Navigando sul web mi sono casualmente imbattuta in una citazione di uno dei miei libri preferiti, Novecento di Alessandro Baricco, un racconto malinconico e nostalgico, pieno zeppo di musica e poesia.
La citazione (una delle mie preferite) recita: “Non sei fregato veramente finché hai da parte una buona storia, e qualcuno a cui raccontarla”.
Le buone storie ci salvano la vita?
Ci aiutano ad andare avanti quando tutto è perduto?
Sicuramente il bagaglio di storie e racconti è salvifico per la nostra anima ma, più materialmente, può essere fondamentale alla riuscita di una buona campagna di comunicazione.
L’arte dello storytelling e del suo utilizzo nel marketing mi ha sempre affascinato, ma come spiegare in modo semplice e conciso cos’è lo storytelling e come si utilizza a chi non si è mai cimentato con questo particolare aspetto comunicativo?
Sicuramente si potrebbe prendere spunto da una definizione generica per poi declinarla nei vari aspetti e, sono sicura, senza presunzione, che il risultato sarebbe ottimo, se non fosse che basta fare una semplice ricerca sul web per trovare quasi tutte le informazioni che avrei potuto sintetizzare in un bell’articolo, tranne una: la mia personalissima esperienza con lo storytelling.
Ma come risponderebbe alla mia stessa domanda sullo storytelling la famosa ChatGPT, l’intelligenza artificiale lanciata da OpenAI alla fine del 2022?
Dall’inizio dell’anno, il web è tempestato di articoli tra promotori e detrattori di intelligenze artificiali in grado di scrivere e comunicare in forma colloquiale ma anche di apprendere da quelle che sono le nostre query e le nostre obiezioni, così anch’io ho voluto provare le capacità di ChatGPT.
Tralasciando tecnicismi e risvolti etici dell’utilizzo di questa tecnologia, quindi, ho pensato di porre la mia domanda sullo storytelling e sul suo utilizzo in ambito nelle campagne di marketing, visto che era questo di cui volevo raccontare.
ChatGPT sarà in grado di creare un testo che risponda esattamente ed in modo esaustivo alla mia domanda?
Ecco il risultato:
Lo storytelling nel marketing è una tecnica di comunicazione che si basa sulla narrazione di storie al fine di coinvolgere il pubblico e promuovere un prodotto o un’idea. L’obiettivo è quello di creare un’esperienza emotiva e coinvolgente per il pubblico, attraverso la trasmissione di un messaggio che sia in grado di stimolare l’immaginazione e le emozioni dei consumatori.
Il storytelling nel marketing funziona perché si basa sulla capacità delle storie di catturare l’attenzione e di rendere i messaggi più accessibili ed emotivamente coinvolgenti. Inoltre, le storie permettono alle aziende di creare un legame più forte con il pubblico, in quanto i consumatori si identificano maggiormente con i personaggi e le situazioni raccontate.
Esistono molti esempi di storytelling nel marketing, come ad esempio la campagna pubblicitaria “Share a Coke” di Coca-Cola, in cui i nomi dei consumatori venivano stampati sui prodotti per creare un senso di personalizzazione e coinvolgimento. Un altro esempio è la campagna pubblicitaria di Apple, che si è basata sulla narrazione della storia di Steve Jobs e del suo viaggio nel mondo degli affari.
In ogni caso, lo storytelling nel marketing è una tecnica che richiede molta cura nel creare la narrazione e nel trovare il giusto bilanciamento tra emozione e promozione del prodotto. Tuttavia, quando usato efficacemente, lo storytelling nel marketing può portare a risultati incredibili in termini di coinvolgimento del pubblico e di successo delle campagne pubblicitarie.
Poi, ho chiesto ancora: come si usa lo storytelling aziendale?
Lo storytelling aziendale si usa per raccontare la storia dell’azienda in modo coinvolgente e persuasivo.
Ecco alcune indicazioni su come utilizzarlo:
- Identificare la storia dell’azienda: Identificare gli eventi e le persone che hanno contribuito al successo dell’azienda e la loro esperienza.
- Scegliere un format: la storia può essere raccontata attraverso un video breve, un articolo sul blog o un post sui social media.
- Coinvolgere il pubblico: Coinvolgere il pubblico con la storia e farlo “sentire” parte di essa.
- Mantenere la realtà: La storia deve essere vera e trasparente, evitando di creare falsi miti o raccontare eventi non verificati o esagerati.
- Personalizzare la storia: La storia può essere personalizzata con la voce e le esperienze degli attuali membri dell’azienda per creare un senso di coesione e di appartenenza al team.
- Monitorare gli effetti: Tenere traccia dei feedback e delle reazioni del pubblico per verificare l’efficacia del racconto, apportare modifiche o migliorarlo in futuro.
Di esperimenti di questo tipo ne è pieno il web, il risultato, secondo me, è ottimo, considerando che a domanda semplice l’AI ha risposto in modo semplice con un linguaggio chiaro e ben articolato.
Questo potrebbe spingerci a chiederci se, a questo punto, non sarebbe il caso di demandare a ChatGPT la creazione di contenuti lasciandoci liberi di fare altro. In realtà, se riflettiamo bene, le risposte dell’intelligenza artificiale, seppur condite di esempi, sono fredde e poco coinvolgenti, non contengono il calore dell’esperienza personale, non stabiliscono alcuna relazione con il lettore né, tanto meno, riescono a suscitare sentimenti di empatia (quella stessa esperienza emotiva e quel coinvolgimento del pubblico suggerite da ChatGPT in risposta alla nostra domanda).
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Maneggiare con cura: la comunicazione, ed i suoi strumenti, sono una cosa seria.
Allora, siamo sicuri che un software faccia meglio e più velocemente di noi?
Sicuramente le intelligenze artificiali ci semplificano la vita, e ce la semplificheranno ancora di più man mano che le addestreremo e che apprenderanno anche a comunicare emozioni e sentimenti; questo, però, non potrà mai eguagliare l’esperienza e tutto il bagaglio emotivo e il vissuto personale, l’estro, l’intraprendenza e la capacità visionaria che ci differenzia dalle macchine.
Insomma, sicuramente non arriveremo mai ad eguagliare la potenza di calcolo di un software predittivo, ma certamente saremo in grado di utilizzare meglio l’immaginazione e la capacità emotiva di raccontare il mondo attraverso i nostri occhi.
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