Ivan Zorico (348)
Sono anni difficili. Dal 2008 il mondo occidentale (e non solo) non riesce a trovare pace. In meno di dieci anni abbiamo vissuto tutte le modalità di Crisi esistenti: finanziarie, politiche, identitarie e umanitarie.
Tanto è stato scritto sulla crisi finanziaria del 2007/2008: un virus partito dagli Stati Uniti che si è propagato sino in Europa, mettendo praticamente in ginocchio le economie del vecchio continente. Quando poi si pensava di aver messo alle spalle questo momento, ecco che nel 2010/2011, abbiamo dovuto fare i conti con la crisi dei debiti sovrani che, tra le altre cose, ha portato al cambio di governo italiano, con un Berlusconi “abdicante” (travolto dal peso di uno spread BTP-BUND che aveva superato di gran lunga la quota di 500 punti, in favore di Mario Monti.
Le crisi finanziarie sono quindi andate a braccetto con le crisi politiche. L’anno scorso è stato monopolizzato da Tsipras ed il rischio Grexit. Tanto e forte è stato l’interesse mediatico, che abbiamo infatti imparato più cose sulla Grecia, e sui suoi conti pubblici, di quanto mai potremmo conoscere sul nostro Paese (per nostro comune menefreghismo, ovviamente).
Queste crisi hanno prodotto poi (“inconsapevolmente”) una sterminata crisi identitaria, tutta occidentale. I giovani che in questo decennio si sono affacciati al mondo del lavoro carichi di speranze, e magari dopo anni di studi, hanno trovato un mondo arido, deserto e meschino. Regole cambiate, situazioni contrattuali imbarazzanti e stipendi ridicoli, hanno portato un’intera generazione (e si rischia di intaccarne anche delle altre) a non avere più fiducia nel futuro e a traghettare la fase adolescenziale nell’età adulta. Ci troviamo a fare i conti con schiere di trentenni e trentacinquenni costretti a dover stazionare ancora nella casa natale perché non in grado di autosostenersi. La frustrazione, determinata dall’impossibilità di maturare e di dare corso alle proprie aspettative, è il sentimento più diffuso.
In ultimo, la crisi umanitaria. Da anni le nostre coste sono viste come l’accesso ad un terra libera da guerre e vessazioni. Milioni di persone lasciano i propri paesi d’origine in cerca non tanto di ricchezza, ma di un tetto che non cada sulle loro teste, e su quelle dei propri cari, perché bersagliato dalle bombe. Su di loro si fa propaganda, si fanno strumentalizzazioni e si fanno anche dei gran belli affari. Da crisi umanitaria, si salta in un attimo a crisi d’umanità.
Ed oggi con cosa dobbiamo fare i conti?
Ancora crisi economiche/finanziarie: con lo scandalo di Banca Marche, Banca popolare dell’Etruria e del Lazio, Cassa di risparmio di Ferrara e CariChieti, a tenere banco.
E poi, la paura dell’invasione migratoria, sta portando molti stati europei a ripensare alla libera circolazione delle persone promossa dal trattato di Schengen: se davvero si dovesse procedere in questa direzione, verrebbe meno, a mio dire, l’idea stessa di Europa Unita.
In ultimo, un altro momento di altissima tristezza intellettuale, umana e civili: il caso delle unioni civili. È stato approvato proprio in questi giorni il disegno di legge Cirinnà, in maniera depotenziata dall’impianto di legge iniziale e con anche un’accezione infamatoria. Sostanzialmente agli omosessuali non è concessa l’adozione dei figli dei partner e, inoltre, si è determinato per legge il non obbligo di fedeltà all’interno del rapporto. Come se l’obbligo di fedeltà, poi, si potesse stabilire per legge.
Vi ho raccontato uno scenario nefasto; ne sono consapevole. Vi ho abituato a leggere sempre in chiave positiva i fatti del momento, a trovare sempre i risvolti più vantaggiosi ed a coglierne le opportunità. Ma no, non sono cambiato. Questa volta ho voluto solo raccontare criticamente la realtà, non per indurre allo sconforto, ma per esortare all’azione. In fondo queste cose succedono perché tutti noi le facciamo succedere. Quando abbiamo il potere di decidere, ad esempio nelle cabine elettorali, ricordiamoci di tutto. Cerchiamo di essere incisivi, anche nelle piccole scelte quotidiane. Ecco: la proattività deve essere il nostro motore. Solo così saremo in grado di influenzare il corso degli eventi. E se questo non significa essere positivi….