Dal boom di ChatGPT alle sfide future: come cambia il mondo del lavoro con l’intelligenza artificiale generativa?

0
29
Dal boom di ChatGPT alle sfide future: come cambia il mondo del lavoro con l’intelligenza artificiale generativa?

Più o meno due anni fa (fine novembre 2022) OpenAI ha lanciato ChatGPT, l’intelligenza artificiale generativa più conosciuta e, forse, anche la più usata.

Una vera e proprio rivoluzione.

Da subito c’è stato un grandissimo hype: tutti si sono messi a parlare di AI (anche quelli che si sono sempre occupati di tutt’altro). E questa attenzione, nel corso del tempo, non si è affatto ridotta. Anzi. Molte infatti sono state le manifestazioni di giubilo, espresse in larga parte sulla piazza di LinkedIn, di chi si affannava a decantarne le nuove opportunità (tante, non c’è che dire) e i possibili utilizzi. L’AI è stata spesso raccontata e rappresentata come la panacea di tutti i mali, salvo poi rendersi conto che l’intelligenza artificiale generativa resta pur sempre uno strumento che, seppur potente, tale rimane. È la persona, il pensiero, dietro la macchina a fare la differenza: la qualità dell’output generato dall’AI dipende dalla qualità dell’input che le diamo.

Ma tutti i cambiamenti portano in dote anche un certo grado di scetticismo, diffidenza e, a volte, vere e proprie paure. E quelli riguardanti l’intelligenza artificiale generativa non fanno eccezione. A distanza di un anno dalla sua comparsa pubblica, una ricerca dell’Osservatorio Artificial Intelligence della School of Management del Politecnico di Milano ha rilevato che il 73% degli intervistati ha timore riguardo gli impatti dell’intelligenza artificiale sul mondo del lavoro e il 19% della popolazione è addirittura contrario al suo ingresso in ambito lavorativo.

Timori ovviamente rimasti inascoltati: il mondo del lavoro è già cambiato.

Così come non si può fermare l’acqua con le mani, non si può fermare il progresso solo rinnegandolo. Quello che si può fare, invece, è provare a conoscerlo, comprenderlo e cavalcarlo per quanto possibile. Ignorarlo, o fingere che non ci sia, non è un’opzione.

E la recente ricerca “Nuovi modi di lavorare: ruoli e competenze nell’era dell’IA Generativa” realizzata da Gi Group Holding, ODM Consulting e in collaborazione con Microsoft Italia, ne è assoluta conferma. Si legge: “il numero di annunci con menzione specifica all’IA Generativa nei primi 6 mesi del 2024 su LinkedIn aumenta di 2,5 volte rispetto al dato del 2023 (+246%), mentre quelli relativi all’IA aumentano solo di 1,5 volte (+150%)”.

Emerge quindi l’importanza di una formazione tecnica, ma non solo. Condivisione dei dati e spirito critico da parte delle persone, sono fondamentali.

Perché, come detto, l’AI generativa crea risposte. Ma la capacità di fare le domande giuste, e nelle giuste modalità, resta questione umana. Croce e delizia.

 

Hai qualche riflessione da condividere? Scrivimi nei commenti. Rispondo sempre.
Rimaniamo in contatto su LinkedIn, troverai contenuti su comunicazione, digitale e crescita personalewww.linkedin.com/in/ivanzorico

Hai letto fino qui? Allora questi contenuti devono essere davvero interessanti!

Iscriviti per restare in contatto con Smart Marketing. Senza perderti nulla!

Non inviamo spam! Leggi la nostra Informativa sulla privacy per avere maggiori informazioni.