Due decenni di social: e ora? – L’editoriale di Ivan Zorico

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Due decenni di social: e ora? - L'editoriale di Ivan Zorico

Lo ammetto: già al solo pensiero di scrivere questo editoriale mi sono sentito vecchio.

I social più longevi e che hanno segnato questi ultimi 20 anni sono: LinkedIn (anno di nascita 2003), Facebook (anno di nascita 2004) e YouTube (anno di nascita 2005). 

Sono questi 3 social che hanno spianato la strada a WhatsApp (2009), Instagram (2010), al più recente TikTok (2016) e a tutti gli altri.

Come dicevo, ricordare questi episodi mi fa sentire un po’ vecchio. Prima era la novità, oggi la normalità al pari di qualsiasi altro mezzo di comunicazione. I social sono entrati nel gergo comune e, in molti casi, hanno affiancato, se non preso il posto, dei media tradizionali. 

Ormai non si fa quasi nulla che non abbia anche una logica social. 

Solo per fare un esempio, buona parte del settore musicale pensa al lancio di una canzone con in abbinata già un balletto che possa andare virale su TikTok, magari diventando anche un meme (vedi il recente successo di Gaia e del suo coreografo Carlos Diaz Gandia). La durata media delle canzoni è notevolmente calata per andare incontro alla velocità di fruizione, con buona pace dei lunghi intro e outro a cui si era abituati qualche tempo fa. Ed è un algoritmo che guida le scelte musicali.

Ecco, poter dire “io c’ero” non mi rende così entusiasta. Se da un lato tutto questo mi fa fare i conti con gli anni che passano, dall’altro mi permette anche di avere una sorta di diario di bordo per potermi orientare e magari poter consultare per analizzare cosa è successo.

Faccio un’altra ammissione: io, del fenomeno social, non ci avevo capito niente.

In quegli anni, primi anni 2000 intendo, non è che fossi particolarmente tecnologico. Il computer, rigorosamente fisso, lo usavo di rado: a memoria, qualche ricerca con la mitologica Encarta (qui, per chi vuole, c’è l’autorizzazione a commuoversi) e poco altro. Di masterizzare musica e film non ero assolutamente capace. Per me, chi ci riusciva, aveva capacità divinatorie. Per acquistare il mio primo cellulare con la fotocamera ho atteso il 2005 perché mi sembrava una cosa strana. Ero analogico al 100%.

Ricordo ancora quando, in un giorno d’estate del 2006, un amico che viveva all’estero mi parlò di Facebook. Lo ascoltai come se mi stesse parlando di cavalli alati.

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In poco più di 20 anni, il mondo è passato dall’essere analogico all’essere definito digitale, per poi divenire integrato. Non si fa più distinzione tra offline e online: onlife è la normalità, per usare una bella espressione coniata da Luciano Floridi.

Nel 2008 poi, sempre guardando fieramente dal lato opposto dell’innovazione, per l’acquisto del mio primo smartphone, scelsi il BlackBerry Bold 9000. Per vedere un video su YouTube dovevi pregare e se volevi navigare su internet dovevi aspettare che i pianeti si allineassero. Non aggiungo altro.

Ma l’avvento degli smartphone, se inizialmente per me si è rivelato un’ennesima dimostrazione di quanto fossi strettamente legato al secolo scorso, per tutto il mondo social, e più in generale per quello digitale e delle applicazioni, è stato un vero e proprio boost.

D’un tratto, tutto era diventato mobile. La facilità di accesso e le potenzialità di contatto e di business hanno portato sempre più velocemente le persone a creare uno o più profili social e a passare molto del loro tempo online.

Benvenuta contemporaneità.

Nel frattempo, dopo aver riposto nel cassetto il BlackBerry a pochi mesi dall’acquisto, è arrivato il click: inizio a iscrivermi a diversi canali social, a studiarli e ad appassionarmi al digitale, probabilmente anche per effetto del percorso universitario che stavo portando avanti.

E non è quindi un caso che poi, a distanza di qualche anno, nel 2014, proprio per via di questo cambio di direzione, prende vita il magazine online che stai leggendo ora, spinto dalla voglia di fare giornalismo, e di sperimentare i nuovi (per allora) media, e di parlare appunto di comunicazione, marketing e social media in maniera olistica, come recita il nostro payoff. 

Da allora sono passati oltre 10 anni, Smart Marketing ha superato ormai da tempo il suo 100esimo numero, e il mondo ha preso una traiettoria piuttosto evidente.

Cosa aspettarsi.

In poco più di 20 anni, il mondo è passato dall’essere analogico all’essere definito digitale, per poi divenire integrato. Non si fa più distinzione tra offline e online: onlife è la normalità, per usare una bella espressione coniata da Luciano Floridi.

Senza andare a scomodare ricerche sui dati di consumo di internet, dell’utilizzo dei social e dello smartphone, basta guardare i comportamenti delle persone per rendersi immediatamente conto che praticamente tutti ne fanno ampio uso (e, talvolta, abuso).

Non mi piace lanciarmi in proiezioni di stampo futuristico, immaginando ad esempio possibili integrazioni corporee delle nuove tecnologie per farci vivere esperienze e connessioni sempre più immersive. Probabilmente ci arriveremo. Solo chi pensa che la Storia finisca con noi, che la nostra epoca sia lo stadio ultimo dell’evoluzione, può pensare (erroneamente) che non ci saranno altre trasformazioni. 

Quel che certo è che i social media, e la loro capacità di radicalizzare e polarizzare, non stanno facendo troppo bene alle persone. Per dargli ciò che vogliono, e farli rimanere incollati allo schermo, gli algoritmi costruiscono bolle impenetrabili. Le fake news diventano “sorprendentemente” virali e inquinano le menti e la capacità di giudizio. Per non parlare dell’aumento di ansia e stress che l’uso eccessivo di queste piattaforme generano nei più giovani, ma non solo.

Accanto a tutto ciò restano, ed è bene ricordarlo, le enormi opportunità che questi strumenti ci hanno messo a disposizione.

Saper trovare il giusto equilibrio sarà la vera sfida del futuro. Ecco, alla fine, mi sono contraddetto: ho fatto la mia previsione.

Sarà la “saggezza” dell’età, d’altronde all’inizio di questo articolo mi ero autodenunciato.

Buona lettura,

Ivan Zorico

Rimaniamo in contatto, su LinkedIn parlo di comunicazione, digitale e crescita personale. Mi trovi quiwww.linkedin.com/in/ivanzorico

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