Dai primi social ai deepfake: 20 anni di evoluzione digitale tra opportunità e rischi

0
185
Dai primi social ai deepfake: 20 anni di evoluzione digitale tra opportunità e rischi

Quanto si cambia in 20 anni!

E anche le maggiori piattaforme social hanno dovuto evolversi e adeguarsi per stare al passo con i tempi. Gli ultimi anni hanno visto un crescente interesse per i contenuti video, capeggiati da TikTok che hanno costretto altre app, come Instagram, ad adeguarsi con i Reels e Youtube a incrementare una sezione dedicata a video brevi.

Contemporaneamente hate specch, fake news e attacchi hacker hanno obbligato ad aumentare le soglie di tutela degli utenti e della loro privacy, aggiornando costantemente i requisiti e le garanzie.

Di fronte all’aumentare dei siti per il commercio low cost anche i social sono diventati potenziali mercati per l’e-commerce. Il Social Commerce è stata la risposta permettendo l’acquisto di prodotti direttamente dai post, integrando anche dei dispositivi per i pagamenti. La capacità saper cogliere l’attimo di maggior coinvolgimento ha permesso di influenzare le decisioni d’acquisto, rendendole spesso acquisti d’impulso. Dai tag interattivi di Instagram e Facebook che rimandano alla pagina del sito oppure al carrello integrato nella pagina, ai contenuti sponsorizzati o alle recensioni degli influencer, fino a rendere tutti gli utenti protagonisti, vedendo il carrello degli amici e ponendo domande o commenti sul prodotto selezionato.

Scopri il nuovo numero: “Due decenni di social: e ora?”

In poco più di 20 anni, il mondo è passato dall’essere analogico all’essere definito digitale, per poi divenire integrato. Non si fa più distinzione tra offline e online: onlife è la normalità, per usare una bella espressione coniata da Luciano Floridi.

Anche l’AI si è insinuata nelle pieghe dei post, generando contenuti, analizzando le preferenze degli utenti e moderando i contenuti per bannare quelli che possono essere dannosi o inappropriati.

Le aziende, ovviamente, non sono rimaste a guardare e spesso, per creare così tanti contenuti ed essere presenti su molte piattaforme si sono affidate all’intelligenza artificiale per la creazione di testi, immagini e post, rielaborando materiale già in possesso per adattarlo al pubblico e al social.

Intanto la terza bozza del AI Act che doveva essere divulgata a febbraio è slittata a marzo ma la normativa dovrebbe entrare in vigore ad agosto di quest’anno e fornire 2 anni di tempo alle aziende per adeguarsi.

Con le evoluzioni tecnologiche si aggiornano anche le truffe. E a proposito di video, spopolano i deep fake. Kapwind, società di video editing, ha analizzato i personaggi che hanno subito più deep fake nei primi mesi dell’anno scorso (gennaio – settembre 2024). Donald Trump è in testa con oltre 12 mila filmati, seguito da Elon Musk con poco più di 9.500 e, giusto per rimanere in tema di politica, Joe Biden è al 4° posto con poco meno di 8.000 video.

L’università dello Utah ha chiesto agli americani quanti riescono a riconoscere un video fake e il 56% ha ammesso di non saperlo distinguere da uno reale. La portata, in termini di impatto mediatico è enorme. Un video falso su Taylor Swift è stato visto, sulla sola piattaforma X, 45 milioni di volte in 17 ore.

I primi tentativi risalgono al 1997, quando l’applicazione Video Rewrite era in grado di simulare i movimenti della bocca, all’interno di un video e abbinarli alla voce per far dire a qualcuno parole mai espresse. Ad oggi le potenzialità sono estremamente migliorate ma non altrettanto la capacità degli utenti di riconoscerli.

Più ci esponiamo, condividiamo e siamo presenti nella rete, più la rete ci ingloba nelle sue maglie che non sempre sappiamo gestire. Forse in un prossimo (breve) futuro l’intelligenza artificiale riuscirà ad utilizzale la mole di big data accumulata negli anni per perfezionare algoritmi, speriamo, a nostro vantaggio.

Hai letto fino qui? Allora questi contenuti devono essere davvero interessanti!

Iscriviti per restare in contatto con Smart Marketing. Senza perderti nulla!

Non inviamo spam! Leggi la nostra Informativa sulla privacy per avere maggiori informazioni.