È uscito il 20 maggio il terzo volume della serie d’animazione “Love, Death & Robots” (LOVE DEATH + ROBOTS), la serie d’animazione per adulti, da un soggetto del regista e sceneggiatore Tim Miller; prodotta per Netflix da Joshua Donen, Jennifer Miller, lo stesso Tim Miller e il famoso regista e produttore David Fincher. Nata nel 2019 con la prima stagione composta da ben 18 episodi, ha visto la seconda stagione uscire nel 2021 composta da 8 episodi.
La serie d’animazione americana è una serie antologica perché ogni puntata racconta una singola storia che si esaurisce con la fine dell’episodio, è incentrata su un futuro distopico in cui convivono (non sempre) l’uomo e le macchine. Gli argomenti principali sono, come fa intuire il titolo, l’amore, la morte ed i robot e le storie spaziano dal genere horror alla commedia, alla fantascienza, da una fotografia luminosa con animazione più in stile cartone per bambini, ad atmosfere cupe e scenari inquietanti.
Il terzo volume (così vengono chiamate le stagioni di questa serie), inizia i suoi 9 episodi con i tre personaggi con cui aveva iniziato la sua prima stagione, tre robot che visitano una città postapocalittica, molto tempo dopo la scomparsa del genere umano, analizzando i tentativi che l’uomo ha fatto per salvarsi dall’estinzione. Il primo episodio della prima stagione si intitola “Tre robot” ed il primo della terza stagione “Tre robot: Strategie d’uscita”.
Questo meccanismo permette allo spettatore di cogliere al volo le intenzioni della narrazione: mostrare un futuro distopico in cui talvolta l’uomo è relegato ad un ruolo marginale, altre volte è completamente scomparso dalla faccia della terra ed il mondo è ormai governato dalle macchine.
Ogni episodio è creato da un differente team di animatori, provenienti da diversi paesi del mondo, che utilizzano tecniche, disegni e fotografia molto diversi tra loro.
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La genesi della serie:
Alla fine degli anni duemila David Fincher e Tim Miller stavano lavorando sul remake del film d’animazione “Heavy Metal”, film del 1981, ma alla fine non riuscirono a trovare il denaro necessario per produrlo e qualche anno dopo tentarono nuovamente di realizzare il film, ma poi decisero di trasformare il progetto in una serie animata per Netflix.
Il vantaggio di guardare una serie antologica è sicuramente il fatto di non dover essere costretti a seguire un ordine nella visione degli episodi, perché ogni storia è slegata dalla puntata precedente e da quella successiva, a volte possiamo lasciarci ispirare dai colori, altre volte dal titolo o dai disegni.
Io ho selezionato un episodio preferito per ogni stagione, che vi consiglio assolutamente di non perdere:
VOLUME 1: “L’era glaciale”, una storia surreale impreziosita dalla presenza di attori reali;
VOLUME 2: “L’erba alta”, un episodio ipnotico con disegni bellissimi che ricordano un dipinto;
VOLUME 3: “Jibaro”, che è anche l’episodio che chiude la stagione, realizzato da Alberto Mielgo, direttore artistico dell’animazione e regista spagnolo, autore anche della bellissima puntata intitolata “La testimone” del volume 1; entrambi gli episodi hanno un utilizzo del colore che vi lascerà a bocca aperta.
Non sappiamo ancora se ci sarà un quarto volume della serie, ma visto il successo di questo prodotto Netflix, ci sono buone possibilità di realizzazione.
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