In questi giorni nelle sale protagonisti due film di due grandi registi italiani con due storie molto diverse. Ho provato a trovare qualcosa che li accomuna tra le grandi differenze di stile e racconto.
Sto parlando di “Confidenza” del regista Daniele Luchetti e “Challengers” di Luca Guadagnino.
Il primo è un thriller tratto dal romanzo omonimo di Domenico Starnone, in cui il regista firma la sceneggiatura a quattro mani con Francesco Piccolo, protagonisti Elio Germano nei panni del professor Pietro Vella, Federica Rosellini che interpreta Teresa Quadraro una sua studentessa e Vittoria Puccini sua moglie.
Pietro e Teresa dopo la fine della scuola instaurano un’intensa relazione e un giorno decidono di scambiarsi, sussurandosi all’orecchio, il segreto più grande che si portano dentro. Dopo questa confessione la loro relazione non sarà più la stessa, Teresa va via e Pietro negli anni a seguire porterà sempre con sè il terrore che lei possa rovinargli la felice vita matrimoniale e la fortunata carriera con una sola parola.
Nel frattempo anche Teresa è diventata famosa, è una brillante matematica che vive all’estero e ogni tanto ricompare nella vita di Pietro solo per ricordargli ciò che lei sa. Una forte storia d’amore quella dei due protagonisti che ben presto diviene paura, lotta, tensione, sfida di nervi.
“Challengers” è un film sullo sport e il desiderio, come ci ha abituati Guadagnino, desiderio di vittoria e competizione, ma non solo quella sul campo. È la storia di due migliori amici, Patrick Zweig (Josh O’Connor) e Art Donaldson (Mike Faist), promesse del tennis, che dopo aver vinto il titolo di doppio junior all’US Open, incontrano Tashi Duncan (Zendaya) una giovane affascinante campionessa di tennis e inizia tra loro un lungo e conturbante triangolo d’amore, ossessione e sfida.
Due film che pur essendo molto diversi, sono forti, coinvolgenti e, ognuno a suo modo, pongono tanti interrogativi facendoci inevitabilmente scavare dentro.
“Confidenza” ci chiede quanto teniamo alla nostra immagine pubblica, all’idea che gli altri hanno di noi, ci domanda continuamente se siamo capaci di fidarci completamente di qualcuno, se vogliamo e possiamo mettere la nostra intera vita nelle mani di un’altra persona, che potrebbe, in un attimo, sgretolarla.
Anche in “Challengers” troviamo una forma d’amore basata sulla sfida, sul gioco, l’interesse di Tashi è il premio sul campo da tennis. Lo spettatore è costretto a chiedersi continuamente lui cosa farebbe, da che parte si schiererebbe, per chi farebbe il tifo ma, soprattutto, nella vita chi è? Quello che lotta, quello che si arrende, il razionale che lavora per costruire con costanza ciò che vuole o l’impulsivo passionale che rischia di perdere tutto in un attimo?
Anche in “Confidenza” c’è una sorta di triangolo, Elio Germano si divide inevitabilmente tra l’ex ragazza forte e pericolosa e la moglie pacata e insoddisfatta. Così come in “Challengers” Zendaya tiene testa ai due uomini anche dopo anni, senza provare probabilmente un sincero amore per nessuno dei due.
Questi due film, che vi consiglio sentitamente di vedere, hanno un grandissimo punto in comune, sono resi forti, ipnotici, affascinanti da mostri sacri della musica internazionale, che ne hanno curato la colonna sonora: Thom Yorke per Daniele Luchetti e Trent Reznor con Atticus Ross per Luca Guadagnino.
Vi ho convinti?