Simply the Best – L’editoriale di Raffaello Castellano

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Raffaello CastellanoAnche questo 2018 volge al termine.

Ma che anno è stato?

Sicuramente il 2018 è stato un anno molto ricco di eventi dal punto di vista tecnologico.

Eventi non sempre positivi, ed infatti i problemi di sicurezza dei nostri dati sugli account social, soprattutto di Facebook (che nonostante la crisi resta il primo social al mondo per utenti), prima con il Russiagate, poi con lo scandalo di Cambridge Analytica, hanno creato una piccola ondata di disaffezione degli utenti, con conseguente chiusura degli account non solo di questa piattaforma, ma anche di altre.

È stato l’anno del gaming, il mercato dei videogiochi è la prima fonte di intrattenimento del mondo. Secondo le stime il fatturato del comparto raggiungerà quest’anno i 137,9 miliardi di dollari, con un incremento del 13,3% sul 2017, numeri incredibili se paragonati ad altri settori dell’entertainment come il cinema, che si fermerà a 42 miliardi di dollari, e la musica, che arriverà solo a 36 miliardi di dollari circa.fortnite-kcd-835x437ilsole24ore-web

Con buona pace di Fifa 2019, il videogioco, e vero e proprio fenomeno, dell’anno è Fortnite, sviluppato da Epic Games e People Can Fly che, secondo Bloomberg, ha fatto incassare alla software house 3 miliardi di dollari e creato 200 milioni di utenti nel mondo.

È stato, ancora una volta, l’anno del social Instagram, che non conosce crisi e, anzi, continua a crescere.

Insomma, verrebbe da dire, la solita manfrina: l’annuale scandalo legato alla sicurezza dei nostri dati su internet; la solita software house che fa soldi a palate con un videogioco gratuito; il solito social che continua a macinare utenti e soldi.

Beh, tutto sommato parrebbe proprio così.

Non fosse che, fra le milioni di informazioni generate e immesse in rete, non ne salti fuori una che riguarda una ricerca scientifica che, in un certo modo, ribalta le nostre certezze sull’importanza di un oggetto, il libro. Infatti il libro cartaceo, nonostante negli ultimi tempi abbia risentito della concorrenza della rete, recentemente sta riguadagnando terreno e affezionati utenti.books-1655783_1920-min

La ricerca, condotta da un team australiano, si chiama “Cultura accademica: come i libri in adolescenza migliorano l’alfabetizzazione degli adulti, la matematica e le competenze tecnologiche in 31 società”, e dopo la pubblicazione sul Social Science Research, a metà dello scorso ottobre è stata rilanciata dai principali quotidiani nazionali.

La ricerca è stata condotta su 160.000 adulti tra i 25 e 65 anni distribuiti in 31 nazioni, e poneva in relazione i punteggi ottenuti in test che misuravano le capacità di comprensione di testi, le capacità aritmetiche ed informatiche, con le risposte fornite alla domanda: “Quanti libri avevi in casa quando avevi 16 anni?”.

I risultati sono stati sorprendenti: i migliori punteggi ai test sono stati ottenuti da quegli adulti che in casa avevano un maggior numero di libri; la ricerca ha evidenziato che chi si piazzava meglio ai test possedeva un numero di almeno 80 libri. La curva delle competenze nelle 3 aree esaminate cresceva proporzionalmente al numero dei libri posseduti in gioventù, per attestarsi definitivamente dopo la soglia dei 350 libri. Ma lo studio ha rilevato una cosa ancora più sorprendente, come racconta la prima autrice dello studio, la sociologa Joanna Sikora: “Non è importante soltanto l’atto del leggere, ma anche apprezzare i libri come oggetti, discuterne in famiglia o con gli amici, e soprattutto identificarsi nella lettura: pensare se stesse come persone che amano i libri”, il che ci dice che possedere una libreria fornita genera un sorta di effetto d’Imprinting sui fruitori. Inoltre, prosegue la ricercatrice: “I dati raccolti ci dicono che chi non è riuscito ad andare all’università, se ha avuto una quantità sufficiente di libri in casa a 16 anni, da adulto non sarà meno competente di un laureato che ha avuto pochi libri intorno a sé da ragazzo”.books-768426_1920

Quindi cosa ci dice questa interessante ricerca?

La ricerca ci dice che anche il solo e semplice crescere in un ambiente pieno di libri ha ripercussioni profonde e durature sul nostro futuro, non solo per il libro in sé, ma per gli innumerevoli stimoli culturali che il possedere, leggere e commentare libri offre ai ragazzi cresciuti in un ambiente del genere.

Ultima curiosità, la ricerca ha messo in evidenza anche le nazioni con la biblioteca familiare più nutrita, tra cui spicca l’Estonia con 218 libri sullo scaffale, e, in negativo, la Turchia con 27 libri. Il nostro Paese, come si sa poco affezionato alla lettura, si piazza a 75 libri, molto dietro alla Francia con 117 libri e addirittura meno della metà della Germania, nella quale i ragazzi sono cresciuti in case con biblioteche di 151 libri.

Sarebbe interessante incrociare ulteriormente i dati di questa ricerca con i dati di crescita del PIL delle varie nazioni coinvolte, chissà che non emergano altre sorprese.

Allora, perché vi ho raccontato questa storia per introdurre il numero corrente di Smart Marketing che, come sapete, si chiama Simply the Best?

Sarà che con l’avanzare dell’età io stia diventando nostalgico, legato ai ricordi, e con la smania di recuperare gli oggetti ormai vintage come appunto il libro?

Oppure il mio essere un lettore “seriale” mi porta a considerare particolarmente importanti ricerche come questa di cui sopra?start-line-3449607_1920-min

Sinceramente non lo so, ma credo fortemente e tenacemente che il libro sia una delle cose migliori che l’uomo abbia inventato, che il libro sia l’unica maniera per parlare con i morti (ovviamente intendo gli autori scomparsi), che i libri siano scrigni pieni di tesori che qualunque esploratore possa permettersi, che i libri siano i migliori anticorpi contro l’ignoranza e la superficialità dilaganti nel nostro mondo iperconnesso ed iperinformato.

Credo infine che l’atto di leggere sia un atto di legittima difesa (Woody Allen) e un allenamento al cambiamento, che il libro debba essere una scure per il mare ghiacciato dentro di noi (Franz Kafka) e che dovremmo fare nostro il suggerimento di Jorge Luis Borges:

“Che altri si vantino delle pagine che hanno scritto; io sono orgoglioso di quelle che ho letto.”

Quindi il meglio per me di quest’anno rimangono i libri che ho letto, che ho consigliato e di cui qualche volta ho scritto, anche in queste pagine.

Non mi resta che augurarvi buone letture e buon anno nuovo.

Raffaello Castellano

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