Cosa ci insegna il caso Zara Dar: tra verità, deepfake e strategie multicanale e di posizionamento dirompenti?

0
44
Nell'immagine Zara Dar, una giovane laureata in bioingegneria e informatica passata dai video educativi ai contenuti per adulti - Smart Marketing

La notizia che sta rimbalzando di social in social da qualche settimana riguarda Zara Dar (Darcy), una giovane laureata in bioingegneria e informatica. Zara è diventata inizialmente famosa grazie al suo canale YouTube, dove pubblica contenuti su temi complessi come reti neurali e algoritmi di discesa del gradiente, rendendoli accessibili a un pubblico più ampio.

Il suo canale YouTube conta oltre 160.000 iscritti e, a quanto si dice, lei è molto popolare come educatrice nella comunità STEM.

Fin qui, tutto normale. Sembrerebbe una storia di successo come tante, ma circa un mese fa, il 12 dicembre, tutto cambia. Prima un video-confessione su YouTube, poi, una settimana fa, un’intervista su Business Insider, nelle quali la giovane creator ha spiegato di aver abbandonato un dottorato e una carriera accademica per aprire, sfruttando anche una naturale avvenenza, un profilo su OnlyFans.

Profilo dove condivide contenuti per adulti (sembrerebbe solo foto di nudo artistico) e, addirittura, un profilo su PornHub, dove posta le sue video-lezioni su bioingegneria ed informatica, che generano, a parità di visualizzazioni, molti più guadagni di YouTube.

Ora, la storia è davvero incredibile, forse troppo bella per essere vera. Da qualche settimana, infatti, si moltiplicano le voci che Zara Dar, in arte Darcy, non esista e che si tratti di una sofisticata fake news. Anzi, essendo un video, potrebbe essere un elaboratissimo deepfake creato da qualche burlone o, peggio, da un’azienda del settore AI per lanciare e promuovere l’ennesima AI video generativa.Nell'immagine i risultati di un test comparato fra YouTube e PornoHub fatto da Zara Dar - Smart Marketing

Vera, finta o generata che sia, Zara Dar (Darcy), che ha un profilo su tutti i social compresa la serissima LinkedIn, ha davvero postato le stesse video-lezioni sia su YouTube che su PornHub, realizzando un curioso test comparativo. Per un milione di visualizzazioni, i ricavi erano rispettivamente di 340 dollari per YouTube e ben 1.000 dollari per PornHub.

Fake o no, la domanda che come esperti di marketing dovremmo porci è: davvero un contenuto educativo può trovare spazio sul principale sito pornografico al mondo?

Questa storia, per quanto incredibile, ci costringe forse a rivedere i concetti di “posizionamento” e “strategia multicanale” che sembravano ormai acquisiti e standardizzati.

Tu cosa ne pensi?

È possibile fare divulgazione scientifica su PornHub?

E, domanda ancora più importante: questa scelta estrema ha senso?

E, infine, se Zara Dar dovesse rivelarsi un elaboratissimo deepfake, cosa dice di noi umani e della nostra capacità di discernimento?

Fammelo sapere nei commenti.

(Sono venuto a conoscenza di questa storia grazie ad un bel post di Serena R. che ringrazio).

Hai letto fino qui? Allora questi contenuti devono essere davvero interessanti!

Iscriviti per restare in contatto con Smart Marketing. Senza perderti nulla!

Non inviamo spam! Leggi la nostra Informativa sulla privacy per avere maggiori informazioni.