Editoriale Febbraio 2017 – Ivan Zorico

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 Ivan ZoricoQuesti primi mesi del 2017 sono stati fortemente segnati dalla politica o, per meglio dire, dagli uomini politici. Uno in particolare, Donald Trump (Presidente degli USA), ha catalizzato l’attenzione dei media (tradizionali e non) con una serie di dichiarazioni e decisioni alquanto discutibili. In serie: la costruzione di una cinta muraria al confine con il Messico, la costituzione di una “lista nera” contenente 7 paesi islamici, “tweet impazziti” ed affermazioni non proprio esatte (per usare un eufemismo), come quella che avrebbe visto la Svezia essere vittima di un attentato terroristico, poche ore prima del suo intervento.

Ma a fare da contraltare, oltre a grandi manifestazioni di massa a favore dell’immigrazione, vista come portatrice sana di progresso, multiculturalismo e base fondante dei valori statunitensi, si sono eretti anche i grandi colossi hi-tech e multinazionali. Tutte Corporate che hanno fatto proprio dell’integrazione e dell’apertura globale, il loro punto di forza. Google, Facebook, Apple e Starbucks hanno quindi preso una ferma posizione, in totale disaccordo con quanto promosso dall’amministrazione Trump.

Così Mark Zuckerberg ha scritto su Facebook: “Se non ci fossero stati gli immigrati in Usa non ci sarebbe stata questa grande nazione con la sua forza economica, politica e sociale”.

Tim Cook di Apple, dal canto suo, ha dichiarato: “Apple non esisterebbe senza l’immigrazione, per non parlare della crescita ed il nostro modo di innovare”. So che tanti di voi sono profondamente preoccupati per l’ordine esecutivo emesso ieri che limita l’immigrazione da molti paesi a maggioranza musulmana. Condivido le vostre preoccupazioni: non è una politica che sosteniamo”.

Google ha deciso di donare 4 milioni di dollari a favore degli immigrati e dei rifugiati colpiti dalle politiche dell’amministrazione Trump, attraverso il finanziamento di quattro organizzazioni umanitarie.

Infine, Starbucks, ha dichiarato la volontà di assumere diecimila immigrati in tutto il mondo nei prossimi 5 anni, partendo proprio dagli USA.

Queste grandi Compagnie, con queste tipologie di azioni, hanno pertanto dimostrato di essere capaci oltre che di “governare” le nostre vite, di modificare le nostre abitudini e comportamenti, anche di potersi frapporre a scelte populiste come lo “stop all’immigrazione”, promosso da Trump.

Insomma, oggigiorno, i grandi della Terra sono certamente loro. Ed è proprio a loro che dedichiamo il nostro numero.

Buona lettura.

Ivan Zorico

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