Luca De Filippo: l’ultimo erede (o quasi) di una grande famiglia

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la-grande-magia-luca-de-filippo-foto-di-tommaso-lepera0Luca De Filippo, figlio di Eduardo De Filippo, è stato l’ultimo erede di una grande famiglia, insieme al cugino Luigi,  figlio di Peppino. L’ultimo autentico erede della tradizione napoletana capace di portare la sua verve non solo nel repertorio classico ma anche in quello contemporaneo conducendo una vita nel teatro, con il teatro, per il teatro. Figlio del grande Eduardo, ha portato in giro per l’Italia la grande tradizione commediografa di cotanto padre, ma non si è mai scordato di essere anche nipote di Peppino; così come Luigi non si è mai scordato di essere nipote di Eduardo; ed entrambi non si sono mai scordati di essere nipoti di Titina. Sia Luca che Luigi sono stati consapevoli fin dagli inizi della loro carriera, di essere dei privilegiati, di non aver certo dovuto vivere gli stenti che hanno dovuto passare Eduardo, Peppino e Titina per sbarcare il lunario.

Quando Luca nacque, nel 1948, Eduardo era già Eduardo, grande interprete teatrale, ma anche affermata star del cinema. Luca, ha dovuto quindi, convivere con un enorme eredità artistica, ma è riuscito ad emergere ed a creare una sua personalissima arte teatrale, ancorata al passato glorioso della sua famiglia di origine, ma comunque al passo con i tempi odierni. Nel suo repertorio non solo Eduardo, ma anche Moliére e Pirandello. La storia d’amore di Luca De Filippo con il palcoscenico è iniziata prestissimo: a soli sette anni il padre lo fece recitare nel ruolo di Peppeniello nella commedia Miseria e nobiltà del nonno Eduardo Scarpetta.de-filippo

Nel giro di poco tempo Luca perse la mamma e la sorella Luisella,  la bambina aveva solo dieci anni. Un’infanzia, dunque, tutt’altro che fortunata. A dodici anni si ritrova solo con un padre anziano, all’epoca Eduardo aveva 60 anni, e in un’intervista di pochi anni fa raccontava: “Mi portava alle pomeridiane e mi scriveva delle particine per tenermi con sé in scena. Ricordo per esempio un Sabato domenica e lunedì. Nel primo atto portavo la spesa a donna Rosa che preparava il ragù. Lei mi domandava come distinguevo le diverse liste di cibo sul foglio se non sapevo leggere. La mia battuta era: ‘Faccio i disegni, donna Rosa un fiore, il signore accanto le corna perché sua moglie lo tradisce”. Cose così, di cui non è rimasta traccia nei testi ufficiali”.

Il vero debutto teatrale è a vent’anni con Il figlio di Pulcinella. Usa uno pseudonimo, Luca Della Porta, perché teme di apparire “raccomandato”. Col padre lavora sia in teatro che in tv in varie commedie eduardiane, Filumena Marturano,Non ti pago, Il sindaco del rione Sanità, Napoli milionaria!, De Pretore Vincenzo, Le bugie con le gambe lunghe, Uomo e galantuomo, Natale in casa Cupiello, Gli esami non finiscono mai, Le voci di dentro, Sik-Sik l’artefice magico, Gennareniello, e ancora Dolore sotto chiave, Quei figuri di tanti anni fa, Ditegli sempre di sì, Chi è cchiù felice e me, il pirandelliano Berretto a sonagli e in alcune commedie di Eduardo e Vincenzo Scarpetta (‘O tuono ‘e marzo, Na santarella, Tre cazune fortunate).

125718133-bcdea7d4-058c-4844-a109-5165f345e8afNel 1981, quando il padre si ritira, prende in mano la sua compagnia, cambiandogli il nome in  “La compagnia di teatro di Luca De Filippo”, con cui affronta buona parte delle commedie paterne e degli Scarpetta: dirige e interpreta Uomo e galantuomo, Non ti pago, Il contratto, Penziere mieje (recital di poesie di Eduardo in parte musicate da Antonio Sinagra), Ditegli sempre di sì (la sola regia) e L’Arte della commedia.

Non solo testi di famiglia, ma anche testi classici come l’opera di Pasquale Altavilla ‘A fortuna e Pulicinella e il Don Giovanni di Molière e nel 1990 dirige Il piacere dell’onestà di Pirandello. Non solo teatro per Luca De Filippo, ma anche cinema d’autore, su tutti l’interpretazione al fianco di Sophia Loren in “Sabato, domenica e lunedì”(1989) di Lina Wertmuller; e il ruolo del padre di Silvio Muccino nel film di Gabriele Muccino, Come te nessuno mai. Il suo ultimo ruolo, nel film di Gianfranco Cabiddu La stoffa dei sogni è proprio di quest’anno, omaggio alla commedia napoletana con la storia di una modesta compagnia di teatranti che naufraga con dei pericolosi camorristi sulle coste dell’Asinara, isola-carcere del Mediterraneo.

Uscito pochi mesi prima della sua morte è un film inusuale, alto, interessante. Gli ultimissimi anni di vita sono stati frenetici: nel 2010 ha ricevuto il Premio De Sica come migliore attore teatrale, anno in cui ritorna alla regia con lo spettacolo Le bugie con le gambe lunghe di Eduardo, nel ruolo del protagonista. L’inizio del 2015 si apre con il prestigioso incarico di dirigere la Scuola di Recitazione del Teatro Stabile di Napoli – Teatro Nazionale, per continuare poi con l’allestimento di “Non ti pago”, che avrebbe girato le sale teatrali italiani dall’ottobre 2015 fino all’aprile dell’anno successivo. Iniziata la tournée, Luca appare sempre più affaticato, finché la malattia non gli dà scampo, non potendo più continuare la sua tournée, ma dando addio non solo alla scena, ma anche alla vita, in un’uggiosa giornata di fine novembre.LUCA DE Filippo

Con la sua morte è chiaro che si chiude un periodo, un’era culturale. Di Luca rimane il suo gran cuore, il suo impegno civile nei confronti dei più bisognosi, e qui vorrei chiudere con una commovente testimonianza del padre Eduardo, che pochi mesi prima di morire, nel 1984, lodava il figlio, e l’amore smodato e incondizionato che provava per lui, per l’erede più puro e autentico del suo patrimonio teatrale:

« Senza mio figlio forse io… scusate… me ne sarei andato all’altro mondo tanti anni fa. E io debbo a lui il resto della mia vita. Lui ha contraccambiato in pieno. Scusate se io faccio questo discorso e parlo di mio figlio. Non ne ho mai parlato! Si è presentato da sé. È venuto dalla gavetta, dal niente, sotto… il gelo delle mie abitudini teatrali. »

(Eduardo De Filippo, al XXX Convegno dell’Istituto del Dramma italiano a Taormina, 15 settembre 1984)

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