È stato un rientro “strano” quello da quest’estate 2018, mentre scrivo questo editoriale (27 settembre), il sole, il caldo e soprattutto il dolce far niente, non vogliono ancora abbandonarci, anzi, sembra siano ancora più insediati dentro di noi.
Eppure il mondo intorno a noi ha acquisito un ritmo tutto nuovo, una marcia in più, una spiccata velocità. Innanzitutto sono riaperte le scuole, molte piccole e medie imprese hanno riaperto i cancelli, sono cambiati i palinsesti televisivi, gli orari dei negozi, le giornate si sono accorciate e il buio arriva prima, perfino il Governo “pare” essersi svegliato ed infatti questi sono i giorni cruciali per l’approvazione del DEF (Documento di Economia e Finanza), che tanto sta spaventando i mercati e l’Unione Europea.
Insomma tutto intorno a noi gira più velocemente e, diciamolo, caoticamente, tanto da farci venire voglia di abbandonare le nostre scrivanie e i nostri lavori per tornare di nuovo in spiaggia sotto l’ombrellone o in montagna per una nuova escursione.
A dispetto di chi dice che non esistono più le stagioni e le mezze stagioni, noi che intanto siamo tornati al lavoro, a scuola, a casa, alle nostre vecchie routine, noi sì che lo avvertiamo il cambio di stagione. Il mondo intorno a noi ha ricominciato a correre e noi stentiamo, non dico a raggiungerlo, ma addirittura a ripartire. Siamo fermi al palo, con i doveri e gli impegni che ci sovrastano e la nostra mente ancora in vacanza.
Ma c’è una cosa che voglio dirvi: questo disagio, questa sottile ansia che si fa strada dentro di noi, questa stanchezza cronica che ci è caduta addosso, come una vecchia coperta, insieme ai primi malanni di stagione, non sono una punizione per la nostra estate brava, non appartengono solo a noi ed inoltre, sono del tutto normali.
Anche se il tempo, il calendario, le stagioni stesse sono, in definitiva, delle convenzioni che ci siamo dati per organizzare la nostre vite, in realtà, quando sono state create, i nostri antenati hanno osservato ed imparato dalla natura. Il Sole per primo ci ha educato, regolando, attraverso gli ormoni, i nostri cicli circadiani di sonno e veglia, proprio sulle 24 ore. Il freddo, il caldo, la luce irradiata dal Sole, le fasi lunari, le maree, hanno condizionato i primi inventori dei calendari astronomici, che cercavano, solo, il periodo migliore per la semina ed il raccolto.
Insomma, benché noi “moderni umani 3.0”, perennemente collegati ad internet e chinati senza speranza sui nostri innumerevoli schermi sempre accesi di giorno e di notte, anche noi siamo esseri viventi, apparteniamo a questa Terra e sottostiamo alle regole inventate da Madre Natura, molto prima che Steve Jobs, Bill Gates, Mark Zuckerberg e compagnia bella, ne inventassero di nuove espressamente per noi.
Quindi, se in ufficio ancora non riusciamo a recuperare il passo che avevamo prima delle vacanze, se stentiamo ad alzarci presto la mattina e a addormentarci altrettanto presto la sera, se siamo ancora un po’ svampiti, assonati e svogliati, non facciamone una tragedia; tempo due settimane ed il nostro corpo e la nostra mente, si saranno abituati al cambio di ritmo e noi torneremo alle nostre solite routine.
Ma, senza voler scimmiottare un manuale di self – help, voglio darvi almeno un consiglio, non prima di avervi fatto una domanda: chi l’ha detto che tornare alle vecchie routine sia la cosa migliore per noi?
Noi dovremmo abbracciare questo torpore autunnale, dovremmo ringraziare per quest’ansia di stagione, dovremmo amare questa partenza ritardata, perché il nostro corpo, prima della nostra mente, sa cosa è giusto per noi e forse il suo rallentare è una strategia per indurci a riflettere sulle nostre scelte, sulle nostre priorità, sulla nostra vita. Noi potremmo pure sbagliare, ma il nostro corpo di certo non sbaglia.
Lo aveva già detto Friedrich Nietzsche:
“Vi è più ragione nel tuo corpo che nella tua migliore saggezza”.
E dopo aver riflettuto? Ecco il momento del consiglio: approfittate di questa incertezza che vi pervade e provate a fare cose nuove per dare una “sveglia diversa” alla vostra vita. Iscrivetevi ad un corso di cucina, se non siete mai stati in grado di cucinare neanche due uova al tegamino, voi pigri andate in palestra ed uscite più spesso, voi iperattivi leggete un libro e rimanete a casa, voi paurosi fate pirobazia o paracadutismo. Insomma, approfittate del momento presente, del qui ed ora, per imboccare e sperimentare tutti quei sentieri e quei bivi che vi siete lasciati alle spalle, perché ciò che davvero ci frena, e non per due o tre settimane, è l’essere legati ed affezionati, senza speranza, alle nostre routine, alle nostre zone di comfort.
Se vogliamo che il nostro Paese riparta veramente, per primi dobbiamo cambiare noi, non importa se passo, strada, itinerario, purché si cambi, perché se continueremo a fare le solite cose, otterremo i soliti risultati.
Buona vita e buona lettura a tutti voi.