Nel periodo estivo, durante le tipiche feste estive, spesso non si vuole fare altro che staccare la spina, e non pensare più al lavoro…almeno fino al momento del rientro, che già si teme con ansia. Sotto l’ombrellone però, nel relax agognato da un anno, potremmo trovare la soluzione per risolvere quei problemi che rendono il posto lavorativo un inferno.
Tutti abbiamo un capo despota o un collega insopportabile. E tutti (ammettiamolo), li abbiamo apostrofati con il termine, (sicuramente poco elegante), come ha fatto Robert Sutton, proprio nel titolo del libro, “Il Metodo antistronzi. Come creare un ambiente di lavoro più civile e produttivo o sopravvivere se il tuo non lo è” (Elliot, 2008). Nella prima riga dell’introduzione lo stesso scrittore esordisce dicendo “quando incontro una persona cattiva, la prima cosa che penso è: mamma mia che stronzo!”.
Un testo ironico, dedicato a chi è infelice sul posto di lavoro, ricco di umorismo e di attività che il lettore può realizzare durante la lettura, che fa riflettere (sicuramente farete confronti pensando alla vostra situazione personale sfogliando ogni pagina), che non si limita all’analisi della situazione ma offre consigli pratici per identificare e isolare le persone tossiche sul lavoro.
La nascita del metodo
“Ho scritto questo libro perché, sfortunatamente, prima o poi tutti noi ci troviamo a dover fare i conti con gli stronzi sul posto di lavoro” si legge nell’introduzione, e forse proprio per questo motivo il libro è diventato, nell’immediata uscita, un caso editoriale.
Scritto da Robert Sutton, (professore di scienza dell’ingegneria gestionale all’Università di Stanford e consulente aziendale), quasi per caso. L’idea nasce nel 2004, quando la Harvard Business Review pubblicò le venti proposte per l’economia del futuro: tra queste, figurava quella di Sutton, relativa all’adottare un metodo per liberare le aziende dagli arroganti che rovinano la vita dei malcapitati sul lavoro.
Una curiosità è legata al titolo, in quanto lo stesso autore, pensando che la Harvard Business Review non avrebbe pubblicato la parolaccia presente nell’articolo, anticipò che non avrebbe modificato il titolo con un’alternativa del tipo “metodo anticafoni” o “metodo antiprepotenti”, perché non avrebbe avuto lo stesso impatto emotivo. A sorpresa Harvard non si oppose e pubblicò l’articolo nel quale la parola era ripetuta ben 8 volte.
Scopri il nuovo numero: “Leggo ergo Sun”
Durante le ferie cerchiamo di rilassarci e di vivere esperienze nuove e il libro in questo senso rappresenta un valido alleato: riduce lo stress, apre la mente, ci distoglie dal pensare a problemi e incombenze.
Come riconoscerli
Per combatterli innanzitutto bisogna identificarli e Sutton ci spiega che un singolo comportamento non è sufficiente per decretare lo scomodo ruolo, ma fornisce addirittura dei test per riconoscerli. Facendo riferimento a diverse situazioni tipo che potrebbero svolgersi sul luogo del misfatto, si conclude con la lista delle caratteristiche che, senza ombra di dubbio, determinano lo “stronzo patentato”.
Nella definizione di Bennet Tepper, nel capitolo 1, viene riconosciuto come colui che ha una manifestazione prolungata di comportamenti ostili di natura verbale o non verbale, con l’esclusione del contatto fisico.
Hanno un effetto psicologico forte, tanto che, secondo le ricerche riportate nel libro, le interazioni negative risultano avere un effetto negativo sull’umore cinque volte superiore di quelle positive.
Chi ne conosce uno alzi la mano!
Conoscerli per evitarli
Secondo l’autore il danno non riguarda solo i poveri malcapitati (e già questo non è poco), ma anche la performance dell’azienda con conseguente danno economico.
La difficoltà di rapportarsi con tali superiori/colleghi, oltre ad essere causa di malessere per il dipendente, porta infatti ad aumentare il turnover, l’assenteismo, il calo della motivazione e della dedizione al lavoro.
L’autore spiega che, quelle che apparentemente possono sembrare delle vittorie da parte dei così detti stronzi, nel lungo termine determinano un peggioramento delle prestazioni generali dei lavoratori. Essere intimoriti può portare a nascondere gli errori anziché cercare di migliorarsi.
Per non parlare della reputazione aziendale, chi vorrà mai investire o candidarsi per un’azienda che risulta essere guidata da maleducati?
Ecco, secondo Sutton, il primo motivo per cui il metodo è utile è proprio quello di saper riconoscere per non assumere mai uno “stronzo”!
Consigli di sopravvivenza
Applicare il metodo potrebbe non essere semplice, per questo l’autore propone 10 passi da seguire per non fallire, perché la teoria è importante ma a volte manca l’operosità per entrare in azione. Sotto questo aspetto il libro di Sutton non delude le attese, appare come una mini guida, semplice da leggere e da mettere in pratica, spiegata nei dettagli nelle sue pagine, come ad esempio:
- Cambiare il modo di vedere le cose (sembra banale ma non lo è affatto)
- Sperate il meglio ma aspettatevi il peggio
- Mettere in pratica il distacco emotivo, senza farsi influenzare emotivamente
- Andare avanti a piccoli passi per ottenere piccole vittorie, che proprio perché piccoli non vengono considerati preoccupanti da chi combattete
- Trovate dei rifugi, delle “isole serene” per distanziarvi, quando necessario, dal despota
Il Metodo antistronzi
Come creare un ambiente di lavoro più civile e produttivo o sopravvivere se il tuo non lo è
Autore: Robert I. Sutton
Editore: Elliot Editore
Anno: giugno 2007
Pagine: 224
Isbn: 9788861920095
Prezzo: € 7,50 – 20,00 (usato)
E se lo “stronzo” fossi io?
E se qualcuno definisse noi stessi con questo scortese epiteto? E se non ce ne accorgessimo e fossimo proprio noi i temuti al lavoro?
È sempre bene mettersi in discussione e guardarsi dentro, e il libro di Robert Sutton pensa anche a questo. Ci pone degli interrogativi sui quali riflettere per tenere a bada la “stronzaggine” che, secondo le ricerche riportate nel testo, è contagiosa, e ci offre dei consigli per evitare l’avvelenamento. Se non è possibile evitarli, attiviamo la tattica dell’imboscamento, suggerisce l’autore.
A conferma che il libro appare come un’opera che mette al lavoro il lettore, senza annoiarlo, anche in questo caso Sutton propone un test: “Sei uno stronzo patentato?”, con tanto di punteggio da calcolare sommando le risposte “vero” e “falso”.
E si sa, il test è una delle principali attività da ombrellone!
Leggere del metodo di Sutton potrebbe far maturare in voi una nuova consapevolezza e vedervi tornare al lavoro più carichi che mai…perché non si dica che le ore di relax sono ore perse, e che non si pensi che un ambiente lavorativo civile sia un’utopia, come sottolinea Sutton.
Ti è piaciuto? Cosa ne pensi? Faccelo sapere nei commenti. Rispondiamo sempre.
Resta aggiornato sulle nostre pubblicazioni e sulle ultime novità dal mondo del marketing e della comunicazione.