A pochi giorni dall’uscita del film “Barbie” di Greta Gerwig e del suo clamoroso successo di botteghino, è impossibile non pensare ad un altro successo, questa volta musicale, e che appartiene alla storia della dance della fine degli anni ’90, legato alla fashion doll più famosa del mondo.
Era il 1997 quando “Barbie Girl”, tormentone estivo del gruppo danese degli Aqua, conquistò il mercato musicale mondiale, diventando uno dei brani rappresentativi di fine millennio con 8 milioni di copie vendute solo in quell’anno.
Ma cosa c’entra un brano di oltre vent’anni fa con l’attualità?
Niente, o forse tutto, a cominciare dal fatto che la famosa bambola destava e, continua a destare, interesse non solo nei bambini, ma anche tra gli adulti che restano per sempre affezionati alla sua figura, tanto da decretare il successo di tutto ciò che la cita o racconta.
A pensarci bene, la canzone composta da Søren Rasted, Claus Norreen e René Dif non poteva non diventare una hit con la sua dance coinvolgente, il ritornello orecchiabile ed il tono scanzonato tipico della spensieratezza del clima estivo, supportata da un divertente videoclip che ancora ci piace guardare, visto che risulta tra i video musicali più visti nel mondo, con 1,2 miliardi di visualizzazioni su YouTube.
Dietro la canzone apparentemente frivola, però, si cela un racconto legato a Barbie tutt’altro che frivolo e spensierato (e purtroppo ancora attuale) che non è difficile da comprendere, se per un attimo si mette da parte la musica e si analizza il testo, racconto a cui probabilmente nessuno avrebbe fatto caso se la Mattel non avesse citato in giudizio gli Aqua per aver utilizzato impropriamente e indebitamente il brand Barbie.
Effettivamente, leggendo distrattamente il testo, la Barbie appare come donna oggetto disposta a fare qualsiasi cosa pur di compiacere il suo fidanzato Ken; nel brano ci sono poi tutt’altro che velati riferimenti sessuali. In particolare, la Mattel contestò l’utilizzo del termine gergale “blonde bimbo girl” (donna fisicamente avvenente ma stupida).
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Tutto si è colorato letteralmente di rosa, il film Barbie è ormai un fenomeno. Un esempio di come un ottimo prodotto, affiancato da un ottimo marketing, può fare la differenza.
Gli Aqua replicarono che il significato del testo della canzone incriminata era stato travisato: la loro non era una critica verso il giocattolo ma verso la società, che vuole che la donna debba essere esteticamente perfetta ma priva di intelligenza.
La Barbie da sempre è stata icona di stile e bellezza, rappresentando un mondo immaginario e patinato dove tutto è perfetto e tutto tende alla perfezione, una perfezione che nella vita reale non esiste, ma che tutti vorremmo raggiungere.
Negli anni ’90, più che oggi, la donna era relegata a ruoli marginali nella società ed il parametro sociale per misurarla era propria la sua bellezza a dispetto delle capacità; il parallelismo tra la bambola di plastica e la chirurgia plastica a cui molte donne si sottoponevano, enfatizzato dal ritornello della canzone, è lampante, come lampante risulta la critica alla società del tempo, non al prodotto commercializzato dalla Mattel, ma a quello che il suo ideale di perfezione volontariamente o involontariamente rappresentava.
La battaglia legale tra Mattel e produzione della canzone Barbie Girl si è conclusa nel 2002 a favore di questi ultimi e della libertà di espressione.
Probabilmente, senza le contestazioni della Mattel, non ci saremmo soffermati sul testo della canzone e ne avremmo colto soltanto l’aspetto scanzonato, a discapito del suo significato più profondo; la Mattel, dal canto suo, forse grazie anche a queste critiche annunciò, nel 1997, che avrebbe modificato il corpo della Barbie, prevedendo seni più piccoli e fianchi più larghi che l’avrebbero resa meno avvenente ma più vicina al corpo femminile reale, sintomo che la canzone, in qualche modo, aveva colto nel segno.
All’annuncio dell’uscita del film “Barbie” molti, affezionati alla canzone degli Aqua, avevano pensato che nella colonna sonora ci fosse stato posto anche per questa canzone iconica, ma la diatriba legale tra la Mattel e la produzione musicale evidentemente ha lasciato troppi strascichi per renderlo possibile.
Nonostante questo, nel film, anche se in modo velato, è presente un omaggio al ritornello di “Barbie Girl” nella canzone “Barbie World” delle rapper Nicki Minaj e Ice Spice.