBM, vince al quiz televisivo di cultura generale Jeopardy!, battendo i due campioni storici più forti di questo format, Brad Rutter e Ken Jennings.

Il 31 Dicembre 2019 BlueDot, una start-up con sede a Toronto, ha inviato il primo avviso di COVID-19 attraverso il suo sistema di allerta precoce per focolai di malattie basato sull’intelligenza artificiale che combina algoritmi, big data ed equazioni di epidemiologia matematica. Sarebbero passati altri sette giorni prima che l’Organizzazione Mondiale della Sanità annunciasse l’emergere di un nuovo coronavirus in Cina.

Nell'immagine il super computer Watson durante la sua partecipazione al quiz Jeopardy! nel Febbraio 2011 - Smart Marketing
Il super computer Watson durante la sua partecipazione al quiz Jeopardy! nel Febbraio 2011.

Tre date delle quali, forse escludendo la prima, sappiamo poco o nulla, eppure ci dimostrano che in alcuni specifici campi le macchine ci hanno già superato, senza, per questo, averci asservito e ridotti in schiavitù.

Questo numero di Smart Marketing con il quale festeggiamo il nostro 9° anno di vita è dedicato all’IA prossima ventura , ma anche a quella che già permea le nostre esistenze e della quale molto spesso neanche ci accorgiamo. L’idea ci è venuta grazie alla partecipazione, in qualità di media partner, all’AI WEEK Settimana Italiana dell’Intelligenza Artificiale, creata e promossa da Giacinto Fiore e Pasquale Viscanti, durante la quale chi scrive è stato anche moderatore di una bella tavola rotonda sul tema “L’Intelligenza Artificiale per il Marketing e la Vendita”, animata da grandi specialisti dell’AI come Maurizio Sanarico, Giorgio Vizzarri, Giovanni Bennato, Luca Rodolfi, Alessandro Antonucci, Max Brigida e Federico Neri.

Scopri il nuovo numero: “The next level of AI”

Le reti neurali, il machine learning e il deep learning, hanno permesso alle intelligenze artificiali negli ultimi 20-25 anni di diventare più efficienti e performanti di noi umani in svariati, ma specifici, campi o compiti. Saremo mai sostituiti dalle macchine?

In questo numero, insieme ai nostri contributor, vogliamo fare il punto sullo stato dell’arte dell’Intelligenza Artificiale attraverso alcune interviste a specialisti del settore, attraverso le serie TV a tema più discusse del momento e attraverso i nostri approfondimenti. Io e Ivan, inoltre, in accordo con AI WEEK, abbiamo ricontattato i partecipanti della tavola rotonda per sviluppare delle interviste più approfondite, che finiranno in una nuova rubrica che stiamo apportando; abbiamo cominciato con  Federico Neri, Specialist Director AI e Data di Deloitte Italia, e Max Brigida, Co-founder e CEO di AdaOnCloud.

Nell'immagine la Copertina d'Artista del 97° numero di Smart Marketing realizzata dall'artista Antonella Gall
La Copertina d’Artista del 97° numero di Smart Marketing realizzata dall’artista Antonella Gallo.

In ultimo permettetemi di parlarvi brevemente della bella ed evocativa Copertina d’Artista di questo numero, realizzata dalla talentuosa Antonella Gallo: si intitola “Diventerò un principe…”, l’artista ha centrato perfettamente il tema con un’immagine fortemente evocativa e suggestiva che ci fa sperare che, almeno per quanto riguarda la creatività artistica, le IA siano ancora lontane dalle capacità umane, anche se in questi mesi le realizzazioni di IA come Deep Dream, Midjourney e Dall.E 2 hanno fatto scendere qualche brivido lungo la schiena non solo agli artisti, ma a tutti gli appassionati di arte.

Buona lettura!
Raffaello Castellano

 

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