Autunno caldo e casi seriali: le 5 serie più discusse del momento

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Nello slider i 5 poster delle serie più calde e discusse dell'Autunno 2024 - Smart Marketing

Questa volta più che di 5 serie tv in particolare, ho scelto dei “casi” seriali del momento, accomunati da un gran parlare, nel bene o nel male. Eccole per voi:

INGANNO (Netflix)
“Non si è morti fin quando si desidera sedurre ed essere sedotti” (Charles Baudelaire)

È trash? Non lo è? Sembra una soap di basso livello? È rivoluzionaria? È cringe? Difficile trovare una risposta precisa e univoca a queste domande, perché la serie “Inganno” è certamente all’apparenza non spettacolare nella profondità dei dialoghi, con una storia neanche così unica, però, c’è un però, a mio avviso. La serie racconta di una donna matura che intraprende una relazione d’amore improvvisa, passionale, sconsiderata, con un uomo molto più giovane di lei, che non si capisce bene cosa faccia per vivere, se è un delinquente, un ladro, solo un romanticone o altro. I figli la ostacolano, non si fidano di lui e delle capacità intellettive della madre. La protagonista viene mostrata, e questo non accade quasi mai, anche in scene esplicite, dove si vede il suo corpo reale, non perfetto, che può essere considerato non convenzionalmente desiderabile ed è qui la magia, direi necessaria per i tempi che stiamo vivendo. Ad aiutarci a comprendere meglio il tutto, ci aiutano le parole dell’attrice protagonista Monica Guerritore “I media, la tv, il cinema ci raccontano che dopo la maternità e la menopausa, quando anche i figli sono andati via, in quell’età vuota dei sessanta, una donna non è più niente. Invisibile. Gabriella incontra invece uno scassinatore sulla sua strada ed entra in un terreno sconosciuto. Confido che “Inganno” possa suggerire agli uomini, e non solo, amicizia e vicinanza alle donne della mia età. Che sono anche così. Sono vive”. Documentandomi per scrivere di questa serie ho scoperto il termine “Ageismo”, la discriminazione nei confronti di una persona in base all’età, sia essa giovane o anziana; posso dire che si pratica molto questo ageismo, siamo spesso troppo giovani per capire, spesso troppo vecchi per essere ancora utili;

KAOS (Netflix)
“Tutti coloro che dimenticano il loro passato, sono condannati a riviverlo” (Primo Levi)

Questo è un trauma da cui ancora fatico a riprendermi. Come si fa a cancellare una serie geniale, originale, bellissima come questa? Le logiche del mercato finiranno per uccidere qualsiasi guizzo creativo? Perché qui si parla di una serie (di cui ho parlato in un articolo dello scorso numero che potete trovare qui) davvero diversa dalle altre, in un mare di storie banali e ripetitive, questa vale davvero la pena vederla, ma, purtroppo, non avrà un seguito. Nessuna seconda stagione per “Kaos” nonostante il successo di pubblico, rammarico anche per l’ideatore Charlie Covell e gli attori. L’innovativa serie riprende le storie dei miti greci, narrate in un presente alternativo, con un mix di musiche e scenografie pazzesche, ma, come detto, ci dobbiamo accontentare di guardare e riguardare la prima stagione, cercando di individuare i numerosi riferimenti ed easter egg nascosti nella serie;

QUI NON È HOLLYWOOD (Disney+)
“Cambia il tuo nome. In fondo, che cos’è un nome?” (William Shakespeare)

Questa è l’unica delle cinque serie che ancora non ho visto, ma è già da tempo un caso mediatico. Per via della storia, del tremendo fatto di cronaca che racconta? No, del titolo. Ebbene sì. La miniserie diretta dal regista Pippo Mezzapesa, racconta l’omicidio di Sarah Scazzi, seguendo il punto di vista dei personaggi, con quattro puntate intitolate come ognuno dei protagonisti coinvolti nell’omicidio: Sarah, Sabrina, Michele, Cosima. La serie, la cui uscita era prevista per il 25 ottobre, precedentemente riportava nel titolo il nome del comune in provincia di Taranto dove si sono svolti i fatti, ma il sindaco del comune in questione, dopo aver visionato la serie in anteprima, ha richiesto di togliere dal titolo il nome del paese, perché considerato potenzialmente dannoso per l’immagine della cittadina. La richiesta è stata accolta dal tribunale di Taranto e la serie è infine uscita il 30 ottobre con il titolo che conosciamo oggi “Qui non è Hollywood”;

TUTTO CHIEDE SALVEZZA – Seconda stagione (Netflix)
“La follia di una persona è la realtà di un’altra” (Tim Burton)

Nel 2022 è uscita su Netflix questa toccante serie “Tutto chiede salvezza” tratta dall’omonimo romanzo dello scrittore e poeta Daniele Mencarelli. Tornata a settembre 2024 con la seconda stagione, la serie racconta le vicende di alcuni ricoverati per disturbi psichiatrici nella clinica Villa San Francesco, in cui nella prima stagione il protagonista Daniele viene ricoverato come paziente in seguito a un TSO, e nella seconda stagione decide di tornarci come tirocinante infermiere. Non sarà facile per lui conciliare il suo stato d’animo e i suoi problemi personali con il lavoro in clinica, ma la sua forte empatia ed umanità saranno sempre i suoi punti di forza. Dopo una prima stagione molto toccante, a tratti disturbante e molto impegnativa, questa seconda stagione si presenta ugualmente profonda, ma emotivamente più affrontabile della precedente. Su tutti i personaggi questa volta spicca la prova attoriale della fantastica Drusilla Foer (Gianluca Gori) che, recitando nel ruolo di Matilde, regala al pubblico un’intensa e dolorosa interpretazione, che accende una grande attenzione sul personaggio e la sua vita, al pari dell’interesse rivolto al protagonista Daniele;

HANNO UCCISO L’UOMO RAGNO (Sky e Now)
“Quant’è bella giovinezza che si fugge tuttavia” (Lorenzo De’ Medici)

Dopo la lunga attesa questa serie si è rivelata un fenomeno di grande successo di pubblico. Se sei stato un bambino o un adolescente negli anni ’90 questa serie non la guardi, la vivi. E’ un mix di ricordi, risate, momenti toccanti, è la serie per eccellenza sull’amicizia, che poi è sempre stato uno dei punti cardini della poetica degli 883. La serie, infatti, ripercorre le tappe della nascita del gruppo di Max Pezzali e Mauro Repetto, entrato nella storia della musica italiana. A prescindere da quanto ci sia di romanzato nel racconto, lo spirito è quello che abbiamo vissuto in quegli anni: essere troppo giovane per decidere, non avere soldi per fare tutto quello che ti andava di fare, rifugiarsi nella musica, confidarti con un amico, innamorarti, soffrire, sopravvivere ai compiti in classe, telefonare a casa di quello/a che ti piaceva, quando, nei casi più fortunati, riuscivi a trovarne il numero, vivere con spensieratezza tutto. “Hanno ucciso l’uomo ragno” è sicuramente una serie per i millennial, ma il messaggio di fondo resta quello universale, che accomuna tutte le generazioni, quello del forte potere dell’amicizia e dell’importanza di inseguire un sogno a tutti i costi, anche quando si è la persona più improbabile a poterlo realizzare.

Come sempre, non vi resta che correre a vedere queste 5 serie, attirati dalle polemiche, dalle storie, dai personaggi, dal clamore e farvi una vostra idea!

Hai letto fino qui? Allora questi contenuti devono essere davvero interessanti!

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