Oggi è la Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza sulle Donne.
Questa data, scelta nel 1999 dall’ONU, commemora l’assassinio delle sorelle Mirabal nel 1960, simboli di resistenza contro il regime dominicano di Trujillo.
Ma cosa rappresenta davvero questa giornata per noi oggi?
Mentre scrivo questa news, secondo i dati dell’Osservatorio Femminicidi Lesbicidi Transcidi – Non Una Di Meno, aggiornati al 22 novembre 2024, in Italia sono già 106 le donne uccise.
Un dato sconvolgente, che ci chiama alle nostre responsabilità, condanna la nostra apatia e ci rende, in un certo senso, complici silenziosi di questi delitti.
Analizziamo i numeri:
- 91 femminicidi
- 5 suicidi di donne cis
- 1 suicidio di un uomo trans
- 1 suicidio di un uomo cis
- 8 casi in fase di accertamento
Queste morti, secondo l’Osservatorio, sono indotte da violenza di genere e da dinamiche etero-cis-patriarcali. Inoltre, si registrano almeno 44 tentati femminicidi riportati dai media nazionali e locali.
Numeri impietosi che ci obbligano a riflettere e ad agire.
Tra le possibili azioni, una priorità è l’educazione al rispetto delle differenze di genere, a partire dalle scuole medie, per creare una cultura di uguaglianza. Ma non basta: il dibattito e le iniziative non possono restare confinati al solo universo femminile. La violenza di genere è un problema di tutti, soprattutto degli uomini, spesso autori di questi crimini.
Un’iniziativa recente che merita attenzione è la Fondazione Giulia Cecchettin, istituita il 18 novembre 2024 e dedicata alla giovane vittima di femminicidio dell’11 novembre 2023. Voluta dalla sua famiglia, questa fondazione si impegna in progetti di inclusione e lotta contro la violenza di genere, offrendo una speranza in un contesto troppo spesso buio.
Ricordiamo che dietro ogni numero c’è una storia, un volto, una voce che non può essere dimenticata. Come società, il nostro compito è non solo ricordare, ma prevenire, sensibilizzando e costruendo un mondo basato sul rispetto e sull’uguaglianza.
Girarsi dall’altra parte non è un’opzione.
E voi? Quali altre azioni concrete credete siano necessarie per fermare questa strage?
Fatecelo sapere nei commenti.