LudicaMente – L’editoriale di Ivan Zorico

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LudicaMente - L'editoriale di Ivan Zorico

Ma te li ricordi i regoli

Quei mattoncini colorati riposti in una scatola, spesso con manico, che ti portavi allegramente a scuola e ai quali devi l’accesso al magico mondo dell’aritmetica?

Bene, io, quei mattoncini, li ricordo molto bene. Tanto è il tempo che ci ho passato a giocarci e a comprendere le sottrazioni, le addizioni e così via. Blu il 9, bianco l’1, Giallo il 5, e così via… li ricordo tutti. Li ho usati per fare i conti, come costruzioni, come lettere. 

Averli tra le mani ti permetteva di prendere confidenza con la materia, immagazzinarne il significato e di farlo proprio. Non so se questo strumento venga ancora utilizzato o se ormai è solo un ricordo dei diversamente giovani come me, soppiantato da chissà quale altra modalità di apprendimento, ma proprio i regoli mi hanno dato lo spunto per ricordare, prima a me stesso, quanto sia importante la componente gioco, divertimento e leggerezza nell’apprendimento e, più in generale, in tutto ciò che facciamo.

Dico ricordare perché crescendo ci dimentichiamo di quanto sia stato fondamentale il gioco nel nostro sviluppo, rinnegando i benefici che porta con sé. Per dirla in altri termini, con gli anni ci convinciamo che se non si soffre non ci si impegna abbastanza. E questo vale nello studio, nel lavoro, etc.. Invece, ora più che mai, riscoprire le opportunità del gioco e del divertimento ci darebbe dei grandi vantaggi.

Facciamo qualche esempio.

Parliamo di informazione. Dare una notizia in modo standard porta a dei risultati standard che oggi il più delle volte potremmo definire non esaltanti. Immersi come siamo nel flusso di informazioni, siamo diventati “ciechi”. Le notizie ci passano davanti, anzi ci scorrono davanti senza che davvero le guardiamo. Ma se quella stessa notizia l’agganciamo ad un meme, a qualcosa di divertente, a qualcosa che ci strappa un sorriso, allora vedremo un cambiamento. Le persone saranno maggiormente portate a fermarsi, a leggere ed, eventualmente, anche ad approfondire. 

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Il gioco è uno dei modi più efficaci per imparare. Pratiche come la gamification e i serious game hanno dato nuovo vigore e nuovo senso a tutta la formazione, offline e online, soprattutto dopo la pandemia che ci ha costretto a reinventare e riscoprire le pratiche e i benefici del gioco. Gioco, che rappresenta la prima forma di apprendimento.

Parliamo di formazione. Qui giochiamo, appunto, in casa. Il gioco è la prima forma di apprendimento. E allora perché non giocare con noi stessi per migliorare le nostre prestazioni? Ad esempio, porci degli obiettivi/ricompense, tipo salire di livello, ad ogni tot di pagine studiate, non aiuterebbe il nostro compito? Simulare dinamiche aziendali con giochi di ruolo, non faciliterebbe il riconoscimento di punti di forza e di debolezza di un team in un clima certamente più sereno ed aperto? 

Parliamo di crescita personale. Il cambiamento non è mai istantaneo e necessita di un percorso a volte anche lungo. La costanza è certamente una nostra grande alleata, così come lo sono le abitudini positive. Ma come possiamo costruire un processo in grado di portarci alla nostra meta? Unire un’azione ad un momento ludico, che può essere anche ascoltare della musica o fare una passeggiata, può aiutarci a cementare un dato comportamento. 

Questi 3 esempi ci danno un po’ il termometro di quanto il gioco può offrirci, se solo riuscissimo a recuperare quell’atteggiamento di apertura che da piccoli abbiamo innato e che crescendo, come detto, tendiamo a dimenticare. In tal senso, tra l’altro, è bene ricordare ciò che diceva George Bernard Shaw: “L’uomo non smette di giocare perché invecchia, ma invecchia perché smette di giocare”.

Buona lettura,

Ivan Zorico

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