Ivan Zorico (348)
Anche quest’anno, puntuale come sempre, ecco arrivare la fine dell’anno. Il cosiddetto “tempo dei bilanci”. Come da consuetudine, in questo periodo, si sprecano articoli e servizi giornalistici che ci propongono il meglio ed il peggio dell’anno appena passato, in tutti i campi della vita sociale. E quindi giù con i servizi che raccontano l’anno politico: Brexit, l’elezione di Trump come Presidente USA, la caduta del governo Renzi, la morte di Fidel Castro; o che parlano di gossip, o, ancora, delle tante morti eccellenti del campo della musica e dell’arte. E chissà quanti ancora, per tutti i gusti. Noi, e non poteva essere altrimenti, vi proponiamo un viaggio tra social network che ci hanno fatto compagnia.
Ma, come scrissi un anno fa, noi tutti abbiamo due vite: una sociale ed una personale.
Se quindi tanto si sta dicendo sulla vita sociale, credo che in questo caso sia opportuno soffermarci sull’altra. Quella più importante e che ci riguarda direttamente. La nostra di vita, in sostanza.
365 giorni sono tanti e, di cose, ne sono successe. Momenti felici e momenti tristi. Progetti messi in cantiere, o accantonati in attesa di tempi migliori, e progetti portati a termine. Progetti che, delle volte, prendono il nome di “desideri” e di “sogni”. Quelli che, in definitiva, ci regalano la gioia di vivere.
Ma tutto ciò, salvo straordinarie eccezioni, non accade per caso. Per arrivare a vivere quel singolo giorno chiamato “soddisfazione”, bisogna necessariamente passare dai tanti precedenti chiamati, a seconda delle circostanze, “impegno”, “fatica” e “perseveranza”.
E, come sappiamo, non è un percorso facile. Tante sono le distrazioni e gli impedimenti (di varia natura) che, di volta in volta, si frappongono tra noi e ciò che desideriamo ottenere. A mio parere, per raggiungere gli obiettivi che ci prefissiamo, o a cui semplicemente tendiamo, occorre avere tre punti fermi: avere le idee chiare, essere determinati ed avere la capacità di vedersi e proiettarsi nel futuro. I primi due ci servono per sapere sempre cosa vogliamo, mentre, il terzo punto, ci serve per immaginare noi stessi a termine del percorso intrapreso. Avere ben rappresentata nella nostra mente l’idea di un “se stesso” realizzato, ci darà la forza per continuare a migliorarci e ad inseguire con entusiasmo i nostri sogni.
Come potrete vedere, vi ho parlato di futuro e non di passato. Di prospettive e non di recriminazioni.
Questo è il mio augurio. Proiettiamoci nel nuovo anno con tutta la forza che abbiamo, impegnandoci a fare davvero esperienza del nostro vissuto, non rinnegando niente, e puntando diritti alla nostra felicità. Non una felicità uniformata, ma la nostra.
Buon anno a tutti e buona lettura.
Ivan Zorico