Più di qualche mese fa, proprio in un articolo pubblicato su questa rivista, elogiavo un film che di lì a qualche mese (si parlava di marzo 2020) sarebbe apparso nelle sale. Come per tutte le altre pellicole, che sarebbero uscite tra il tardo inverno e la “prima” primavera, questo film è stato bloccato dall’emergenza sanitaria del Covid-19, che ha scosso il mondo. Tante di queste pellicole ci riproveranno ad uscire in sala a settembre e ottobre; e altre ancora hanno già tentato di “risalire la corrente”, nel mese di agosto. Quel film di cui parlo sopra è Il grande passo, il quale lo scorso ottobre al prestigioso Torino Film Festival, ottenne scroscianti applausi, fino a consentire a Stefano Fresi e Giuseppe Battiston di aggiudicarsi il premio ex-aequo come migliori interpreti maschili.
Che dire del film. Che è una strepitosa commedia lunare, opera seconda del regista veneto Antonio Padovan; che si serve della classe interpretativa di Stefano Fresi e Giuseppe Battiston e della loro incredibile somiglianza fisica; che è un film ricco di ingredienti, situazioni e personaggi fuori dal comune. Il tutto ruota, però, attorno ad un unico grande sogno: raggiungere la luna solo con le proprie forze. Un fratello ostinato, tanto da costruire un vero e proprio razzo spaziale nella sua cascina di campagna; ed un altro, bonario, accomodante, comprensivo, che ha a cuore le sorti del fratello, che ha visto pochissimo nella sua vita, ma che è l’unico in grado di comprendere il suo malessere.
Battiston e Fresi spaziano perfettamente tra il toccante e l’esilarante, tra il grottesco e il surrealismo, regalandoci scampoli di quella che può essere definita la “nuova” coppia del cinema impegnato. Già perché la pellicola è davvero una spanna sopra la media delle commedie all’italiana attuali. Il sogno dello spazio e dalla vita extraterrestre sono ben descritti, così come la capacità di questo film, di far sognare il pubblico, ed infondere positività, strappando risate amare, ma intelligenti. Il talento dei suoi due protagonisti e un finale davvero sorprendente ed azzeccato, rendono la pellicola, per chi ama davvero il cinema italiano d’autore, una gemma preziosa.
Insomma, Il grande passo è un film generoso. Generoso con i suoi personaggi e generoso nel suo elogio ai ‘sognatori’ che appena si mettono a parlare della Luna innalzano la prosa del quotidiano a un grado di rarefazione lirica toccante. Padovan non dimentica di mostrare il biasimo di cui sono bersaglio i visionari senza pigiare mai sul tasto della ‘cattiveria’, donandoci uno squarcio di poetica surreale, di magnetica attrazione. Un film impegnato che per la prima volta, mette insieme due artisti che hanno fatto la gavetta e che sanno quanto il successo può essere effimero senza talento e che sanno che in fondo ogni artista guarda alla “Luna”, come fonte di sogni e di speranze.
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