Facciamo parlare i numeri.
Il 40,7% degli 11-13enni in Italia usa i social media (personali o quelli dei genitori), con una maggioranza femminile (47,1%) rispetto a quella maschile (34,5%). Usano internet in Italia, il 78,3% degli 11-13enni, il 91,9% della fascia 14-17 anni e il 44,6% di coloro che hanno tra i 6 e i 10 anni. La pandemia ha poi creato uno spartiacque nell’utilizzo dello smartphone: i bambini tra i 6 e i 10 anni che lo usano sono passati dal 18,4% al 30,2% tra 2018-19 e il 2021-22, e l’89,2% di 11-17enni utilizza il cellulare praticamente tutti i giorni.
Si può dire che la vita dei 14-17enni gira intorno al digitale, alla rete e ai social: il 93% si relaziona con le app di messaggistica, l’84% guarda video, il 79% frequenta i social media, il 72,4% usa i videogame, il 28% compra online, il 37% si informa, il 27% segue corsi online e il 22% scarica ebook.
Come possiamo vedere, l’online ha reso accessibili infinite opportunità, impensabili sino a 10-15 anni fa. Si può avere tutto a disposizione dove e quando si vuole: relazioni, formazione, informazione, acquisti, divertimento, etc.
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Il gioco è uno dei modi più efficaci per imparare. Pratiche come la gamification e i serious game hanno dato nuovo vigore e nuovo senso a tutta la formazione, offline e online, soprattutto dopo la pandemia che ci ha costretto a reinventare e riscoprire le pratiche e i benefici del gioco. Gioco, che rappresenta la prima forma di apprendimento.
Opportunità importanti che purtroppo mostrano il fianco anche a delle criticità, che non devono portare alla demonizzazione ma certamente fanno nascere l’esigenza delle creazione di una maggiore consapevolezza nei confronti di questi mezzi. Infatti, se da un lato i social, internet, lo smartphone, favoriscono le relazioni, la conoscenza e molto altro, dall’altro lato stimolano l’ansia, la depressione, la propensione all’isolamento, la mancanza di attenzione. Per non parlare del fatto, inoltre, che il vecchio adagio “non accettare caramelle dagli sconosciuti” sul web scopre infinite diramazioni che, senza una mediazione costante da parte degli adulti, lasciano i minori soli dinanzi a rischi molto forti. Come abbiamo visto, l’accesso ad internet da parte dei bambini si è fatto sempre più precoce e, di conseguenza, anche l’età in cui sono esposti ai cybercriminali si è molto abbassata: dai 13 anni in giù. Facile prede per persone senza scrupoli.
Chi contesta il digitale è fuori dal tempo. Chi non ne vede i vantaggi, pure. Sono troppo le opportunità che offrono e non si può certamente opporsi all’innovazione, al cambiamento, al futuro/presente. Ma qualcosa può essere fatta.
Ad esempio, continuare a far usare uno strumento che potenzialmente può essere dannoso da solo ad un bambino, potrebbe non essere la scelta migliore. Per intenderci, facendo i dovuti distinguo e concedendomi una provocazione: lascereste giocare senza limitazioni un bambino piccolo non dico con delle posate, ma anche solo con una semplice penna?
(Fonte dati: Save the Children)