Vincitore dell’Orso d’Argento a Berlino per la Migliore sceneggiatura, Favolacce, film di Damiano e Fabio D’Innocenzo, si issa, quasi senza ombra di dubbio, come la migliore pellicola della falcidiata annata 2020. Speriamo che il cinema possa riprendersi nel corso dell’estate e del prossimo autunno, ricordando come il suddetto film avrebbe già dovuto approdare nelle sale cinematografiche lo scorso 16 aprile, poi bloccato per la pandemia da Covid-19 che ha posto l’Italia in lockdown. Qualche giorno fa, in seguito alla riapertura delle sale cinematografiche, datato 15 giugno, alcuni film hanno avuto, è proprio il caso di dirlo, il coraggio di ripresentarsi lì dove la magia del cinematografo ottiene la sua massima espressione, ovvero in sala.
Favolacce è uno di questi “eroi” che cercano di prendere in mano il cinema italiano. Una favola nerissima, ma vera, in cui la coppia di autori ha riversato, attraverso la voce di un narratore, il vuoto pneumatico di figure parentali (con in più un docente) che dovrebbero insegnare a vivere ai propri figli mentre invece hanno perduto qualsiasi capacità di positività e di sguardo sul futuro.
I D’Innocenzo ci propongono solo tinte scure e a uno sguardo superficiale si potrebbe pensare che di pessimismo oggi ne circola già abbastanza senza bisogno di ulteriore impegno. Di fatto però non è così. Perché questa più che una favola nera è (ci si perdoni il gioco di parole) una favola ‘vera’. Basta leggere le cronache quotidiane per rendersene conto.
E se nelle favole nere non ci sono principi azzurri qui invece ce ne sono ben due. Sono i D’Innocenzo che, concentrando in una sorta di overdose narrativa il negativo sempre più presente nella società contemporanea, anche se con una diffusione a macchia di leopardo, ci vogliono ammonire. Ci ricordano che sempre più spesso i draghi dell’insensibilità e dell’amoralità (travestita da perbenismo di facciata) si annidano in quelle grotte che sono diventate certe abitazioni in cui solo apparentemente c’è tutto ciò che occorre. Questo film è la lancia che utilizzano per aiutarci a prenderne coscienza e ad iniziare a stanarli per poi sconfiggerli.
Il film, tutto poggiato sulle meravigliose spalle di Elio Germano, ormai l’attore italiano più importante del panorama nazionale, ha ottenuto anche 9 nominations ai Nastri d’Argento, tra cui quella più prestigiosa come Miglior film. In questa speciale categoria, il film sembra essere il favorito alla vittoria finale. Nella 75esima edizione, del prossimo 6 luglio, sapremo il verdetto.
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