Il 7 marzo del 1999, a pochi giorni dalla conclusione del montaggio del suo ultimo film Eyes Wide Shut, moriva stroncato da un infarto, a 77 anni, il grande cineasta Stanley Kubrick.
Un regista, geniale, irriverente e visionario, leggendario per almeno 3 generazioni (fra cui la mia), che per molti, moltissimi appassionati rappresenta l’essenza stessa della regia; il suo nome è, addirittura, diventato “sinonimo” delle parole regista e cinema.
Una carriera lunga 50 anni, che ci consegna solo 13 film, ma che sono altrettanti pietre miliari del cinema mondiale. Basta scorrere l’elenco per rendersene conto: “Lolita”, “Il dottor Stranamore”, “2001 Odissea nello spazio”, “Arancia meccanica”, “Shining”, “Eyes Wide Shut”, giusto per citare i più celebri.
Il suo talento visionario, la cura maniacale per i particolari, il carattere riservato, il suo famigerato controllo assoluto su tutti gli aspetti del film, sono solo alcune delle caratteristiche che ne hanno aumentato la leggenda ed il mito. Stanley Kubrick resta indissolubilmente legato all’arte del cinema e rappresenta, cosa rara, uno dei pochi registi apprezzato da pubblico e critica. I suoi complessi e stratificati film, le sue smaglianti immagini, i suoi spunti narrativi ancora permeano ed influenzano profondamente, non solo la cultura alta e quella pop, ma il nostro stesso immaginario collettivo.
Sarebbero tantissime le cose da dire su questo straordinario regista ed i suoi film (e francamente sono un po’ in imbarazzo a scrivere di questo cineasta), ma vi propongo, tredici aneddoti, tanti quanti i suoi film, tredici curiosità, tredici meta-informazioni cinematografiche per farvi conoscere, approfondire, innamorare o ri-innamorare di questo regista.
1) Il primo film fu il cortometraggio/documentario Day of the Fight, è del 1951, ed è basato sul reportage fotografico che lo stesso Kubrick realizzo per la rivista Look con la quale lavorava. Il film segue per un giorno intero la preparazione del pugile Walter Cartier per un combattimento. Fu autoprodotto con un investimento di 3900 dollari e Kubrick stesso si occupò di gran parte delle mansioni della troupe, oltre a quella di regista, infatti, svolse quelle di sceneggiatore, operatore della macchina da presa, direttore della fotografia, montatore e scenografo;
2) Il primo lungometraggio è del 1953, Fear and Desire (Paura e desiderio), dove il regista con una piccola troupe filma le vicende di un plotone disperso dietro le linee nemiche. Il film rappresenta il primo approccio del regista al genere bellico e la prima disamina sull’inutilità e la violenza della guerra, argomenti sui quali tornerà con “Orizzonti di gloria” del 1957, “Full Metal Jacket” del 1987 ed, in parte, con “Barry Lyndon” del 1975. Per girare il film, gli amici del regista raccolsero 1000 dollari con una colletta fra conoscenti e parenti e, lo stesso Kubrick, coinvolse nel progetto suo zio Martin Perveler, agiato proprietario di una catena di farmacie a Los Angeles, che divenne produttore associato e fornì altri 9000 dollari. Il film fu presto ripudiato dal regista, che lo considerava un errore giovanile e che si premurò di limitarne al massimo la diffusione, acquistando e facendo “sparire” gran parte delle copie presenti negli archivi;
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3) Il terzo lungometraggio The Killing (Rapina a mano armata) del 1956, viene girato dal regista appena ventottenne con un budget di 330.000 dollari e con una piccola casa di produzione fondata insieme al regista, sceneggiatore e produttore James B. Harris, che produrrà anche “Orizzonti di gloria” e “Lolita”. Il film è un flop al botteghino dove incassa solo 30.000 dollari, ma un successo di critica, alcuni commentatori parlano di Kubrick come il nuovo Orson Welles, inoltre, la pellicola, diventa un vero paradigma del genere noir. Il regista, infatti, decide di adottare uno stile di racconto non consequenziale, ma con struttura diegetica non lineare, con diversi e continui salti indietro e in avanti nel tempo, che rendono lo svolgersi del film complesso ed originalissimo. Questa struttura del racconto sarà ripresa, omaggiata e “saccheggiata” da molti altri registi del genere, tra cui Quentin Tarantino che lo utilizzerà “pari-pari” per “Le Iene” del 1992, Michael Mann per “Heat – La sfida” del 1995 e Paul McGuigan per, il più recente, “Slevin – Patto criminale” del 2006.
4) Il quarto lungometraggio Paths of Glory (Orizzonti di Gloria) del 1957 è il primo film del regista girato con una star hollywoodiana in forte ascesa, Kirk Douglas, che interpreta l’umano colonello Dax. Il film è anche il primo del regista, prodotto da una grande casa di produzione, la United Artists ed è considerato uno dei film più antibellici di sempre. La storia raccontata si ispira ad un fatto realmente accaduto durate la Prima Guerra Mondiale al 336º Reggimento di fanteria francese, comandato dal generale Géraud Réveilhac. Il film è l’occasione per mostrare la grande capacità di Kubrick di utilizzare la tecnica di ripresa in maniera fortemente espressiva. In questo film, ad esempio, il regista utilizza per le scene girate in trincea, il carrello, a precedere e seguire, montato su gomma e non su rotaia, dando alle scene delle ispezioni delle trincee del colonello Dax, una fluidità, un rigore ed una solennità fino allora impensabili. Il film di guerra è originale anche per il fatto che il dramma e la morte sono tutte interne ad un solo esercito: il nemico menzionato, evocato, combattuto, non appare in nessuna scena. Il film farà vincere il Nastro d’argento 1959 a Stanley Kubrick come “Miglior regista straniero”;
5) Il quinto film di Kubrick è il colossal Spartacus del 1959, prodotto ed interpretato da Kirk Douglas, che volle fortemente il regista newyorkese dopo l’abbandono di Anthony Mann, con cui Douglas aveva avuto parecchi contrasti sul set. L’esperienza sarà negativa, Kubrick soffre il fatto di non avere il controllo totale sul film e delle continue intromissioni sulle scelte registiche da parte di Douglas. Il film è, a detta dello stesso regista, il meno kubrickiano dei suoi film, anche se in molte soluzioni tecniche e in moltissime spettacolari riprese, si riconosce lo sguardo e lo stile del regista. Il film vincerà 4 Oscar (Miglior attore non protagonista Peter Ustinov, Miglior fotografia, Miglior scenografia e Migliori Costumi) e sarà un successo al botteghino, ma rappresenta anche il definitivo addio di Kubrick ad Hollywood ed alle politiche delle major, l’anno dopo si trasferirà in Inghilterra, dove realizzerà tutti gli altri suoi film e che non lascerà più fino alla morte;
6) 2001: A Space Odyssey (2001: Odissea nello spazio) l’ottavo lungometraggio di Kubrick è forse il film della storia del cinema con la più ampia letteratura critica, psicologica, filosofica dedicata. Sul film, sul suo significato, sulle sue implicazioni filosofiche, sulla sua influenza nella cultura popolare, sul suo aver ridato dignità al genere fantascientifico, fino allora di serie B, sulle sue innovazioni tecniche e stilistiche, è stato detto e scritto di tutto e risulta davvero arduo trovare un aneddoto per questa lista. Forse i più significativi, fra i tanti, sono due: il primo, legato alla lavorazione durata 4 anni ed ai costi di produzione di quasi 12 milioni di dollari di cui 6 milioni e mezzo solo per gli effetti speciali; il secondo, legato al fatto che questo film fa vincere a Kubrick l’unico Oscar della sua carriera, quello per gli effetti speciali ai quali aveva lavorato personalmente;
7) A proposito di Oscar, Stanley Kubrick ricevette nel corso della sua carriera 13 Nomination (tra cui 3 per il “Miglior Film” e 4 per la “Miglior Regia”), ma non ne vinse nemmeno uno. Come abbiamo detto, l’unico Oscar che vinse fu quello per i Migliori Effetti Speciali nel 1969 per 2001: Odissea nello spazio.
8) 2001 Odissea nello spazio sarebbe dovuto cominciare con una serie di interviste a scienziati, filosofi, ingegneri ed astronomi, che avrebbero dovuto parlare di evoluzione, intelligenza artificiale, viaggi spaziali e vita extraterrestre; il progetto fu poi abbandonato dal regista e le interviste già fatte a personalità del calibro di Isaac Asimov, Aleksandr Oparin, Margaret Mead, finirono poi nel libro “Stanley Kubrick. Interviste extraterrestri”;
9) Arancia meccanica del 1971 è il nono film realizzato dal regista, il primo degli anni ’70. Fu un successo planetario sia di critica che di pubblico, la censura fu molto severa in tutta Europa, soprattutto in Inghilterra, Germania ed Italia; addirittura in Inghilterra e Germania il regista fu costretto a ritirare la pellicola dalle sale per un certo periodo, poiché molti giovani affascinati dall’ultraviolenza cominciarono ad imitare i comportamenti dei protagonisti del film. In Italia ebbe prima il divieto a 18 anni fino al 1998 poi abbassato a 14 anni ed ebbe il suo primo passaggio televisivo nel 2007 sul canale La7, ben 35 anni dopo la sua uscita cinematografica;
10) Il film Shining rappresenta il primo film a fare un largo uso della steadycam, lo stabilizzatore per le riprese in movimento inventato dall’operatore video Garrett Brown, che lavorava nel film di Kubrick. Secondo lo stesso Brown, Shining, resta tuttora insuperato, per eleganza e capacità espressiva delle riprese, proprio grazie alle idee del regista che seppe esaltare le possibilità tecniche;
11) È leggendaria e famigerata la cura maniacale che Kubrick dedicava a tutti gli aspetti del film anche per ricreare quanto più fedelmente gli ambienti dei suoi film. Il set di Shining è emblematico a riguardo: all’epoca delle riprese era il set cinematografico più grande del mondo, tanto da contenere la facciata e l’interno dell’Overlook Hotel e lo smisurato giardino labirinto. Per ricreare la neve del labirinto di “Shining”, vennero impiegate 900 tonnellate di sale da cucina mischiato a palline di polistirolo;
12) Il regista detiene diversi record, fra i quali: quello per il maggior numero di riprese per una singola scena, ben 127, quelle che fece a Shelley Duvall nel film Shining del 1980 e quello per i tempi di lavorazione più lunghi per un film, ben 400 giorni per Eyes Wide Shut.
13) Infine Stanley Kubrick avrebbe potuto girare il Signore degli Anelli con i Beatles! Nel 1967 fu contattato da Denis O’Dell (collaboratore della band) che gli propose la regia dell’adattamento del libro con Paul McCartney come Frodo, Ringo Starr come Sam, George Harrison nei panni di Gandalf e John Lennon nella parte di Gollum. Kubrick che era già impegnato con le riprese di 2001Odissea nello spazio rifiutò l’offerta.
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