Raffaello Castellano (533)
Una donna androgina, ma estremamente sensuale ci osserva dalla Copertina d’Artista di questo numero del nostro magazine. È una strana figura di donna, ricorda, e molto, le prostitute dalla bellezza cruda e livida dipinte da Egon Schiele. Ravvisiamo la stessa poetica: donne intense, altere, sicure di sé, ritratti connotati da una profonda indagine psicologica, un nudo asciutto e quasi tagliente.
Dappertutto aleggia un erotismo che pare sotteso, appena accennato, bisbigliato quasi, eppure potente e travolgente nei suoi effetti. Non usciamo indenni dall’incontro con questa donna, il suo guardarci, che pare diretto, in realtà ci attraversa, ci perfora; siamo attratti, avvinti e sedotti da questa figura ed allo stesso tempo anche intimoriti da tanto crudo candore, da tanta spudorata carnalità.
Ma quando ci riprendiamo dal primo incontro, così come avviene anche negli incontri della vita vera, ed osserviamo più attentamente l’oggetto del nostro desiderio, pian-piano cogliamo altri particolari. Uno fra tutti scopriamo che sul petto di questa donna, proprio quando comincia la curva del seno, si trova un cuore palpitante. Questo particolare che dovrebbe conturbarci ancora di più,ed assestarci il definitivo colpo di grazia, in realtà calma i nostri bollori e le nostre intemperanze riconciliandoci con questa donna, questo incontro e noi stessi.
Questa donna, Andrea è il suo nome, dalla sessualità disinibita, ma mai urlata, elegante, signorile, cattura il nostro interesse e noi non possiamo fare altro che guardarla sperando che, prima o poi si accorga di noi, e ci venga incontro. Opera quanto mai indovinata per il tema di questo mese del nostro magazine che, come d’abitudine è “Simply the Best”. Andrea, passionale e altera allo stesso tempo, coglie appieno lo spirito del tempo e la voglia di riscatto di tutte quelle donne che, nonostante ingiustizie sociali, religiose e femminicidi, non smettono mai di ammaliare, sedurre e amare questi esseri imperfetti chiamati uomini.
Non sappiamo, e come potremmo, quali sentimenti, quali ossessioni e quali inquietudini abbiano accompagnato l’artista Domenico Ruccia mentre realizzava quest’opera, anzi mentre plasmava sulla carta questa donna dal nome “Andrea”, l’unica cosa che possiamo fare è ringraziarlo per questa sorta di “dissonanza armonica”, questa tensione erotica esistenziale, che riesce ad infondere nelle sue opere, che smettono di essere solo belle per diventare esercizi di critica sociale.
Domenico Ruccia (classe 1986), nato a Terlizzi (BA), ha studiato pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Bari. Nel 2016 svolge un periodo di studi all’estero in Croazia, presso l’Accademia di Belle Arti di Zagabria, dove l’incontro con la docente di Belle Arti, Ksenija Turčić, lo sprona a sperimentare registri, tecniche e stili diversi.
La sua ricerca, partita dal figurativo, vive e attraversa, nell’ultimo periodo, fasi di profonda sperimentazione. Il suo soggetto preferito è la natura umana e le sue molteplici sfaccettature, della quale esplora fisicità, sentimenti, paure e ambizioni, così come sono percepite ed amplificate nel nostro tempo.
Lavora come artista visuale ed illustratore, partecipando a diverse mostre ed eventi culturali in Italia ed all’estero; quest’anno le sue illustrazioni sono state esposte alla Brick Lane Gallery di Londra.
Mostre recenti:
2016
“La pittura, ovunque”, Mostra di arte contemporanea dell’Accademia di belle arti di Bari, Convento di Santa Chiara, Mola di Bari (Bari);
“Works on paper”, Mostra di arte contemporanea, Brick Lane Gallery, Londra (Regno Unito);
“Esibizione annuale studentesca”, Mostra di arte contemporanea, Accademia di belle arti, Zagabria (Croazia);
2015
“Distorsioni Visive”, Mostra di arte contemporanea, Palazzo de Mari, Acquaviva delle Fonti (Bari);
“Saperi & Sapori”, Mostra di arte contemporanea, Castello baronale di Valenzano (Bari);
2014
“Saperi & Sapori”, Mostra di arte contemporanea, Castello baronale di Valenzano (Bari).