E’ già da qualche anno che si sente parlare di start up, a voler identificare nella new economy una azienda, di solito di piccole dimensioni, che si lancia sul mercato sull’onda di un’idea innovativa, soprattutto nel campo delle nuove tecnologie. Ma ancor di più è una nuova azienda con un business model e un potenziale tale da poter espandersi velocemente dove la sperimentazione è un must.
Tutto nasce nella lontana Silicon Valley, in California, culla dell’innovazione e dell’I-value company, un luogo di scambio continuo di conoscenze e risorse, un flusso costante di nuovi imprenditori, ingegneri, programmatori, economisti, marketers dove vi è l’incontro continuo di aziende e università.
E’ tutta un’altra aria, e la si respira a pieno, tanto da arrivare anche un po’ oltreoceano e scatenando un viralismo che ha portato diverse città europee a muovere i primi passi nell’aspirazione di diventare “incubatori” di progettualità innovative.
Anche l’Italia ci prova e i primi risultati sembra diano ottimi frutti.
Le start up made in Italy sono infatti diverse e seguono delle logiche ben precise in diversi campi. Spaziano dall’automotive alla domotica, dall’health food alla comunicazione, fino all’innovazione spinta del digital tech che utilizza IOT (internet delle cose) e AI (intelligenza artificiale). Qui la lista delle start up made in Italy più cool presentate all’evento CES, una delle più importanti fiere al mondo per quanto riguarda la tecnologia e l’innovazione.
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Un settore che certamente ne sta subendo il fascino e l’influsso è quello dell’agroalimentare, dove si sta creando un nuovo settore, il “food tech”, che fa leva su tecnologie digitali innovative per la produzione, conservazione, lavorazione, confezionamento, controllo, distribuzione del cibo, soddisfacendo nuovi modelli di consumo, l’ideazione di nuovi prodotti alimentari, il packaging innovativo.
Ne abbiamo ben 17 di realtà che stanno prendendo piede velocemente, creando un vero e proprio Business perché capaci di far incontrare la tradizione con l’innovazione, soddisfacendo un bisogno esistente e trasformandolo in una necessità nuova.
Basta pensare a Feat food, l’operatore integrato multichannel che produce, vende e distribuisce cibi salutari e bilanciati soprattutto per una dieta a sostegno di una vita sportiva. O a Fruitapps, un canale digitale dedicato alla compravendita di frutta e verdura, e perché non farsi incuriosire da Mashscreen che ha ideato un innovativo processo di produzione che permette anche una nuova esperienza per il consumatore? In questa start up il gelato è preparato in maniera espressa direttamente di fronte agli occhi del cliente, che sceglie gli ingredienti, personalizzando un gelato del tutto esclusivo.
E se poi si resta senza idee per una cena speciale My cooking Box mette a disposizione in una scatola tutti gli ingredienti per fare un piatto replicando una ricetta gourmet.
Sono diverse e davvero tante le idee che puntano a diventare aziende e molte di loro troveranno spazio di realizzazione nel primo Food Tech Accelerator di Deloitte a Milano, pronte a consolidare il proprio modello di business e ad affrontare ipotetici investitori.
Non sarà solo il food ad essere inondato di novità, ma diversi i mercati e settori che si apprestano a vivere questa grande ondata di cambiamento, sempre più saranno gli incubator e accelerator che nasceranno per scovare l’idea più brillante e farla diventare Business.
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