Gli “scazzi” della cittadina pugliese che non vuole essere Hollywood

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Nell'immagine una scena della miniserie “Avetrana - Qui non è Hollywood” - Smart Marketing

Era sicuramente fra le serie più attese di questo 2024, una serie che mischiava mistero, casi giudiziari, crime raccontando il tragico assasinio di una quindicenne in un piccolo paesino della provincia italiana.

Una miniserie di 4 puntate che era stata presentata in anteprima alla 19ª edizione della Festa del Cinema di Roma, appena conclusasi, riscuotendo entusiastici giudizi di critica e pubblico. 

Insomma gli ingredienti per il successo c’erano tutti, ed infatti la serie era pronta a debuttare sulla piattaforma Disney+ il 25 ottobre scorso, ma così non è stato.

E probabilmente questa serie, che tra l’altro vedeva la regia del bitontino Pippo Mezzapesa e un cast eterogeneo fatto di ottimi attori come Vanessa Scalera, Paolo De Vita e Imma Villa insieme a giovani promesse come la camaleontica Giulia Perulli e Federica Pala, non sarà più trasmessa. O almeno non per il momento.

Come forse avrete capito sto parlando di “Avetrana – Qui non è Hollywood”,  che racconta il delitto di Avetrana del 26 agosto 2010 prendendo le mosse dal libro inchiesta “Sarah. La ragazza di Avetrana” del 2020 di Carmine Gazzanni e Flavia Piccinni.

Ma poi, a pochi giorni dalla messa in onda, è arrivato la sospensione del Tribunale Civile di Taranto, chiesta dal Sindaco di Avetrana Antonio Iezzi, che voleva addirittura una cancellazione dello show o quantomeno una rettifica che avesse del tutto eliminato “Avetrana” dal titolo.

La serie, secondo il primo cittadino, alimenterebbe i pregiudizi, mai sopiti nei 14 anni trascorsi dal delitto, che descrive la cittadina pugliese e la sua comunità come violenta, criminale e omertosa.

Mah, personalmente non credo che l’azione legale intrapresa dal sindaco andrà nella direzione sperata: il giudice ha fissato l’udienza di comparizione delle parti per il 5 novembre e quindi attendiamo la sentenza, ma questo caso non ha precedenti, e credo che il giudice dovrà tenerne conto.

Cosa avrebbero dovuto fare allora città come Napoli che, seguendo questa logica di censura preventiva, avrebbe dovuto fare causa ad almeno un centinaio di produzioni, o peggio ancora a metropoli come New York o Los Angeles che avrebbero potuto citare in giudizio Hollywood almeno un migliaio di volte?

Alla fine l’azione legale intrapresa dal sindaco di Avetrana, anch’essa un’operazione fondata sul pregiudizio, visto che chiede una cancellazione sul mero presupposto di un titolo senza aver visionato la serie, finirà con l’ottenere il risultato opposto, regalando ancora più visibilità e pubblicità ad una serie che già aveva aveva riscosso grande attenzione quando era stata annunciata.

“Avetrana – Qui non è Hollywood”, dunque, si appresta a diventare un caso senza precedenti per le produzioni italiane, oltre che la serie più attesa di questa nuova stagione di programmazione, con buona pace di tutti quelli che continuano a “giudicare” un libro dalla copertina, uno spettacolo dal manifesto e un film dal titolo.

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