Che natale sarà?
Difficile dirlo o anche solo immaginarlo.
Quando proviamo a farlo, interrogando l’oracolo del XXI secolo – Google –, ci ritornano delle informazioni che, come consultanti contemporanei, dobbiamo fare lo sforzo di interpretare. Ahinoi, di vere certezze ce ne son poche.
Zero previsioni
In attesa del nuovo DPCM, del cambio dei colori delle regioni e dei vari “imperdibili” dibattiti, non ci resta che attendere, smettere di alimentare le aspettative e aspettare lo scorrere degli eventi. So che questa è forse una delle cose più difficili da accettare: l’incertezza non la sappiamo gestire (o almeno stiamo imparando a farlo, con alterne fortune) e forse, ancor meno, accettiamo di non poter agire per cambiare le cose. O meglio, quello che sarebbe opportuno fare – agire – non ci viene congeniale: dovremmo stare fermi. E nell’epoca della (alta) velocità sembra quasi un ossimoro. Intendiamoci non fermi tout court (possiamo e dobbiamo fare qualcosa, ne ho parlato qui), ma francamente alla luce di quello che è accaduto e sta accadendo (oltre 50 mila persone decedute in Italia per Covid-19 da inizio pandemia), parlare di andare a sciare o dibattere su altri scenari (cfr. spostamenti tra regioni per il Natale) non dettati da evidenze scientifiche, non ha un granché senso. Ovvio, vorremmo più libertà, ma il virus non lo consente. Semplice, tutto qui.
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Che natale sarà? Difficile dirlo o anche solo immaginarlo. Per tanti sarà un Natale senza un parente o un amico, per altri un Natale segnato dall’incertezza economica e la paura del futuro, per tutti (crediamo) sarà un Natale dove riscoprire un contatto intimo con se stessi e con gli altri.
Riscopriamo l’avvento.
Anche se letteralmente “avvento” significa “venuta”, è ormai di uso comune utilizzare questo termine per indicare “attesa”. L’attesa, in sostanza, che ci separa dal Natale. Un tempo nel quale ci si dovrebbe raccogliere intimamente e prepararsi a santificare il Natale. Anche se si è atei o agnostici, in questi giorni potremmo cercare di recuperare un po’ di energie mentali e psichiche; rimettere insieme i pezzi di un anno eccezionale. L’ho detto in più di una occasione nei mesi precedenti (e non sono di certo il solo): questo tempo ci hanno davvero provato sotto questo aspetto.
E quindi che Natale sarà?
Un Natale particolare, unico. Per tanti sarà un Natale senza un parente o un amico, per altri un Natale segnato dall’incertezza economica e dalla paura del futuro, per tutti (credo) sarà un Natale dove riscoprire un contatto intimo con se stessi e con gli altri. Come sempre, dobbiamo cercare di cogliere le opportunità che ci vengono offerte. Recuperare le energie e ritrovare un equilibrio interiore sarà utile per poter affrontare i prossimi tempi nel miglior modo possibile. Questo è il mio augurio.
Ivan Zorico
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