ll digital detox è già passato di moda e gli anni della pandemia ci hanno legati (o intrappolati) alla rete. Gli algoritmi del successo sono sempre più guidati dalle preferenze degli utenti, che nel bene o nel male, generano escalation di contenuti e visualizzazioni.
Tra i new born il sogno nel cassetto è diventare influencer o TikToker, portandoli ad un una fuga dal reale nel metaverso creandosi spesso un avatar stabile nel web.
Le aziende sull’onda della difficoltà nelle relazioni H2H puntano a un impiego massiccio delle AI, economicamente più vantaggiose, abili nell’imparare, coerenti nella comunicazione e molto vicine alle aspettative delle nuove generazioni. Inoltre l’estrema targettizzazione richiesta dalla Long Tail degli utenti ha incoraggiato gli investimenti in virtual influencer. Queste intelligenze artificiali riescono a catturare il pubblico, farsi seguire e promuovere attività, prodotti e servizi proprio come farebbe un loro omonimo in carne ed ossa. Muovono un mercato di oltre 15 miliardi di dollari e difficilmente la Z generation riesce a distinguere i loro profili da quelli di una persona reale. Tutti questi personaggi hanno grandi storie, vicine o affascinanti per il loro target: lo storytelling la fa da padrone.
Tra i giovanissimi spicca il nome di Knox Frost, AI dall’aspetto di un ventenne che ha collaborato con l’OMS durante la pandemia e in quel periodo aveva raggiunto il milione di follower.
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Il futuro è aperto per chi sa vivere il presente e per chi decide chi essere non nei prossimi 5 anni, ma nei prossimi 5 minuti.
Non da meno la giapponese Imma, robot attiva già da diversi anni con 404 mila follower, che vive virtualmente a Tokio, e con genitori virtuali che immortala nei suoi post. Si affidano a lei brand del settore food, abbigliamento e locali.
L’italiana Nefele, ideata da 3 ragazzi e non ancora completamente autonoma nell’intermediazione, ha poco meno di 3.500 follower, ma è stata la prima virtual influencer a parlare ad un TedX. I suoi topics sono principalmente legati all’inclusione, alle donne imperfette e alle situazioni lavorative. Anche lei non disdegna la promozione di marche di sport e abbigliamento.
2,9 milioni di follower per la 19enne robot Lil Miquela che ama viaggiare, partecipare ad eventi mondani e stare con gli amici.
La brasiliana Lu Do Magalu ha 6,2 milioni di follower e offre consigli dalla moda alle faccende domestiche con la sua rivista Magazineluiza.
Non poteva mancare una modella, Shudu e una influencer di moda attiva dal 2012 come Ruby Gloom con 80 mila follower legata stabilmente a brand del calibro di Adidas, Collabs, Vogue.
Dinnanzi a tutto questo interesse per dei fake human, quali prospettive ci saranno nelle relazioni del futuro? Mi chiedo, tra 20 anni, con chi usciranno di casa i ragazzi per bere un caffè?
Ai posteri (letteralmente!) l’ardua sentenza.
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