L’editoria italiana: un’industria in salute, ma con prospettive incerte

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L’editoria italiana: un'industria in salute, ma con prospettive incerte

I dati dell’ultimo rapporto pubblicato dall’Associazione Italiana Editori (AIE) sullo stato dell’editoria in Italia mi hanno sorpreso.

L’editoria italiana nel 2023 è la prima industria culturale del Paese con un giro d’affari (valore del venduto) pari a 3,439 miliardi di euro, stabile rispetto all’anno precedente (+1,1%). Il valore della spesa dei lettori è superiore a quello dei consumatori per le pay tv, a quello per la tv in chiaro (canone tv), videogiochi, musica e cinema. Le vendite del mercato trade, compresi e-book e audiolibri e libri a stampa venduti in canali come saloni, festival e punti di vendita minori, sono state nel 2023 pari a 1.913 milioni di euro. Inoltre, gli oltre 3 miliardi di euro (3.439 milioni) di venduto nel 2023 attestano l’editoria italiana come quarta in Europa – dietro a Germania, Regno Unito e Francia – e sesta nel mondo.

Numeri che sono frutto di una fervente produzione. 

Nel 2023 sono stati pubblicati in Italia 85.192 titoli di libri a stampa. La crescita della proposta annuale – triplicati rispetto al 1988 – si accompagna all’ampliamento del catalogo vivo, oggi pari a 1,5 milioni di titoli, grazie alle possibilità fornite dal commercio elettronico di rispondere a una domanda sempre più frammentata e varia. Degli oltre 85 mila titoli pubblicati nel 2023 (di cui 13 mila autopubblicati), 69 mila sono di editoria trade, 3.400 sono testi scolastici. A questi numeri vanno aggiunti quelli della produzione digitale.

Il catalogo degli e-book è oggi pari a 619 mila titoli, 32 mila di questi disponibili in versione accessibile a persone cieche e ipovedenti certificata da Fondazione LIA – Libri Italiani Accessibili. Gli e-book prodotti nel 2023 sono 38.400, nel 60% dei casi si tratta della versione digitale delle novità pubblicate a stampa. Inoltre, si registra una crescita importante dei diritti di traduzione venduti all’estero: 1.800 nel 2001, 7.838 nel 2023. Tutti questi numeri trovano riscontro in 70mila addetti del mondo del libro, compreso l’indotto, oltre tremila librerie sul territorio nazionale, 5.308 editori attivi.

Ma se il 2023 sorride, il 2024 fatica un po’ a carburare.

Il mercato trade dei primi sei mesi del 2024 è in calo dello 0,1% rispetto al 2023, con vendite pari a 675,8 milioni di euro. Le copie vendute sono pari a 46,1 milioni, in calo di 0,9 milioni rispetto all’anno precedente ma in crescita di 6,7 milioni rispetto al 2019. 

“L’editoria italiana, dopo il balzo avvenuto nel 2021, fatica a crescere ancora e anzi, se consideriamo l’inflazione, perde terreno. È in calo anche il numero di copie vendute. Sono segnali preoccupanti per un Paese che non ha una vera politica organica per il libro e per la lettura e che anzi, negli ultimi due anni, ha visto venir meno risorse pubbliche a sostegno del settore per almeno 100 milioni” denuncia il presidente dell’AIE Innocenzo Cipolletta. “L’editoria ha dimostrato in questi anni solidità e capacità di rinnovamento, uscendo rafforzata dalla crisi del Covid. Senza politiche industriali organiche e di lunga prospettiva, oggi rischiamo di perdere la sfida dell’innovazione rispetto a cambi epocali come quello imposto dall’intelligenza artificiale. Nell’anno in cui siamo Paese Ospite, torniamo a essere un esempio per gli altri Paesi europei”.

 

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