MNMLSM: Il podcast di Alessandro Mazzù che ci insegna l’equilibrio attraverso i precetti del minimalismo esistenziale.

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MNMLSM: Il podcast di Alessandro Mazzù che ci insegna l'equilibrio attraverso i precetti del minimalismo esistenziale.

Ci serve davvero tutto quello che possediamo?

Utilizziamo tutto quello che abbiamo nel nostro armadio?

E le app del nostro smartphone sono tutte utili?

È davvero indispensabile continuare a comprare scarpe, vestiti, telefoni, mobili e soprammobili?

E ancora, dobbiamo necessariamente sapere tutto, persino l’ultimo insignificante gossip?

Lavoriamo troppo o abbiamo l’agenda troppo piena di appuntamenti da non trovare più il tempo per noi stessi?

Trovare un equilibrio tra ciò che possediamo e ciò che continuiamo ad acquistare, il tempo dedicato al lavoro e allo svago o ai nostri rapporti interpersonali, il tempo passato sui social e le esperienze della vita reale, non è facile, soprattutto in questo particolare periodo storico.

La logica del consumismo ci vorrebbe pronti ad acquistare tutto ciò che viene prodotto ed immesso sul mercato innescando bisogni sempre più complessi da soddisfare, così come ci vorrebbe sempre produttivi ed efficienti, sempre informati, ma anche sempre più stressati se non raggiungiamo determinati standard ed obiettivi, se non abbiamo potuto comprare l’ultimo smartphone alla moda, se non possediamo quel paio di scarpe indossato dalla nota fashion influencer.

Ma esiste un’altra vita possibile? Una vita in cui non siamo rappresentati da ciò che indossiamo, compriamo, utilizziamo, o da quanto lavoriamo, una vita più semplice con meno confusione e meno oggetti da gestire, una vita in cui “Less is more”?

Se state cercando un nuovo equilibrio interiore che elimini tutto ciò che è superfluo per dare spazio alle cose veramente importanti, allora è il caso che ascoltiate il podcast realizzato da Alessandro Mazzù, dedicato al minimalismo esistenziale, in cui il noto consulente di web marketring e formatore ci spiega in brevi puntate come adottare i principi del minimalismo nella vita quotidiana per vivere in equilibrio con sé stessi, allontanando tutto ciò che crea distrazione dalle cose essenziali.

Gli argomenti presi in esame dal podcast sono vari ed abbracciano quasi tutti gli aspetti della quotidianità, a cominciare dalla spiegazione di cos’è il minimalismo esistenziale e di come è possibile applicarlo in casa, al lavoro, nei rapporti interpersonali, nel modo di approcciarsi alla vita in generale ed all’ambiente che ci circonda, quello più prossimo in cui viviamo, ma anche quello che con i nostri comportamenti poco consapevoli costantemente inquiniamo, per poi passare a dare dei consigli pratici sul “decluttering” (inteso non solo come l’esercizio di sgombrare e riordinare eliminando oggetti inutili per fare più spazio ed ordine), sul come organizzare i propri spazi materiali (dall’armadio alla scrivania dell’ufficio) e virtuali (dal desktop del nostro pc alle app dello smartphone), a come selezionare le informazioni che costantemente e spesso inconsapevolmente riceviamo tra social network, internet e notiziari di vario genere.

Ma è davvero così facile rinunciare a tutto questo per abbracciare una logica di vita più semplice e più autentica?

Come in ogni cambio di paradigma, a qualcuno verrà più naturale, per altri sarà più complicato, di certo, come ci insegna Alessandro Mazzù, abbracciare le logiche minimaliste dovrebbe servire a farci stare meglio, a trovare un nuovo equilibrio in cui siamo noi a scegliere il nostro stile di vita e gli oggetti che vale la pena salvare dal decluttering e non farci dominare, come spesso accade, da questi ultimi, diventando schiavi della nostra casa, del lavoro, dell’auto, dello smartphone e degli acquisti inutili, a maggior ragione se questi sono fatti per compensare bisogni emotivi e mancanze affettive.

Nel corso delle minimali puntate (della durata di 3 minuti circa) sentiremo spesso dire che il minimalismo è libertà, perché liberarci di tanti oggetti inutili ci aiuta a vivere un’esistenza più libera e leggera dando valore a ciò che riteniamo importante per noi, e per noi soltanto, perché i precetti del minimalismo non ci dicono quali oggetti dobbiamo buttare o che tipo di acquisti fare: questa valutazione è solo nostra, siamo noi a decidere cos’è superfluo e cos’è essenziale per noi stessi, con tutta la libertà del caso.

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Se è vero che siamo animali sociali, è pur vero che abbiamo esigenze individuali. La società – la collettività – ha i suoi movimenti, i suoi tempi. E noi, come singoli, dobbiamo cercare di trovare il nostro spazio. Non troppo ai margini per non sentirci isolati, non troppo esposti per non sentirci travolti.

In fondo, se ci si sente insoddisfatti di come si sta conducendo la propria vita, se si sente di essere sommersi di oggetti inutili, se si viene sopraffatti dal caos interiore, forse sarebbe il caso di approcciarci al minimalismo esistenziale anche per salvaguardare l’ambiente e ridurre la nostra impronta ecologica.

Prima di imbattermi in questo podcast, credevo di condurre un’esistenza abbastanza minimalista, visto che per natura non amo i fronzoli di ogni genere (dai soprammobili ai finti convenevoli), che sono votata (ormai da molti anni) al consumo critico e consapevole e che non sono poi una maniaca dello shopping.

Nonostante questo, ho imparato che il minimalismo non si ferma allo shopping compulsivo o all’ordine e la pulizia della casa, ma riguarda il modo di essere e approcciarsi alla vita, è un ordine anche mentale e non solo fisico; il mio desktop del computer è incasinato così come l’agenda degli appuntamenti e il lavoro di cui mi sovraccarico costantemente, lamentandomi (altrettanto costantemente) di non avere tempo per dedicarmi come vorrei alla famiglia e agli amici.

Le circa 140 puntate (ad oggi) del podcast ci indicano la via per una vita più essenziale, ma sta a noi decidere di cambiare, il minimalismo è ciò di più lontano dalla costrizione, in cui ognuno deve trovare la sua personale motivazione e i tempi in cui attuare il cambiamento.

Forse non sarò ancora pronta a rinunciare ai tanti libri acquistati e mai letti o alle tante paia di scarpe (opportunamente stipate sugli scaffali del mio ripostiglio), del resto il mio armadio è ben lontano dall’essere un “capsule wardrobe”, ma ritengo che sia necessario in questo particolare periodo storico, in cui l’emergenza climatica pone l’accento su inquinamento e scarsità delle risorse, sforzarsi per rendere il mondo un posto più sostenibile.

Gli acquisti di impulso, come i tanti capi di abbigliamento acquistati e mai indossati, gli inutili souvenir finiti poi in qualche cassetto, oltre a sottrarci tempo e denaro, a lungo andare non fanno altro che produrre rifiuti e sprechi, sia al momento dell’acquisto (pensate all’impatto ambientale per produrre un qualsiasi bene che non useremo mai e non potrà essere utile a nessuno), sia nel caso in cui decidiamo di disfarcene quando potrebbe essere tranquillamente utilizzato da altri, se solo lo donassimo o pensassimo di rivenderlo.

E se proprio non riusciamo a liberarci del superfluo? Almeno sforziamoci di comprare meno oggetti, perché, come recita Mazzù, “ricorda che puoi vivere meglio con molto meno”.

Hai letto fino qui? Allora questi contenuti devono essere davvero interessanti!

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