Ivan Zorico (353)
Fidel Castro è morto: 22.29 ora cubana (le 4.29 italiane).
La sua “storia-leggenda” ha inizio l’8 gennaio del 1959 quando, assieme ad un manipolo di fedelissimi, conquistò l’Avana completando la rivoluzione e liberando così Cuba dal dittatore – Fulgencio Batista – legato alla mafia italo-americana.
Dopo dei primi tiepidi contatti con l’Amministrazione americana, la Cuba castrista diviene una sorta di avamposto sovietico a soli 90 miglia di mare dalla costa americana e pedina centrale nella guerra fredda, nella quale si scontravano due mondi diversi: capitalismo USA e socialismo URSS.
Castro è sempre stato un personaggio dalle grandi divisioni. Per la sua vena rivoluzionaria e in un periodo dove le ideologie muovevano masse e movimenti, nel corso della sua vita è stato celebrato come vero e proprio eroe della sinistra (ben visto anche da intellettuali e uomini di cultura come Oliver Stone e Garcìa Màrquez), mentre per i suoi detrattori è sempre stato solo un dittatore sanguinario.
Anche grazie ai forti aiuti economici elargiti dall’URSS, Castro riuscì a garantire gratuitamente al popolo cubano servizi, quali istruzione e sanità, di elevato livello; questo permise all’esperienza cubana di essere rappresentata come esempio di socialismo di qualità. Ma molte sono anche le contraddizioni e i lati oscuri che hanno segnato la sua vita e la sua esperienza di governo.
In un mondo ormai post-ideologico e che corre sempre più veloce, la morte di Castro sembra quasi far risvegliare i libri di storia. Pur se la sua vita appartiene a pieno titolo alla contemporaneità, è indubbio che quel mondo non esiste più. E da tempo.
Pertanto, come si dice in questi casi, sarà la storia a giudicare.