Simona De Bartolomeo (107)
La Fiera del Levante di Bari è una delle principali fiere italiane, vede la prima edizione nel 1930 e ha sempre avuto luogo a settembre di ogni anno, con l’unica interruzione degli anni della seconda guerra mondiale dal 1940 al 1946. E’ una campionaria internazionale multisettore, che opera al servizio del grande mercato centromeridionale, ma allarga anche il suo campo d’azione al sud est dell’Europa ed all’area mediterranea. L’edizione del 2015 è stata la numero 79, ma per me è stata la prima. Decido di guardare questo evento dimenticando tutto quello che mi hanno raccontato, quello che ho sentito in televisione, quello che ho letto sul web. La varietà è sicuramente presente, si va dalle automobili ai casalinghi, dall’edilizia abitativa a quella outdoor, dal padiglione dedicato all’estetica a quello per l’arredamento.
Novità di questa edizione è il GreenWay, Salone del Riciclo e della Sostenibilità organizzato in collaborazione con l’Assessorato all’Ambiente della Regione Puglia e il CONAI (Consorzio Nazionale Imballaggi). Uno spazio innovativo dedicato a chi tiene alla salvaguardia dell’ambiente, fatto di convegni, laboratori, mostre ed incontri in cui poter presentare idee per sviluppare nuovi progetti e creare relazioni e contatti. Restando in tema di ecologia e sostenibilità c’è Puglia Natura, organizzato dalla Regione Puglia e dal Consorzio Puglia Natura, mostra mercato dedicata al biologico pugliese in campo agricolo e agroalimentare, dove il produttore ed il consumatore possono incontrarsi, tra degustazioni e performance interattive, per la valorizzazione e la promozione di questo settore sempre più in espansione in Puglia.
A proposito di eccellenze pugliesi legate ad un modo sano di produrre, sono stata piacevolmente stupita dai succhi di frutta preparati con le mele Melabacio, prodotte da una azienda a conduzione familiare di Martina Franca (TA). La particolarità di questi succhi risiede nel fatto che contengono il 100% di frutta, senza coloranti, conservanti né zuccheri e vi posso assicurare che il gusto c’è e si sente. Ad uno dei settori simbolo del Made in Italy è dedicato il salone Cake & Cooking, un’area completamente dedicata alla cucina e alla pasticceria, dove poter trovare attrezzi per cucinare e strumenti per il cake design, ma anche poter assistere ad esibizioni di live cooking, a cura di prestigiosi chef e seguire interessanti workshop per carpire le tecniche più innovative da usare in cucina. Non pensavo si potesse discutere più di mezz’ora sull’argomento: lievitazione dell’impasto per la pizza. Si può.
A mio parere, però, il luogo più bello e suggestivo di questa Fiera, è sicuramente la Galleria delle Nazioni. Un viaggio tra i continenti, che coinvolge tutti i sensi, un cammino dove ritrovarsi immerso nella magia dell’artigianato di 33 paesi. Tradizioni, stili e culture differenti che producono lo stesso risultato: un’atmosfera ricca di fascino e bellezza. C’è la pregiata bigiotteria indiana, dove perdersi nella scelta; colorati vestiti peruviani fatti di lana; strumenti di legno a forma di animali, che ne riproducono in maniera impressionante il verso; tante simpatiche varianti di matriosca russa e numerose altre creazioni in un’esplosione di colore. Non sono solo gli occhi a gioire in questo padiglione, ma anche le mani, l’olfatto ed infine le orecchie (e lo spirito). E’ questo che avviene quando ti fanno ascoltare il suono delle campane tibetane, antico strumento musicale che viene suonato colpendolo o sfregandolo con un percussore, utilizzato per fini religiosi e meditativi, e grazie alla lunga vibrazione che il suo suono produce, anche per i massaggi sonori, che consistono nell’adagiare la campana su una zona del corpo, in corrispondenza dei chakra e provocarne la vibrazione, in modo che il suono crei dei movimenti circolari che sciolgono i blocchi energetici.
Quello che vi ho raccontato è una piccola parte di tutto ciò che ho visto, imparato ed apprezzato in questa fiera, ma spero di avervi trasmesso la curiosità sufficiente per andare a visitarla il prossimo anno, per contribuire al miglioramento e alla crescita di questo evento, fiore all’occhiello dell’economia pugliese e meridionale. Io penso di aver contribuito a modo mio: ho comprato (e mangiato) il gelato al pistacchio più buono che esista al mondo, direttamente da Bronte, ovviamente.