Effetto Dieselgate: 30 mila licenziamenti, chip ed ibride nel futuro Volkswagen

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Raffaello Castellano (543)

 

 

 

Volkswagen-1200x630Secondo AlixPartners, fra le principali società specializzate in analisi di mercato, entro 14 anni la quota di mercato delle auto diesel sarà residuale attestandosi al 9%, con le motorizzazioni ibride che raggiungeranno il 28%, le elettriche il 20%, le ibride plug-in al 18% che, tutte insieme, deterranno la maggioranza del mercato con una quota al 66%. Resisteranno solo le macchine con motorizzazioni a benzina, anche se opportunamente modificate con una quota al 25%. Ma non lasciatevi ingannare dalle apparenze, non si tratta di una presa di coscienza mondiale sulle problematiche dell’inquinamento: molti analisti pensano si tratti di una delle conseguenze dello scandalo del Dieselgate, scoppiato nel settembre 2015.

È dei giorni scorsi l’annuncio del nuovo piano di ristrutturazione economica del gruppo Volkswagen, che prevede il taglio di 30 mila posti di lavoro e una netta virata del primo produttore mondiale di auto a gasolio verso l’auto elettrica ed ibrida. La cura d’urto farà risparmiare 15 miliardi entro il 2020 (3.7 miliardi l’anno), che rappresentano “solo” la metà di quanto il Gruppo Volkswagen dovrà risarcire in multe e cause legate al Dieselgate.203039549-63931d41-ef11-43ab-b283-d8497b52ee6d

La svolta è epocale perché Volkswagen, primo produttore di auto a gasolio, nonostante lo scandalo, con 5.153.888 veicoli venduti ed una quota del 11,3%, risulta comunque il primo produttore al mondo avendo superato la rivale Toyota ferma al 11%, stando ai dati del 1° trimestre 2016.

E l’Italia? Cosa ci raccontano i numeri? Come al solito il nostro paese è in controtendenza, i dati riferiti al periodo gennaio – settembre 2016 ci dicono che le auto diesel immatricolate sono state 807.138 (più di quelle con qualunque altra motorizzazione), con un incremento percentuale sullo stesso periodo del 2015 pari al 20,9%. Insomma il legame fra i nostri automobilisti e la motorizzazione diesel é forte ed addirittura in crescita, quindi, anche l’addio sarà più lento e doloroso.

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