E’ attualmente in discussione alla Camera con prima firmataria la senatrice Rosa Maria Di Giorgi, il disegno di legge riguardante il riordino del sistema cinematografico italiano, su proposta del Sindacato dei critici cinematografici italiani (SNCCI), l’Ordine che tutela la dignità professionale e gli interessi culturali della categoria. In particolare, quello che è davvero rilevante nella proposta di legge, è la sezione riguardante l’introduzione dell’insegnamento dell’Arte cinematografica nelle scuole medie superiori, per porre così, finalmente fine, ad un inspiegabile oblìo dell’insegnamento del cinema come materia scolastica vera e propria. Tutto ciò, considerato anche l’enorme patrimonio cinematografico di cui gode il nostro paese, fatto di capolavori del genere e di autori e attori che hanno fatto scuola nel mondo. In particolare in un passo del disegno di legge, si esplicita particolare riferimento al cinema italiano e in secondo piano alle correnti cinematografiche straniere.
L’ SNCCI, che ha redatto e supportato la realizzazione del disegno di legge, propone che venga finalmente avviato a soluzione, il problema, mai seriamente e organicamente affrontato, dei rapporti tra il Cinema e la Scuola, avendo cura, in primo luogo, di armonizzare le esigenze didattiche e la formazione culturale di cui il cinema può essere tramite nella Scuola stessa, oltre che nell’intera società. Dovrebbe essere evidente che l’entrata del Cinema nella Scuola può, anzi, deve avvenire in modi differenziati: non solo per evitare il ripetersi degli errori fatti a suo tempo quando si volle portare la musica nella Scuola; ma anche e soprattutto perché la didattica cinematografica (l’educazione alla “lettura” dell’immagina audiovisiva, la conoscenza multipla della cultura filmica e delle sue implicazioni con il sociale) non è riducibile a un’unica tipologia: la didattica cinematografica più adatta a un liceo classico non è identica a quella più adatta a un liceo scientifico o a una scuola tecnica.
D’altra parte occorre anche ricordare che la Scuola stessa può migliorare la propria offerta didattica, e così tenere il passo con le nuove esigenze formative emergenti nelle dinamiche sociali, soltanto se sa riconoscere come propria “materia” tutti quei nuovi linguaggi, quelle nuove forme di espressione artistico-culturali, quelle nuove fonti conoscitive che, quando sono bene finalizzate e bene utilizzate, possono contribuire allo sviluppo della coscienza critica dei singoli e della collettività, quindi a un rafforzamento della vita democratica, ed educare finalmente l’adolescente a conoscere approfonditamente un patrimonio culturale, quale quello cinematografico, che, specialmente in Italia, non è secondo a nessun’altra Arte del passato.