L’innovazione tecnologica, la digitalizzazione, l’automazione e l’evoluzione neuronale, legata ma anche per certi versi indipendente da questi fattori, ci spingono ad aggiornare costantemente le nostre competenze e a tenere il passo di tutti i frenetici cambiamenti.
Se prima era il passaparola a fare da tramite tra venditore e acquirente, dopo abbiamo visto le pagine di giornali e riviste riempirsi di sponsorizzazioni e dopo ancora i display dei nostri computer e cellulari. Ne è passato di tempo da quando nel 1978 Gary Thuerk, dipendente della Digital Equiment Corporation, inviò la prima email marketing. Il suo scopo era promuovere un nuovo modello di pc a 36bit. Se ci riuscì o meno è un dato discordante, ciò che importa è che da allora fu rivoluzionata una parte fondamentale del customer journey. Thuerk cambiò le fasi dell’acquisizione e della fidelizzazione dei clienti.
Quanto contano le newsletter nelle strategie di marketing
Oggi la DEM (digital email marketing) è ancora un validissimo canale del funnel di vendita, è tra gli strumenti che, nella cassetta degli attrezzi del web marketer, non devono mai mancare.
Secondo alcune statistiche raccolte da Hubspot e da Yes Lifecycle Marketing:
- l’89% degli addetti al settore utilizza l’email come canale privilegiato di comunicazione
- il 66% dei compratori effettua un acquisto dopo aver ricevuto un email, il 20% a seguito di un annuncio postato su Facebook e solo il 6% tramite Twitter
- l’80% dei commercianti indica la dem come principale strumento attrattivo per clienti potenziali e abituali.
Ancora, sembra che da 247 miliardi di email marketing giornaliere inviate nel 2010 si passerà, nel 2020, a ben 307.
Non male per approfondire l’argomento e aggiornarsi sui trend da seguire!
Personalizzazione e UGC al primo posto
Ci sono diversi fattori da considerare per elaborare una strategia di email marketing che segua il passo dei cambiamenti che hanno caratterizzato questo 2019 e che inevitabilmente avranno delle ricadute sull’anno che è alle porte.
Partiamo dal primo aspetto da considerare per far impazzare l’open rate (tasso di apertura delle email) e il CTR (percentuale di click sui link contenuti nel messaggio), la personalizzazione.
I Millennials vogliono essere considerati come persone, non numeri, né codici. Sono meno formali dei loro predecessori e necessitano di un tono di voce colloquiale e caloroso. Preferiscono leggere email dal contenuto ironico, scherzoso e personalizzato, in cui viene citato il loro nome e si fa riferimento alle loro precedenti abitudini d’acquisto. Niente paura, anche per questo ci sono utilissimi strumenti di segmentazione e targeting, CRM e sistemi di gestione automatica dei dati.
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Strettamente collegato al primo, un altro mantra che si è affermato recentemente e che deve far parte della liturgia del web marketer riguarda gli user generated contents (UGC).
I consumatori, si sa, vogliono essere considerati parte integrante del processo creativo del prodotto che acquisteranno, vogliono condividere con il brand i suoi valori e la sua filosofia. Vogliono essere coinvolti. E quale miglior strumento dell’email marketing?
Basta invitali a condividere lo scatto delle scarpe che hanno appena acquistato in negozio e in cambio offrirgli il 20% di sconto sul prossimo articolo. Questo genererà fidelizzazione e aumento delle conversioni, perché quella foto farà il giro del web e sarà garanzia di affidabilità per i futuri clienti.
Sempre in merito al contenuto, si è affermata negli utili tempi una tendenza che forse non ci saremmo aspettati, la preferenza del testo rispetto alle immagini.
Quindi, d’ora in avanti nelle email, text only e interazioni.
Vuol dire che le immagini sono bandite?
Certo che no, ma la user experience (UX) testimonia una vera e propria orda di email della quale molte volte le persone si sentono “vittime”. Per cui, un contenuto più semplice, breve (di circa 50 parole) e meglio organizzato rispetto agli altri, risulterà di maggior impatto. Molto diffusa ultimamente è anche la gamification (l’uso di elementi provenienti dai giochi e dalle tecniche di game design) che stimola ad interagire e a compiere una call to action.
Nel futuro dell’email marketing ci sono iscritti più selettivi e pretenziosi
Altri trend sono di tipo tecnico e riguardano la forma più che la sostanza.
Se vi state ancora chiedendo quale sia il miglior metodo di iscrizione a una newsletter tra single o double opt-in, per questo 2020 non c’è dubbio, meglio la seconda opzione.
Per single opt-in s’intende una modalità che prevede di ricevere comunicazioni in maniera più immediata, semplicemente inserendo il proprio indirizzo email, senza fornire altre informazioni. La modalità double opt-in, invece, richiede un ulteriore passaggio, ovvero la conferma delle credenziali e questo può risultare più “scocciante” per l’utente, ma è sicuramente più sicuro per chi gestisce il sistema. La conferma infatti darà maggiori garanzie sull’identità dell’iscritto e agirà come filtro per evitare che s’iscrivano alla newsletter anche hacker, bot o persone non realmente interessate. Questo, nel contesto dell’inondazione di contenuti di tutti i tipi, funziona come valido strumento da prendere i considerazione per selezionare la propria lista di contatti.
E per quanto riguarda il responsive-design?
Si conferma la tendenza del mobile-first che, inaugurata nel 2017 nel 2020 vedrà la sua più completa affermazione. Attualmente il 53% delle email vengono visualizzate tramite smartphone, ma questo numero è destinato a crescere (secondo ricerche riportate dal blog di Adv Media Lab). L’usabilità e la funzionalità sono le prime caratteristiche di una dem efficace. Gli utenti devono poter fruire del messaggio da qualsiasi dispositivo, senza alcuna distinzione. Questo è un aspetto imprescindibile per puntare all’engagement e conseguentemente alla conversione. Quindi, bisogna usare servizi di email marketing che siano mobile friendly, cioè in grado di generare email leggibili e con cui si può interagire facilmente tramite cellulare.
La parola d’ordine del futuro è anche automazione. Le ultime innovazioni in campo digital hanno spianato la strada all’email automation e sembra che a partire dal prossimo anno ci si muoverà sempre più in questa direzione. Servizi di marketing in cloud, segmentazione, report, test a/b completamente automatizzati e chatbot, pronti a rispondere a tutti gli utenti in qualsiasi momento, ridurranno sempre più i costi, aumentando il ROI (ritorno sull’investimento) e favorendo quella personalizzazione così richiesta e tanto attesa per la nascita di una reale single customer experience.
Secondo Tom Klein, CMO di Mailchimp, in breve tempo le campagne di email marketing diventeranno sempre più interattive e daranno la possibilità agli iscritti di compiere diverse azioni. Senza mai lasciare la loro casella di posta, gli utenti potranno fare acquisti e usufruire di servizi tipici delle app.
Ai professionisti del marketing non resta che prendere nota di questi cambiamenti e prepararsi ad aggiornare la lista perché si prospetta un 2020 molto produttivo. Il punto di partenza è elaborare contenuti personalizzati, interattivi, attenti alla UX, responsive e automatizzati!
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