La Settimana Internazionale della Critica è in pieno svolgimento a Taranto, ospitata negli eleganti ambienti del Teatro Fusco.
Nel quinto giorno di proiezioni, come al solito, si sono visti un corto della sezione SIC@SIC ed un lungometraggio fra quelli selezionati o fuori concorso.
Ieri è toccato al cortometraggio vincitore del premio alla regia “Il nostro tempo” della giovane regista Veronica Spedicati, presente in sala e che noi abbiamo intervistato. Il corto è una poetica e lieve esplorazione delle dinamiche parentali di una famiglia pugliese attraverso il rapporto fra un padre e una figlia. Una bellissima fotografia e la bravura degli attori contraddistinguono questo piccolo gioiello in cui spicca l’intensa interpretazione della giovanissima protagonista Emanuela Minno, di soli 12 anni ed alla sua prima prova di attrice.
Una vera sorpresa il lungometraggio proiettato “Sanctorum” di Joshua Gil, che racconta delle vite dei poveri abitanti di un piccolo villaggio dell’America latina costretti a coltivare e raccogliere piante di cannabis dai signori della droga e per questo maltrattati anche dall’esercito che combatte i cartelli dei narcotrafficanti. A risolvere e risollevare le misere vite dei contadini sarà la maestosa natura in cui si svolge la storia: la grande foresta pluviale. Il film è uno strano ma riuscito mash-up fra un film di fantascienza e uno drammatico in salsa ecologista, dove la vera protagonista è l’intricata foresta che incombe minacciosa sulle vite di tutti gli uomini e che ricorda la natura maligna del film “E venne il Giorno” di M. Night Shyamalan, filmata in una fotografia superlativa.
Due visioni da recuperare per accrescere il nostro immaginario e, grazie a ciò, comprendere meglio il mondo in cui viviamo.