Raffaello Castellano (543)
“L’Italia ha uve d’oro e fa vini d’argento, la Francia uve d’argento e vini d’oro.” A pronunciare queste parole fu, con un poco di strafottenza, un vignaiolo francese, Renè Engel, mentre faceva assaggiare un bicchiere di Vosne Romanée ad un giovane aspirante giornalista appena 26enne. A riportare questa celebre sentenza l’altro protagonista, il giornalista ed in seguito divulgatore scientifico Luigi Veronelli, che tanto avrebbe fatto affinché anche l’Italia, partendo da un territorio e da vitigni migliori di quelli francesi, potesse realizzare vini d’oro o addirittura aurei.Dobbiamo immaginare Luigi Veronelli, classe 1926, come una sorta di Piero Angela del settore enogastronomico; oggi il pensiero va immediatamente a Carlin Petrini, il patron di Slow Food, ma, ben prima che concetti come Km 0, biologico ed enogastronomia diventassero di moda, Luigi Veronelli avrebbe girato in lungo e largo l’Italia per raccontare un territorio unico, che offriva oltre 500 varietà di vitigni in luogo delle poche decine di quelli dei cugini d’oltralpe.
È notizia di queste settimane che l’Italia ha battuto la Francia per quantità di vino prodotto, in un’annata, il 2015, che si distinguerà anche per la qualità.
Sono passati molti anni da allora, e nonostante l’opera divulgativa e culturale “militante” messa in campo da Luigi Veronelli con un infinità di articoli, libri, documentari e trasmissioni televisive (come la celebre “Viaggio sentimentale nell’Italia dei vini” del 1979 che servì da lancio per il 3°canale della Rai), molti sono stati gli scandali enogastronomici che hanno interessato ed interessano il Belpaese. Primo su tutti lo scandalo del vino al metanolo degli anni ’80, che buttò il settore nel caos e nel panico e causò la morte di alcune persone. Più recentemente, invece, sembra essere sotto attacco l’olio extravergine di oliva, altro prodotto di punta della nostra produzione.
Quanto mai importante, allora, appare oggigiorno il lavoro lento e incessante di giornalisti, divulgatori, organizzazioni e associazioni che cercano, non senza difficoltà, impedimenti e alle volte censure, di promuovere quello che, per il nostro Paese, rappresenta un settore nevralgico di sviluppo.
Proprio a questi paladini del Made in Italy, con l’EXPO di Milano che ormai volge al termine, è dedicato questo numero di Smart Marketing, che raccoglie vari articoli e interviste a sommelier, all’AIS (Associazione Italiana Sommelier) e che annovera fra i collaboratori anche una vera wine artist designer, la salentina Arianna Greco, che, per realizzare le sue opere e la bellissima copertina di questo mese “È un’amante infedele, la bellezza”, utilizza il vino come colore.
Il titolo dell’opera di Arianna Greco mi dà l’opportunità di chiudere questo mio editoriale con una bella massima di Luigi Veronelli (con il quale avevo cominciato) che sembra scritta proprio per commentare la nostra copertina: “I vini bevibili sopratutto con amore sono come le belle donne, differenti, misteriosi e volubili, ed ogni vino come una donna va preso. Comincia sempre col rifiutarsi con garbo o villania, secondo temperamento, e si concede solo a chi aspira alla sua anima, oltre che al suo corpo. Apparterrà a colui che la scoprirà con delicatezza”.