C’è il Coronavirus! Siiiii, lo so.
C’è il distanziamento sociale! Siiiii, lo so.
Bisogna fare tutto a distanza! Siiiiii, lo sooooo.
Così tra i tormentoni del 2020 è comparsa la FAD (formazione a distanza), la DAD (didattica a distanza) e perchè no, il LAD (lavoro a distanza).
Il fenomeno è stato visto solo dal lato degli ostacoli, delle fatiche, del digital divide, del non è più come prima e si stava meglio quando si stava peggio, ma la rivoluzione è ben più profonda.
Direi che dopo mesi e mesi dietro uno schermo tutti hanno acquisito familiarità con lo strumento, tutti sono meno impacciati, alcuni fin troppo poco a disagio tanto da presentarsi in pigiama e sul divano quando entrano in un’aula virtuale (webcam accesa!)
Le nuove relazioni si sono instaurate anche dietro un monitor perché, soprattutto gli adulti hanno compreso che si può ascoltare, vedere, ridere e scherzare anche così. Manca l’aspetto umano della pausa pranzo insieme, delle chiacchiere davanti alla macchinetta del caffè, ma di questi tempi non è il caso di andarci troppo per il sottile.
Quello che invece ha creato una vera rivoluzione è l’assenza di barriere spaziali, temporali e di pubblico. Non dovendo effettuare spostamenti è possibile accedere a corsi anche molto distanti dal proprio domicilio, ampliando all’infinito il bacino di accesso. Inoltre poter rivedere all’infinito le lezioni registrate e spesso correlate di slide, infografiche e schemi ha portato il discente a non sentire la necessità di prendere appunti o di concentrarsi al 100% su quell’attività, inficiando in parte la formazione. Inoltre, all’aula virtuale possono accedere centinaia di persone senza per questo portare ad aggravi di costi, difficoltà nella gestione o nelle possibilità di intervenire.
Nascono piattaforme di e-learning, si moltiplicano i webinar su tutti i social, aumenta il materiale gratuito a disposizione per aggiornarsi.
La difficoltà per l’utente ora è sapersi orientare in questa montagna di informazione su tutti i temi. Come comprendere se un contenuto sia attendibile o meno? Il rischio è quello di rimanere delusi. Talvolta non è solo questione di soldi; il web insegna che molte risorse sono gratuite; ma ora si aggiunge il fattore tempo. La domanda che molti si pongono è: “Quanto tempo ho sprecato in una attività poco interessante?” E l’elemento temporale, negli ultimi 12 mesi è stato certamente rivalutato e riconsiderato. Ogni ora deve essere impiegata in modo utile e costruttuvo, tanto che il tempo libero è diventato un parametro importante per valutare il successo di una persona, a volte ben oltre la carriera.
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In un mondo del lavoro in continua trasformazione, l’unica certezza che ci accompagnerà nei prossimi anni è che avremo sempre più bisogno di formazione. Solo attraverso la formazione continua saremo in grado di affrontare le sfide del futuro.
L’aggiornamento continuo non riguarda solo il lavoro. Anzi! Hobby, casa, lingue, gestione dei figli, rapporti interpersonali, utilizzo dei social network, creazione di nuovi lavori, sport, sono solo alcuni dei temi che si possono trovare e approfondire con video corsi. Tutti sono diventati video maker, tutti sono diventati guru in qualcosa, tutti hanno iniziato a sfruttare un piccolo seguito per diventare formatori e influencer. Ma se tutti siamo influencer, chi influenziamo?
In ambito lavorativo una opportunità interessante è data dal sistema di fondi regionali ed europei che permettono, previo rispetto di alcuni parametri, di avere una formazione gratuita e continua. Le aziende che si sono messe in moto sono davvero molte nell’ultimo anno. Chi per il calo del lavoro, chi per rifare il look ai dipendenti stanchi, l’offerta formativa alle imprese è diventata molto appetibile. Ci sono i Fondi Interprofessionali, da cui le aziende possono attingere e destinare una quota pari allo 0,30% dei contributi versati all’INPS dal monte salario di ogni dipendente (Legge 388/2000). Oppure la Formazione Finanziata dal Fondo Sociale Europeo, sia per gli occupati che per i disoccupati, dall’Assegno per il Lavoro alle Work Experience che associano aula e stage.
L’importante è che questa formazione porti le persone a diventare qualcosa di nuovo, e non soltanto ad apprendere.
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