Giovanni Battafarano (1)
La memoria è fondamentale per ricordare da dove veniamo, da quali prove siamo passati; con quali brutture e atrocità i nostri padri, nonni, avi hanno dovuto misurarsi; quali sono stati i nostri eroi o anche le donne e gli uomini comuni che nella loro vita hanno fatto prevalere le ragioni dell’umanità e della libertà. La memoria non è solo sguardo rivolto al passato, ma anche impegnata milizia nel presente affinché i valori democratici alla base della nostra convivenza siano ogni giorno salvaguardati e consolidati, specie quando, come oggi, sono in discussione. Ero in Parlamento quando nel 2.000 fu istituita la giornata della Memoria. Ricordo l’emozione che ci avvinceva, consapevoli, come eravamo, che stavamo compiendo un atto di grande valore simbolico, democratico, civile, etico. Occorreva ricordare quanti erano stati oggetto di persecuzioni e deportazioni e massacri: ebrei, rom e sinti, omosessuali, disabili, deportati per motivi politici, partigiani e militari. La data del 27 gennaio, l’apertura dei cancelli di Auschwitz, rappresentava il punto più alto dell’abiezione di un regime folle e sanguinario.
Oggi, a settant’anni di distanza, con protagonisti diversi, occorre amaramente prendere atto che tanti di quei fantasmi sono ancora tra noi. Fondamentalisti islamisti uccidono barbaramente giornalisti e vignettisti di un giornale satirico parigino; nelle stesse ore un altro massacro si perpetra in un supermercato ebraico; da vari anni l’antisemitismo ritorna feroce e spietato in varie parti d’Europa, specie in Francia, dove vive la più grande comunità ebraica europea; Boko Haram, organizzazione terroristica islamista, conduce, con disumana crudeltà, stragi di cristiani e musulmani non islamisti nella Nigeria settentrionale; i cristiani vengono perseguitati ed espulsi in Medio Oriente e in Pakistan; il califfato islamista tra Siria e Iraq rappresenta un nemico mortale non solo dell’Occidente, ma anche di qualsivoglia forma di civile convivenza.
Celebrare la Giornata della Memoria nel 2015, perciò, richiede non solo il doveroso commosso ricordo delle vittime innocenti. Voglio anche ricordare che quest’anno cade il centenario del massacro degli armeni ad opera dei turchi ottomani, il primo genocidio del ventesimo secolo. Occorre anche battersi affinché le forze della sopraffazione e della violenza non abbiano il sopravvento. E’ stato bello vedere tanti capi di stato e di governo marciare insieme a Parigi qualche domenica fa. L’importante oggi è non sbagliare bersaglio, non confondere un miliardo e mezzo di musulmani con il fondamentalismo islamista; combattere senza tregua ogni forma di antisemitismo e di discriminazione razziale; impegnarsi affinché finalmente si pervenga ad accordo tra israeliani e palestinesi. Personalmente non amo il dileggio della fede religiosa, qualunque essa sia. La battaglia per la libertà e la pacifica convivenza tra popoli e religioni diverse, senza scontri di civiltà, sarà tanto più efficace quanto più l’Occidente si asterrà dall’imporre le sue leggi, le sue idee, i suoi interessi.
Come si vede, parlando del Giorno della Memoria 2015, mi sono più soffermato sui fatti di oggi che sulle vicende del passato. Ma forse è meglio così.