Ansia, stress, burnout, paure, attacchi di panico e depressione a vari livelli sono i nemici subdoli con cui molti di noi si trovano giornalmente a fare i conti.
Il disagio psicologico, già favorito dalla feroce competizione in questa società della performance che noi tutti viviamo, è stata esacerbata ancor di più dopo la ripresa post pandemica che ha portato alla luce tutte quelle fragilità e quei limiti che da sempre accompagnano l’essere umano.
Due sono le notizie che confermano questa tendenza, o meglio sarebbe chiamarla presa di coscienza, delle persone: da una parte il successo del Bonus Psicologo, che stando ai dati forniti dall’INPS ha visto al 31 maggio 2024 la presentazione di 400.505 domande, a fronte di uno stanziamento di soli 10 milioni di euro che permetterà di finanziare circa 7000 domande.
Dall’altra parte, una curiosa notizia di pochi giorni fa, ripresa fra gli altri dal quotidiano nazionale Il Giorno, ci parla dello strepitoso successo a Milano nel quartiere Niguarda dell’ennesima “stanza della rabbia”, che offre sessioni “terapeutiche” di 15 minuti durante le quali è possibile distruggere, in un’apposita stanza e dopo aver indossato un abbigliamento protettivo, una serie di oggetti per sfogare così le proprie frustrazioni e la propria rabbia.
Il successo della stanza di Niguarda aperta nel 2021 è strepitoso, si tengono dalle 50 alle 60 sessioni a settimana e per usufruire della stanza c’è una lista di attesa di oltre un mese. La clientela è prevalentemente femminile (circa il 70%), l’età è fra 25 e 45 anni e molto variegata a livello sociale: operai, casalinghe, universitari, impiegati, imprenditori e pensionati.
Insomma la filosofia sembra essere: “spacca che ti passa”, ma è davvero così?
Davvero per risolvere problemi di ansia, stress e burnout basta prendere una mazza, spaccare tutto e dare libero sfogo alla propria rabbia?
Noi di Smart Marketing lo abbiamo chiesto allo psicoterapeuta esperto in terapia breve e strategica Armando De Vincentiis, che ci ha detto:
“Non c’è nulla di terapeutico nello sfogare la rabbia verso gli oggetti. Io posso comprendere che lo sfogo immediato possa rappresentare una sorta di conversione, per cui piuttosto di fare del male a qualcuno si preferisce rompere gli oggetti. Ma questo spostamento di rabbia non rappresenta né una rielaborazione della stessa né un modo per poterla gestire. Questa stanza della rabbia è puro divertimento e di sicuro non ha nulla a che fare con la gestione della rabbia, la quale prevede un percorso di tipo non solo emotivo ma soprattutto cognitivo per rielaborare le percezioni negative che portano alla rabbia e trovare delle strategie positive per fronteggiarla, tra le quali di certo non c’è quella di spaccare degli oggetti”.
E voi cosa ne pensate?
Vi è venuta voglia di spaccare tutto, o avete in mente altri metodi per gestire la stress?
Fatemelo sapere nei commenti.