L’intelligenza artificiale semplifica la vita, aiuta nelle scelte, analizza i dati. Nella quotidianità funge da promemoria, valuta il traffico, sceglie il percorso migliore, consiglia e offre suggerimenti.
Ci sono Alexa, Siri, i mezzi a guida autonoma, gli elettrodomestici intelligenti, le chatbot dei negozi on line, i testi e le immagini rielaborate, le app per investire in borsa… ce n’è per tutti i gusti.
La maggior parte delle attuali AI funzionano per apprendimento. Più informazioni hanno a disposizione, più possono incrociare azzeccare risposte corrette.
Gli esseri umani funzionano solo in parte per apprendimento (alcuni non imparano mai) e l’altra grande fetta è data da una parte non cognitiva, che si basa sempre sull’esperienza, ma in un ambito più emotivo.
Senza infilarsi in sentimentalismi, basta pensare alla fiducia. Come fanno gli individui a fidarsi di qualcuno?
Ci sono diversi approcci.
Il primo, è l’avere punti in comune. Quando due persone hanno qualcosa che li accomuna, saranno incentivate a fidarsi l’una dell’altra in nome di un piccolo aspetto che li rende simili. E in quanto simili, più meritevoli di fiducia.
Un altro sistema consiste nell’esperienza insieme. Quando dei soggetti hanno vissuto una forte prova insieme si genera un legame che difficilmente può spezzarsi. E chi è rimasto unito di fronte a una grande sfida, difficilmente molla il colpo nella quotidianità.
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Il futuro tecnicamente non esiste. Lo possiamo immaginare, disegnare, raccontare e poco altro. Anzi no, possiamo anche viverlo proiettandoci in un tempo lontano da noi con il rischio, però, di perdersi tra i vari farò e dirò. L’unica cosa che si può fare è stare nel presente per costruirselo, il Futuro.
Una terza strategia è quella più lunga e ripetitiva che analizza la storia personale. Se un individuo mi ha consigliato bene, una volta, due volte, tante volte, significa che i suoi consigli sono affidabili e quindi presi per veri, sempre, in modo acritico.
È lo stesso principio degli amuleti: se con questo oggetto in tasca ho raggiunto un traguardo, perché non utilizzarlo anche alla prossima sfida importante? E così si finisce per attribuire proprietà mistiche ad oggetti invece che al proprio impegno. Proprio quest’ultimo sistema è quello che potrebbe risultare più connesso all’intelligenza artificiale.
Se gli strumenti di AI che ci circondano dialogano tra loro e imparano costantemente, probabilmente riusciranno a conoscerci così bene da fornirci informazioni e dati sempre più utili e pertinenti. Questo porterà nel tempo l’individuo a fidarsi sempre di più di quei mezzi e sempre meno del proprio intuito.
Se fosse possibile eliminare dalle scelte le cosiddette asimmetrie informative ogni decisione sarebbe più accurata e razionale e il moral hazard sparirebbe. Questo è il vantaggio competitivo dell’intelligenza artificiale che può portare a far dubitare della propria mente: non avere limiti nel processare informazioni, come invece accade per l’essere umano.
Più ci si fida dell’AI, più le capacità di giudizio, in virtù di questa fiducia, vengono meno. E quindi passa la voglia di riflettere e pensare.
Il prossimo futuro ci metterà davanti proprio a questo: sfruttare gli strumenti, senza delegare il pensiero. Ecco perchè bisogna tenere attiva la mente e le capacità di giudizio. Come? Ecco alcuni semplici esercizi.
- Cercare strade alternative.
Basta un po’ di tempo all’aria aperta e la creatività per inventarsi nuovi percorsi per fare le solite commissioni. Farlo a piedi aiuta a non farsi influenzare dal traffico e cedere alla tentazione di richiedere l’aiuto del navigatore o di attuare il consueto tragitto. Dalla ricerca di nuove vie alla ricerca di nuove soluzioni, il passo è breve.
- Preparare la cena con meno ingredienti
Immaginate un frigo vuoto, con solo 3 ingredienti. Come inventarsi una cena gourmet con così poche possibilità? Semplificare è alla base della capacità di scegliere e decidere.
- Parole in catena.
Inventare frasi in rima non è sempre semplice, così come creare pensieri di senso compiuto con il maggior numero di lettere che abbiano lo stesso suono. Allenare il linguaggio è il primo passo per esprimersi meglio e non porre limiti al pensiero.
- Imparare a decidere razionalmente
Come per tutte le cose l’allenamento fa la differenza. Il sovraccarico di elementi spesso rende difficile e faticoso prendere una decisione. Allenarsi a comprendere i pro e i contro nelle piccole scelte permette di velocizzare il processo quando le conclusioni non sono scontate.
- Parlare con altri e spostare la conversazione
Parlare con gli altri è un utile strumento per relazionarsi e confrontarsi. I diversi punti di vista sono essenziali per sviluppare un pensiero critico e ampliare i punti di vista. Partire da un argomento e spostare la conversazione ad un piano più profondo può sembrare inappropriato e difficile ma la reazione delle persone sarà sconcertante. Da un nuovo prodotto sullo scaffale, ad analizzare lo spot in TV e le idee che veicola basta davvero poco e offre nuovi spunti critici e di analisi.
Provare per credere!