Il recente report e-tourism 2018 ha un titolo già di per sé molto eloquente, e triste per chi si occupa di comunicazione e di digitale,“cresce il turismo in Italia, nonostante l’offerta digitale inadeguata”. Nella ricerca, elaborata da BEM Research, è stata analizzata l’offerta turistica digitale del nostro paese e confrontata con quella delle altre mete internazionali. In particolare l’analisi è stata focalizzata su quanto l’offerta museale sia al passo con l’evoluzione digitale e sono stati individuati i musei o le aree archeologiche con le migliori prestazioni online.
Non parliamo soltanto dell’esistenza di siti web (che oggigiorno dovrebbe essere ovvia e indiscutibile, ma purtroppo non sempre lo è) ma anche e soprattutto di app dedicate, di attività sui social network, di completezza di informazioni su siti e portali, di prestazioni e usabilità anche da mobile, visto che spesso le informazioni in viaggio vengono ricercate da smartphone.
Sul podio, con le migliori prestazioni online del nostro paese, troviamo il Museo Egizio di Torino, la Valle dei Templi di Agrigento e il Cenacolo Vinciano di Milano.
Ciò che rattrista è leggere che rispetto al report e-turism 2017, da un punto di vista digitale, in Italia si è registrato addirittura un peggioramento; si va indietro invece di crescere, di innovare, di migliorare. Il nord del nostro paese ha delle prestazioni più alte rispetto al centro e al sud, ma ciò che preoccupa maggiormente è che il distacco è ancora notevole nel confronto internazionale. Abbiamo ancora molto da imparare dai francesi, ad esempio, visto che la Torre Eiffel evidenzia prestazioni digitali ben più alte del migliore sito storico-artistico italiano. Tra i migliori esempi europei abbiamo poi la Torre di Londra e subito dopo il Museo del Prado di Madrid.
Insomma la strada è ancora lunga e in un mondo come quello del digitale, in cui non si è mai davvero al passo con i tempi, e in cui cambiamenti e innovazioni vanno a ritmi velocissimi, non essere nemmeno mediamente in linea con il resto dell’Europa è un gran peccato.
Fortunatamente continuiamo ad attrarre il turismo internazionale perché, si sa, l’Italia è il Bel paese, il suo patrimonio storico-culturale ha un fascino speciale, i suoi borghi suggestivi incantano, ogni regione con le sue particolarità lascia a bocca aperta e le nostre specialità culinarie conquistano anche i palati più esigenti. Tutto questo avviene senza troppi sforzi, senza attività push o pull. Siamo qui, accogliamo i turisti, non li invitiamo poi così tanto, né cerchiamo di attirarli davvero o rendere più semplice la pianificazione del loro viaggio in Italia. Nonostante tutto, il trend turistico è in crescita, soprattutto parlando di turisti provenienti dall’Unione Europea.
Secondo le statistiche della Banca d’Italia, infatti, nel 2017 i visitatori che hanno scelto l’Italia dall’estero sono stati quasi 91 milioni; 5 milioni in più rispetto al 2016 e 14 milioni in più rispetto al 2011.
Quindi qual è il problema?
Perché preoccuparci del divario digitale? O dell’offerta minore rispetto alla Francia, all’Inghilterra; delle informazioni scarse; dei siti non tradotti in varie lingue e con informazioni minime e poco invitanti se l’Italia, poi, viene scelta a prescindere per le vacanze? La risposta è che non possiamo né dobbiamo accontentarci del solo potenziale.
Proviamo a immaginare, quindi, i benefici che potremmo avere con un miglioramento della nostra offerta digitale.
Sicuramente un ulteriore incremento del turismo, ma anche turisti di maggiore qualità – come lo stesso report e-turism sottolinea – che non si soffermerebbero solo sulle solite principali attrazioni. Turisti che, avendo a disposizione maggiori informazioni e stimoli, deciderebbero di soffermarsi di più sul territorio, di prolungare i propri percorsi, trasformando il tipico turismo mordi e fuggi, che ad oggi è prevalente, in turismo più approfondito, interessato, attento e con maggiori risvolti economici per il nostro paese.
Osservando Google e le ricerche effettuate sull’Italia come destinazione turistica, sappiamo che il trend di ricerca, e dunque l’interesse nei confronti del nostro paese, è crescente. La domanda da porsi, però, è se i risultati di tali ricerche sono in grado di soddisfare chi la sta effettuando e convincerlo a prendere una decisione successiva e di valore, come prenotare un volo o un treno e pianificare una vacanza in quel determinato luogo.
Ad oggi il nord Italia risulta la zona maggiormente scelta dai turisti stranieri (nel 2017 il 68% degli stranieri ha scelto il Nord, il 21% il Centro e il 10% il Mezzogiorno) ma anche più dinamica sul web. Sarà anche più semplice da raggiungere, ma non può non sorgere il dubbio che risulti digitalmente “più accogliente o invitante”, viste le bellezze indiscutibili che caratterizzano anche centro e sud Italia.
Il report e-turism non è il solo ad evidenziare le difficoltà digitali della nostra offerta. Anche l’Osservatorio Innovazione Digitale nei Beni e Attività Culturali del Politecnico di Milano ha rilevato recentemente che il 27% dei quasi 5.000 musei italiani non offre alcun servizio digitale di supporto ai visitatori, ma quel che è peggio è che non è presente nemmeno online con un sito web o un account social. Soltanto pochi permettono di acquistare biglietti online e timidamente si inizia a vedere una crescita dell’uso dei social media, per lo più Facebook, Twitter e Instagram.
Purtroppo si guarda ancora al digitale con sospetto, a volte additandolo come una minaccia invece che una grande opportunità.
E’ anche vero che mancano le competenze e spesso anche le risorse, ma come dimostrano anche alcuni casi nel nostro paese, chi si lancia nell’innovazione viene premiato dall’utenza subito entusiasta e dai risultati nel tempo.
Basterebbe poco per una svolta, per la valorizzazione del nostro paese e delle sue risorse. Puntare sul digitale è oggi sicuramente la scelta vincente. Il punto di partenza? Mettersi nei panni del turista e offrire ciò di cui ha bisogno. L’evoluzione dell’offerta turistica non può non vedere il web come tappa obbligatoria.
La pianificazione di un viaggio oggi avviene in modo totalmente diverso rispetto a un tempo. In pochi si affidano ad agenzie e tour operator, dunque le informazioni vengono ricercate in prima persona su portali turistici, siti come Tripadvisor o tramite semplici ricerche su Google. Sono processi facili da ricostruire e da prevedere grazie agli strumenti messi a disposizione da Google stesso o da piattaforme per l’analisi delle conversazioni online. Basterebbe, ad esempio, osservare quali informazioni vengono cercate maggiormente per sviluppare una strategia che miri a rispondere in modo specifico, ad esempio con siti aggiornati, guide gratuite scaricabili, app o servizi personalizzati.
Anche la promozione di luoghi e itinerari sui social network diventa oggi fondamentale. Quante volte facciamo una ricerca su Instagram invece che su Google per vedere com’è una determinata destinazione? Sappiamo che lì troveremo foto con una migliore qualità o scattate da fotografi e blogger, che magari ci rimanderanno a blog con articoli e informazioni preziose per la pianificazione delle nostre vacanze.
Oggi i travel blogger sono diventati dei punti di riferimento, purtroppo molto più degli enti per il turismo, pro loco e uffici informazioni; ed è un peccato, perché se è vero che il punto di vista del blogger è quello del turista come te (ma un turista informato, che ti consiglia itinerari e chicche sul territorio), troppo spesso, soprattutto al sud Italia, i canali ufficiali non sono adeguati o aggiornati e scarseggiano di informazioni e servizi importanti per il turista.
Nell’Italia che vorrei, invece, c’è una combinazione di un po’ di tutto e con le giuste proporzioni: c’è un paese che attira per le sue bellezze e la capacità di mostrarle, valorizzarle e di essere competitivo nel panorama internazionale. C’è anche tanto digitale nei piani di marketing turistico di ogni regione, senza ostilità o paura nei confronti dell’innovazione ma con una strategia ben studiata fatta di analisi, pianificazione e azioni. Ci sono informazioni realmente utili e pensate per rispondere alle esigenze di chi sta pianificando o vivendo una vacanza nel nostro territorio. Tutto ciò non necessariamente delegando questo ruolo solo a figure esterne come blogger, che sono il giusto completamento di una strategia di comunicazione che funziona; ma che non possono sostituire o sopperire alla mancanza delle informazioni ufficiali.
In altre parole l’innovazione digitale nel turismo è diventata un must e chi si occupa di promozione territoriale e culturale non può fingere di non rendersi conto che le decisioni oggi vengono prese online e che il turista è ormai decisamente 2.0.